Economia in espansione ma i greci vivono peggio
21 aprile 2018 - (Teleborsa) Una crisi, lunga e
spaventosa, quella che ha investito e cambiato la più recente storia della
Grecia, iniziata nel lontano 2011.
A sette anni dal collasso economico, i conti del paese sono di fatto migliorati e permettono di guardare alla deadline del prossimo 20 agosto – data di interruzione del piano di aiuti europeo – con un piccolo sospiro di sollievo. Ma è un prezzo altissimo quello che ha dovuto pagare, e paga ancora, la popolazione.
TRA PAURA, RIPRESA E PARADOSSO – Dalla grande paura,
dunque, alla parziale ripresa. In mezzo, però, anche un enorme paradosso.
Numeri alla mano, l’avanzo nei primi nove mesi del 2017 è
stato del 2,2% superiore all’1.75% imposto dall’Ue. Il Pil, cresciuto dell’1,9%
nel 2017, si prevede toccherà il 2,5% nel 2018.
Economia in espansione rispetto agli ultimi anni con il
turismo che, anche nella fase peggiore, ha continuato a dare i suoi frutti
facendo da traino alla fragilissima economia e nel 2017 ha fatto registrare un
ulteriore incremento del 17% rispetto all’anno precedente.
Superata l’ambìta soglia dei trenta milioni di turisti
complessivi nel 2017, la Grecia ha battuto un altro record nel settore delle
vacanze. Dall’Italia la destinazione macina successi con 1,43 milioni di
viaggiatori, aumentando di 300mila ingressi il risultato del 2016. Nelle casse
degli operatori il fatturato ufficiale è di 14,5 miliardi di euro, a
testimoniare un’economia resiliente per un Paese che appena sette anni fa era
sull’orlo del tracollo, per cui è scattato il piano di protezione europeo, che
scade, appunto, il 20 agosto di quest’anno.
PARADOSSO GRECIA – Ma
dietro alla visione economica incoraggiante, si nasconde una drammatica
realtà. Insomma, dopo 8 anni di crisi
economica, una grandissima fetta della popolazione greca, continua a subire le
gravissime conseguenze delle misure economiche imposte dai creditori
internazionali.
Rispetto all’anno precedente alla grande crisi, il potere
d’acquisto della popolazione greca, infatti, è calato di circa il 29%, con il
paese sempre alle prese con tassi di disoccupazione allarmanti, soprattutto
quella giovanile, e ben il 22,2% della popolazione che non riesce a far fronte
ai bisogni quotidiani e di prima
necessità: dal pagamento delle bollette a quello del mutuo.
CASE ALL’ASTA, ESPLODE LA RABBIA – Per quanto riguarda
gli immobili sono 130 mila le aste giudiziarie per debiti nei confronti di
banche e fisco che il paese è obbligato ad effettuare e riguardano, nella
maggior parte dei casi, la prima casa di famiglie, ridotte sul lastrico.
Occorre ricordare che le aste di pignoramento sono una
condizione chiave del “terzo piano di salvataggio” imposto dalla Troika alla
Grecia. Per questo, nell’impossibilità di procedere alle aste giudiziarie nei
tribunali e di contenere la rabbia di grande parte della popolazione, specie
tra le fasce più deboli, le aste vengono effettuate elettronicamente presso
studi notarili. Ma non mancano scontri violenti tra polizia e
manifestanti.
Come tutti sanno, infatti, le banche greche sono gravate
da centinaia di miliardi di crediti inesigibili dopo anni di crisi finanziaria,
principalmente a causa dell’incapacità delle persone di rimborsare i mutui. Una
recessione provocata , appunto, dalle misure di austerity che, da una parte,
hanno tagliato i posti di lavoro e, dall’altra, bloccato gli investimenti delle
imprese.
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