Σάββατο 4 Νοεμβρίου 2017

Crisi, di Grecia non si parla più. Ma negli ospedali è sempre emergenza

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Come un’enorme bolla, silenziosa e lugubre al cui interno c’è solo ovatta e gas soporifero. Zitti tutti, di Grecia non si parla più. Troppo forte la tentazione di certificare che il buio è finito, che la crisi è alle spalle, che la super spending review che massacra chi di pensione oggi prende 250 euro, è davvero la panacea per i mali dell’Unione. Come se missili, carri armati e mega truffe legate alla Lista Lagarde siano state solo un’invenzione giornalistica.

3 novembre 2017

Atene e la provincia, quell’eparchia dove ancora il nucleo familiare è l’unica ancora di salvezza per chi ha perso tutto, ballano a un ritmo surreale. Da un lato i numeri del governo e di Bruxelles, che addirittura fanno dire al premier Tsipras che il miliardo di avanzo primario verrà utilizzato per assumere dipendenti pubblici e potenziare il welfare. Dall’altro la realtà di tutti i giorni, dove negli ospedali, che hanno perfino il wifi gratuito, i malati di leucemia sono relegati nei corridoi su barelle di fortuna, anziché in camere sterili perché rischiano di morire per un semplice raffreddore, come accade al nosocomio di Ioannina.

Ma va tutto bene, madama la marchesa, di sanità e disservizi ellenici non conviene più raccontare perché nuoce all’immagine complessiva dell’Ue che torna sui mercati e sconfigge così il bubbone della crisi dell’euro. Peccato che uno dei protagonisti della politica greca degli ultimi trent’anni, l’ex ministro e uomo forte di Georgios Papandreou, Akis Tsogatsopoulos, sia stato scarcerato per motivi di salute.

Proprio non ce la faceva a scontare i vent’anni di galera che gli erano stati inflitti per essere stato coinvolto praticamente in tutti gli scandali legati al partito socialista greco, il vero buco nero dei conti del Paese. Il Movimento socialista panellenico (Pasok), tanto per dirne una, che decise di mandare i contadini in pensione a 45 anni, che elargiva contributi per l’agricoltura ma senza controllare come venivano spesi, che foraggiava l’acquisto di armi dalle note aziende tedesche: Tsochatzopoulos non ha detto una parola ai magistrati in questi pochi anni di carcere.

I suoi ex sodali sono morti, tra cui l’ex ministro Leonidas Tzanis, trovato in casa impiccato nell’ottobre del 2012; il mercante d’armi internazionale Vlassis Karambouloglu, trovato morto a Jakarta in una stanza d’albergo; senza dimenticare l’ex numero uno della polizia tributaria, Yannis Sbokos, coinvolto proprio nel processo a Tsochatzopoulos (ma ancora vivo).

Su tutti l’ombra della Lista Lagarde, con nomi di politici, giornalisti e imprenditori greci che hanno portato il malloppo presso la Hsbc. Tra di loro figurava una prestanome, Maria Pantelì, con la faraonica cifra di 500 milioni di euro che qualcuno aveva associato alla madre dell’ex premier Giorgios Papandreou.

Persino un sommergibile con un timone rotto è stato acquistato dal governo greco per non rischiare di rimanere senza armamenti, ma con bonifici milionari inviati a Berlino. Un altro pezzo di storia da raccontare. Nonostante tutto.

di Francesco De Palo 


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