Una nuova
indagine ateniese per il commissario Charitos
La copertina
del libro di Petros Markaris 'L'università del crimine' © ANSA
(ANSA) -
ROMA, 28 APR - PETROS MARKARIS, 'L'UNIVERSITA' DEL CRIMINE' (LA NAVE DI TESEO,
PP. 333, 18 EURO) E' amato come il commissario Montalbano, e con lui condivide
l'acume da investigatore d'altri tempi e il buon senso di chi capisce la vita e
gli esseri umani, nonché la passione per la buona tavola anche se in salsa
ellenica. E' il commissario Kostas Charitos, il poliziotto ateniese creato da
Petros Markaris, protagonista dell'ultima fatica dello scrittore greco,
'L'università del crimine'.
Patrizio Nissirio
Come nei suoi predecessori di grande
successo, 'L'università del crimine' vede Charitos addentrarsi tra i meandri
della società greca contemporanea, dove si intrecciano politica, economia - la
crisi è sempre lì a far da sfondo - e corruzione dai risvolti spesso nerissimi.
Charitos, uomo schivo e di sostanza, viene
suo malgrado chiamato a guidare temporaneamente la centrale di polizia di
Atene, la più grande della Grecia, perché il suo superiore, Ghikas, una
presenza costante dei romanzi, ha annunciato il suo pensionamento. E non ci
potrebbe essere momento peggiore: viene assassinato il ministro per le Riforme,
Clearco Rapsanis, con tanto di rivendicazione che accusa la vittima di aver
tradito l'università per buttarsi in politica. Seguirà un altro politico, già
accademico e ora viceministro, Aristotele Archonditis. Ma neanche con questo
delitto l'organizzazione terroristica si ferma nel suo oscuro disegno punitivo.
Comincia così una catena di eventi con
finale a sorpresa in cui il commissario, a causa del suo nuovo ruolo, si trova
sotto un'inedita e sgradita pressione. Si salva, proprio per il suo restare
sempre con i piedi ben saldi a terra, grazie alla vita familiare, dominata
dalla moglie - e cuoca sopraffina Adriana - e dalla figlia Caterina, che gli
annuncia di essere incinta, regalandogli la gioia di diventare nonno.
Markaris riaccende con la consueta ironia
il suo faro sulla Grecia, svelandone il lato che i turisti ignorano: una
società spesso lacerata tra chi ha troppo e chi non ha nulla, o dalla divisioni
della politica, trasformata dall'immigrazione, dove poco o nulla resta dei
ricordi del mondo dove è cresciuto Charitos. Cui lui resta attaccato, affidandosi
ai suoi colleghi per le faccende tecnologiche, e fidandosi alla fine solo del
suo intuito e dei metodi classici d'indagine. Un romanzo destinato a
riaccendere la passione italiana per questo scrittore ellenico e il suo
irresistibile commissario. (ANSA).
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