Proprio dalla
Grecia sembra arrivare un segnale di speranza per il futuro, un debole ma
concreto segnale che dimostra come dalla crisi si possa lentamente ma
inesorabilmente uscire.
Senza dubbio la Grecia
non è uno dei primi paesi in cui pensare di andare a vivere e dove potersi
costruire un futuro in campo lavorativo, né un paese dove vivere una
qualsivoglia esperienza di lavoro all’estero, per quanto limitata nel tempo. La
situazione del paese ellenico è sotto gli occhi di tutti e la crisi che ancora
stringe l’Europa nella sua morsa, in Grecia ha fatto sentire il suo peso in
misura maggiore che in altri stati.
Però sarebbe
opportuno non liquidare la questione con un “no” categorico e senza appello. Piuttosto
dovremmo fare alcune riflessioni al riguardo di questo paese e alla sua
difficilissima situazione. Un benché tenue filo di speranza per la Grecia
ancora esiste, forse anche considerando quell’ormai celebre modo di dire che è
spesso diventato un cavallo di battaglia degli economisti e quasi una legge
universale: “Ciò che scende, prima o poi deve risalire.” E, a quanto ci è dato
di vedere e quindi sapere (rammentiamo che il verbo greco “sapere” ha la stessa
radice di vedere, nel senso di “so in quando ho visto”), sembra che, seppure
timidamente, questo fenomeno di risalita “naturale” ed inevitabile, almeno se
stiamo al suddetto modo di dire, stia accadendo anche in Grecia. Alcune società
di rating hanno giudicato la finanza ellenica debole e ancora lontana da una
reale ripresa, ma è stata rilevata pur sempre una certa inversione di tendenza.
In relazione a questi segni incoraggianti, è il turismo che sembra essere il
punto di partenza, una sorta di volano dell’economia ellenica che dovrebbe
sostenere il decollo fino al raggiungimento di una quota accettabile. Diverse
attività sono presenti e attive sul territorio, come ad esempio ad Atene, dove
stanno vivendo un vero periodo d’oro; i locali all’aperto sono gli esercizi
commerciali che stanno dimostrando di essere in grado di fare ottimi incassi e
non solo come tendenza momentanea. Sempre ad Atene si è puntato al futuro con
la realizzazione di un vero e proprio distretto hi-tech in cui diverse start up
tecnologiche stanno lavorando a quei comparti che oggi sembrano trainare in
parte il carro dell’economia. Sembra strano ma questo è quello che sta
succedendo. Del resto questa è la prova che in certi casi, quando non si ha più
nulla da perdere, è allora che si ricomincia a darsi da fare a pieno regime.
FUORI DAL RISCHIO
DEFAULT?
Ma a dare fiducia
alla Grecia è anche Jeroen Djisselbloem, capo dell’euro gruppo, che è convinto
che il 2014 sarà l’anno in cui la Grecia tornerà a sollevare la testa e ad
essere a pieno titolo un paese in grado di crescere e di far parte dell’Euro
senza rischi di default.
E questa
affermazione non è fatta a caso: c’è più di un segnale giunto proprio dagli
investimenti che dimostra la bontà di questa teoria della rinascita greca.
Secondo Djisselbloem un punto imprescindibile dovrà essere la
ricapitalizzazione totale del sistema bancario, in un’ottica di ritorno ad un
rapporto sano e fruttuoso tra finanza ed economia reale.
L’HI-TECH COME
TRAMPOLINO DI LANCIO
E in questa
timida alba greca piccoli ma incoraggianti segnali di ottimismo appaiono
all’orizzonte che fino a poco fa appariva in fuga, sebbene la situazione
generale sia ancora dura. A nord di Atene, per fare un esempio, sorge un grande
impianto ad energia eolica guidato da una impresa che, nata nel 2000, è salita
da 10 ai 50 dipendenti di oggi. A sentire uno dei suoi fondatori, Vassilis
Nellas, negli ultimi due anni il fatturato sarebbe raddoppiato, mentre nel
contempo le sue esportazioni sono quadruplicate. Questa impresa ha addirittura
aperto una sede a San Francisco.
Anche nella notte
più buia, anche nei momenti in cui tutto sembra perduto, è dunque possibile
rialzarsi. Certo, qualcuno ci riesce e altri ancora faticano, ma uno dei punti
di forza, nel caso greco, è il primo cluster specializzato nella
microelettronica. Entrare a far parte di questo cluster significa diventare
parte di un network di gestione “comune” sotto molti aspetti che vanno dal
marketing al product management e oltre.
Questa iniziativa
in particolare risale al 2008 grazie a Corallia, un’associazione che è stata in
grado di chiedere e ottenere 40 milioni di euro dal Fondo Europeo di Sviluppo
Regionale. Se crediamo ad alcune statistiche, sembra che l’incremento degli
affari delle imprese che fanno parte del cluster abbia superato il 250%.
CONCLUSIONI: UNA
BOCCATA DI OSSIGENO DAGLI INVESTIMENTI
Parecchi
investitori sono arrivati dall’estero, perfino da Israele e dall’America e
l’idea è quella di non lasciare questo cluster isolato, ma di unirlo ad altri
cluster analoghi, anche fuori dalla Grecia, al fine di perfezionare e aumentare
le sinergie. E questo non è un caso isolato, dal momento che sono stati creati
altri due distretti: uno specializzato nei giochi elettronici e l’altro che
mira allo sviluppo delle tecnologie spaziali. Le parole d’ordine sembrano essere:
innovare, individuare mercati specialistici e, prima di ogni cosa, sviluppo e
visione globale internazionale.
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