Come
un’enorme bolla, silenziosa e lugubre al cui interno c’è solo ovatta e gas
soporifero. Zitti tutti, di Grecia non si parla più. Troppo forte la tentazione
di certificare che il buio è finito, che la crisi è alle spalle, che la super
spending review che massacra chi di pensione oggi prende 250 euro, è davvero la
panacea per i mali dell’Unione. Come se missili, carri armati e mega truffe
legate alla Lista Lagarde siano state solo un’invenzione giornalistica.
3 novembre
2017
Atene e la
provincia, quell’eparchia dove ancora il nucleo familiare è l’unica ancora di
salvezza per chi ha perso tutto, ballano a un ritmo surreale. Da un lato i
numeri del governo e di Bruxelles, che addirittura fanno dire al premier
Tsipras che il miliardo di avanzo primario verrà utilizzato per assumere
dipendenti pubblici e potenziare il welfare. Dall’altro la realtà di tutti i
giorni, dove negli ospedali, che hanno perfino il wifi gratuito, i malati di
leucemia sono relegati nei corridoi su barelle di fortuna, anziché in camere
sterili perché rischiano di morire per un semplice raffreddore, come accade al
nosocomio di Ioannina.
Ma va tutto
bene, madama la marchesa, di sanità e disservizi ellenici non conviene più
raccontare perché nuoce all’immagine complessiva dell’Ue che torna sui mercati
e sconfigge così il bubbone della crisi dell’euro. Peccato che uno dei
protagonisti della politica greca degli ultimi trent’anni, l’ex ministro e uomo
forte di Georgios Papandreou, Akis Tsogatsopoulos, sia stato scarcerato per
motivi di salute.
Proprio non
ce la faceva a scontare i vent’anni di galera che gli erano stati inflitti per
essere stato coinvolto praticamente in tutti gli scandali legati al partito socialista
greco, il vero buco nero dei conti del Paese. Il Movimento socialista
panellenico (Pasok), tanto per dirne una, che decise di mandare i contadini in
pensione a 45 anni, che elargiva contributi per l’agricoltura ma senza
controllare come venivano spesi, che foraggiava l’acquisto di armi dalle note
aziende tedesche: Tsochatzopoulos non ha detto una parola ai magistrati in
questi pochi anni di carcere.
I suoi ex
sodali sono morti, tra cui l’ex ministro Leonidas Tzanis, trovato in casa
impiccato nell’ottobre del 2012; il mercante d’armi internazionale Vlassis
Karambouloglu, trovato morto a Jakarta in una stanza d’albergo; senza
dimenticare l’ex numero uno della polizia tributaria, Yannis Sbokos, coinvolto
proprio nel processo a Tsochatzopoulos (ma ancora vivo).
Su tutti
l’ombra della Lista Lagarde, con nomi di politici, giornalisti e imprenditori
greci che hanno portato il malloppo presso la Hsbc. Tra di loro figurava una
prestanome, Maria Pantelì, con la faraonica cifra di 500 milioni di euro che
qualcuno aveva associato alla madre dell’ex premier Giorgios Papandreou.
Persino un
sommergibile con un timone rotto è stato acquistato dal governo greco per non
rischiare di rimanere senza armamenti, ma con bonifici milionari inviati a
Berlino. Un altro pezzo di storia da raccontare. Nonostante tutto.
di Francesco De Palo
Δεν υπάρχουν σχόλια:
Δημοσίευση σχολίου