L'iniziativa è organizzata dal Politecnico di Bari
La storia, la geografia, la geologia sono sempre stati
elementi fondamentali per conoscere i luoghi, gli insediamenti abitativi e le
loro evoluzioni nel tempo.
23/04/2018
La scelta dell’ubicazione di ogni abitato è
giustificata da ragioni sia storiche che morfologiche del territorio. La
conformazione dei territori ha infatti da sempre influito sulle scelte
insediative dell’uomo determinandone, nel tempo, forma e sviluppo. La lettura
di un territorio sul piano geomorfologico può essere essenziale per comprendere
gli eventi storici di quel sito. Strette sono le relazioni che intercorrono tra
le forme di un territorio e lo sviluppo di alcuni insediamenti che sono nati e
si sono evoluti nel corso dei secoli all’interno di specifici contesti
geografici. Il tema, affascinante e meticoloso, sarà affrontato in due distinte
giornate-studio a Bari, presso il Politecnico, il prossimo 24 aprile e ad Enna,
presso la Sala “Cerere” del Comune, il 5 maggio.
In particolare, nel corso della giornata pugliese saranno
presentati alcuni casi di studio su siti d’interesse archeologico di rilievo:
“L'insediamento di Monte Sannace (Gioia del Colle - Bari) nel panorama della
Puglia centrale fra VI e III secolo a.C.” (Paola Palmentola, Università di
Bari); “L’apporto delle analisi geo-ambientali alla ricostruzione topografica
dei paesaggi antichi”, (Maria Luisa Marchi, Università di Foggia); “Bari a
Levante: Il Porto Perduto”, (Antonino Greco); “Ricerche di geoarcheologia
marina per la valorizzazione sostenibile dell'approdo sommerso di Sinuessa
(Campania)”, (Alfredo Trocciola); La cisterna romana di Via Cristoforo Colombo
in Roma”, (Ugo Chiocchini); “Clima e popolamento umano in Sila Grande durante
il primo millennio”, (Gioacchino Lena, Mario Pagano); “Geoarcheologia del
versante di ponente di Castel dell’Ovo (Napoli): SeaREN Project nuovi dati sul
porto di Parthenope”, (Filippo Avilia, Rosario Santanastasio);
Non mancherà il contributo scientifico del Politecnico di
Bari. Nel corso della giornata, sarà presentato in anteprima nazionale il I°
volume della Collana Guide Geoarcheologiche d’Italia, “Morgantina -
Geoarcheologia della città in epoca greco-romana”. Il volume (edizioni
Fralerighe, 174 pp), curato e realizzato da Giovanni Bruno, geologo presso il
Poliba, ripercorre e analizza le fasi evolutive dell’antica città greco-romana,
estintasi attorno all’anno 50 d.c. (Strabone). Lo studio ricostruisce la storia
della città di Morgantina (sito archeologico della Sicilia centrale),
attualmente nel comune di Aidone (Enna) in chiave geoarcheologica. Mediante una
lettura scientifica degli eventi storici coniugati alle osservazioni geologiche
del territorio e ai cambiamenti dell’ambiente naturale. Morgantina fu fondata
attorno al VI secolo a.c. dai coloni greci di Catania che si spinsero
nell’entroterra. Rimase per secoli un riferimento economico, culturale,
religioso e socio-politico nel mondo greco siciliano. Al culmine del suo
splendore cominciò il suo inesorabile declino che la condurrà alla scomparsa
dalla scena nel nascente Impero Romano. Le cause sono da attribuirsi, secondo
le tesi sostenute, al depauperamento della risorsa idrica dell’area e
dall’eccesivo crescita del fabbisogno della popolazione di questo bene
essenziale in concomitanza di una perdurante crisi climatica calda che investì
l’intero Mediterraneo. A ciò contribuì l’infelice scelta politico-militare di
schierarsi con Sesto Pompeo che, successivamente, fu sconfitto da Ottaviano
Augusto Imperatore.
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