Ricostruire
la storia delle biblioteche nella Grecia antica è un lavoro assai arduo perché,
oltre all’esiguità delle fonti a riguardo – soprattutto per le biblioteche meno
famose -, si aggiunge una certa riluttanza dai parte dei Greci a trasmettere la
sapienza in forma scritta. Per questo motivo, le prime vere e proprie
biblioteche nella Grecia antica nacquero solo in età post-classica.
La cultura
scritta nella Grecia antica
Quali furono
le motivazioni (sociali e culturali) che determinarono questa così tarda
comparsa di biblioteche nella Grecia antica? Innanzitutto, si deve precisare
che l’assenza di biblioteche in età antica non determinava anche l’assenza di
testi scritti: Eraclito, ad esempio, testimonia che i documenti più importanti
e i testi sacrali erano custoditi nei templi, e in età tardo-classica i testi
dei tragediografi pare fossero conservati nel Metroon (cioè il tempio della
Grande Madre) nel bel mezzo dell’agorà ateniese.
A spingere i
Greci a preferire la trasmissione orale dei testi si aggiungeva, tuttavia,
anche l’élite intellettuale e la riflessione filosofica, in primo luogo quella
platonica. In un celebre passo del Fedro di Platone, il filosofo discute
dell’invenzione della scrittura, collocata secondo il suo mito nell’antico
Egitto. Il faraone Thamus, infatti, risponde così al dio Theuth (l’Ermes
egiziano):
“E ORA TU,
COME PADRE DELLE LETTERE, NELLA TUA BENEVOLENZA PER LORO HAI AFFERMATO IL
CONTRARIO DI CIÒ CHE POSSONO. ESSE INFATTI, COL DISPENSARE DALL’ESERCIZIO DELLA
MEMORIA, PRODURRANNO L’OBLIO NELL’ANIMO DI COLORO CHE LE ABBIANO APPRESE, COME
QUELLI CHE, CONFIDANDO NELLA SCRITTURA, RICORDERANNO PER VIA DI QUESTI SEGNI
ESTERIORI, E NON DA SÉ, PER UN LORO SFORZO INTERIORE”.
Le prime
biblioteche nella Grecia antica
Per questo
motivo, è davvero difficile dar credito alle testimonianze che parlano di
biblioteche ad Atene (o fuori) in periodi cronologicamente alti. Ad esempio, la
voce dell’istituzione di una prima biblioteca pubblica ad Atene da parte del
tiranno Pisistrato può essere stata generata a partire dalla notizia (anch’essa
molto discussa) per cui su volere di Pisistrato sarebbe stata approntata la
prima edizione dei poemi omerici. Lo stesso discorso vale per la testimonianza
su un’altra biblioteca nata a Samo, per volere del tiranno Policrate.
Degna di
fede, invece, è la notizia secondo la quale Euripide sarebbe stato il primo
intellettuale a organizzare una sua biblioteca privata. Conferma di quanto
detto prima sul “sospetto” degli uomini di età classica nei confronti della
cultura scritta viene proprio dalla diffidenza con cui fu trattata questa
“bibliofilia” di Euripide: egli veniva ritenuto non saggio, ma strano.
La
biblioteca di Aristotele
Alla scuola
platonica, basata su un recupero tutto particolare della cultura orale (cioè
attraverso i dialoghi), segue la scuola aristotelica che, a differenza della
precedente, pone la base dell’insegnamento sullo studio di libri. E’ per questo
motivo che possiamo attribuire la prima biblioteca realmente attestata di un
greco ad Aristotele stesso.
Sulla sorte
della biblioteca di Aristotele c’è un racconto al limite del fantastico che
include anche un seppellimento dei suoi libri, al fine di nasconderli dai re
attalidi, che volevano includerli nella biblioteca di Pergamo.
La
biblioteca di Pergamo
La
biblioteca di Pergamo, infatti, rappresentava la vera rivale della biblioteca
di Alessandria. Fondata da Attalo I (III sec. a.C.) o da Eumene II (II sec.
a.C.), le sue rovine permettono di ricostruirne la struttura: essa era dotata
di una sala solenne, ornata di statue e iscrizioni di dotti e poeti; di tre
sale in cui, probabilmente, erano conservati i duecentomila volumi di cui si
parla nelle fonti; infine, di un portico, dove si poteva leggere e studiare.
La notizia
secondo la quale Pergamo, per rispondere all’embargo posto sul papiro da parte
di Tolomeo VI Filometore (II sec. a.C.), avrebbe così inventato la pergamena, è
in parte falsa. Il nome “pergamena” senza alcun dubbio rivela un legame con
Pergamo, ma nel senso che a questa città si deve l’introduzione di un
trattamento particolare che rese le pelli più sottili e più adatte alla
scrittura.
La grande
differenza con Alessandria, tuttavia, risiedeva nel metodo con cui i filologi
pergameni leggevano i testi: mentre ad Alessandria si preferì un metodo
filologico più linguistico, a Pergamo, sotto la spinta del filologo Cratete di
Mallo, nacque una scuola di critica testuale che cercava nei testi non il
significato letterale, ma quello allegorico.
La biblioteca
di Antiochia
L’altra
grande biblioteca dell’età ellenistica è quella di Antiochia, capitale del
regno dei Seleucidi. Su questa biblioteca sono davvero poche le informazioni a
riguardo: il primo bibliotecario fu Euforione, noto poeta, che vi lavorò nel
pieno del III sec. È quindi probabile che la biblioteca fu fondata dal sovrano
Antioco III.
A differenza
di Alessandria e Pergamo, la biblioteca di Antiochia non si distinse per una
determinata scelta di metodo filologico: evidentemente, la direzione presa
dagli eruditi cambiò a seconda del periodo storico, e anche il criterio di
selezione dei testi da conservare non fu continuo.
La prima
vera biblioteca di Atene
Lo stesso
Tolomeo VI Filometore che pose l’embargo sul papiro donò ad Atene, solo nel II
sec. a.C., la sua prima biblioteca pubblica. Essa era inclusa in un edificio,
il Ptolemaion, dedicato all’educazione degli efebi. Questi ultimi, raggiunta
l’età adulta, avevano l’obbligo di ripagare la città dell’istruzione ricevuta
col donativo di cento rotoli, che si aggiungevano alla collezione già presente
nella biblioteca.
Atene,
finalmente, non era più la “città senza biblioteca”.
Società e
cultura
La storia
delle biblioteche nella Grecia antica, come si è visto, è inevitabilmente
legata alla storia della cultura e della società greca.
L’istituzione
delle prime biblioteche pubbliche corrisponde quindi all’accettazione, maturata
solo in epoca post-classica, di una cultura scritta, l’unica capace di vincere
le distanze in un mondo che non era più lo spazio ristretto della polis, ma era
ormai ellenistico, cioè di tutti quelli che si sentivano Greci.
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