Cos’è il griko
salentino?
Il griko
salentino è una delle due varietà di neogreco parlate in Italia (l’altra è il grecanico parlato
in Calabria).
I linguisti
greci, tuttavia, riuniscono – in virtù di molte isoglosse – entrambe queste
varietà sotto un medesimo gruppo dialettale (conosciuto in neogreco standard
col nome di Κατωιταλική διάλεκτος [katoitali’ki
ði’alektos], lett. il dialetto del
Sud Italia). Nonostante il greco salentino e quello calabrese si
siano differenziati sotto altri aspetti a causa di fattori storici e
geografici, è indubbio il loro legame.
Secondo il
glottologo tedesco Gerhard Rohlfs (1892-1986),
la forte somiglianza tra il griko salentino e il grecanico calabrese è indice
della presenza di un continuum dialettale italo-greco – diffuso tra il Salento
e la Sicilia –
oggi estintosi.
Area di diffusione
Nel 1000 la
diffusione della lingua greca in Salento copriva l’intero territorio, giungendo
fino alla linea Taranto-Brindisi.
Esattamente
come in Calabria, l’area grecofona si restrinse sempre più a causa sia
dell’influsso dell’elemento linguistico italo-romanzo,
sia della perdita del rito greco (fattore,
quest’ultimo, che favorì la riduzione del greco a lingua popolare, privandolo
dell’appoggio colto della Chiesa bizantina) iniziata a partire dal periodo normanno.
Fu un processo lento. Ancora nel XIII secolo lo splendido monastero di San Nicola di Casole, ad Otranto, ospitava una delle biblioteche più ricche d’Europa e un circolo di poeti in lingua greca. Tra questi, da citare sono Giorgio di Gallipoli eNicola di Otranto.
Purtroppo, il monastero andò distrutto a seguito della breve presa turca di
Otranto nel 1480.
Nel XIV-XV
secolo il greco si era già ridotto notevolmente rispetto alla diffusione di un
tempo. Lo si può vedere dalla seguente cartina, tratta dagli Studi e
ricerche su lingua e dialetti d’Italia (Sansoni,
Firenze, 1972) del già citato Rohlfs:
Purtroppo la
risoluzione non è delle migliori. Tuttavia, si può dire che in quel periodo
l’area di lingua greca comprendeva località quali Galatina, Galatone, Casarano,
e soprattutto Gallipoli.
Dalla
cartina si intravedono anche le attuali località, tutte in provincia di Lecce.
Queste sono riunite nellaGrecìa salentina,
termine che è passato anche a designare un consorzio di comuni che ne comprende
anche alcuni in cui il griko si è estinto nel periodo citato nella cartina del
Rohlfs, ovvero Carpignano
Salentino, Cutrofiano, e Sogliano Cavour.
Gli altri comuni del consorzio – che sono quindi quelli in cui il griko è
ancora in qualche modo presente – sono:
Sternatia
Zollino
Castrignano
dei Greci
Calimera
Soleto
Melpignano
Martignano
Corigliano
d’Otranto
Martano
Secondo l’Atlas of the
World’s Languages in Danger dell’UNESCO, il numero
dei locutori del griko salentino si stima oggi attorno alle 20000 unità.
Le origini del griko
Ho già
trattato ampiamente in molti dei miei articoli precedenti della querelle
sull’origine del grecanico calabrese. Le stesse considerazioni valgono anche
per il griko salentino, però brevemente le riassumerò ancora (senza però
esprimere pareri), in modo da non rendere quest’articolo in qualche modo
dipendente da quelli inerenti il greco di Calabria.
Teoria
bizantina = secondo questa teoria, trattata in modo sistematico dal linguista milaneseGiuseppe Morosi (1844-1891),
il griko salentino trarrebbe appunto origine dal periodo bizantino. Questa
teoria ritiene infatti impossibile che con la conquista romana, in Italia,
sopravvivessero a lungo lingue alloglotte rispetto al latino;
Teoria
magnogreca = formulata dal più volte citato Rohlfs. Come dice
il nome stesso, secondo questa teoria il greco in Salento si parlerebbe senza
soluzione di continuità sin dai tempi della Magna Grecia.
Alle due
teorie principali si aggiunge quella del filologo italiano Domenico
Comparetti (1835-1927), il quale riteneva che
allo sviluppo del griko salentino e del grecanico calabrese avessero egualmente
concorso ondate di popolazioni sia in età classica che in quella bizantina.
Alcuni tratti
linguistici
Fonologia
Τσιτακισμός
Τσιτακισμός [tsitakiz’mos]
è un termine della linguistica greca che indica il passaggio, che avviene in
alcune varietà neogreche (come il cretese e
il cipriota),
dall’occlusiva
velare sorda /k/ all’affricata postalveolare sorda /t͡ʃ/
(cioè, detto più comunemente, da “c” dura o
da kappa –
come in colare – a “c” dolce,
come in cielo),
assente in neogreco standard, davanti a /e/ e /i/.
Tra queste
varietà si annovera il greco d’Italia (sia calabrese che salentino). Ecco
qualche esempio, tratto ovviamente dal griko salentino:
– εκείνος [e’kinos] = ‘cìno (“quello”)
– εκεί [e’ki] = ecì (“lì”, “là”)
– παιδάκι [pe’daki] = pedàci (“piccolo bambino”)
– εκεί [e’ki] = ecì (“lì”, “là”)
– παιδάκι [pe’daki] = pedàci (“piccolo bambino”)
Nel caso in
cui in neogreco la kappa, davanti a /e/ e /i/, sia preceduta dalla /s/ (fricativa
alveolare sorda, corrispondente alla s dell’italiano sono),
lo τσιτακισμός fa sì che in
greco d’Italia questo nesso consonantico si trasformi nella fricativa
postalveolare sorda /ʃ/, ovvero il suono dell’italiano scena.
Per cui:
– σκύλος [‘skilos] = scìddho (“cane”)
Μπ e ντ
Caso unico
in tutte le varietà neogreche, gli antichi nessi consonantici μπ [mp] e ντ [nt] sono rimasti invariati. Infatti in tutte le altre – compreso il
grecanico calabrese – questi hanno subito un processo disonorizzazione,
diventando di conseguenza rispettivamente [mb] e [nd]:
Greco
classico = πέντε [‘pente](“cinque”), ἀμπέλιον [am’pelio] (“vite”)
Greco
moderno standard = πέντε [‘pende], αμπέλι [am’beli]
Griko
salentino = pènte, ampèli
Grecanico
calabrese = pènde, ambèli
L’occlusiva
retroflessa sonora
L’occlusiva
retroflessa sonora [ɖ] è il termine che la linguistica
usa per indicare il suono del salentinobeddhu. E’ presente
anche in Calabria meridionale e in Sicilia: esse, assieme al Salento,
appartengono al gruppo linguistico denominato siciliano o meridionale
estremo.
In questo gruppo,
l’occlusiva retroflessa sonora – che nella maggior parte delle varietà
appartenenti a questo gruppo è pronunciata geminata, cioè doppia –
rappresenta l’evoluzione di -LL- latina:
Latino = callus (“callo”)
Salentino = caddhu
Il griko
salentino (assieme al grecanico calabrese) ha fatto proprio questo fonema,
inserendolo nel suo inventario fonologico. La -LL- del
greco antico – esattamente come quella del latino nel caso della varietà
romanza – diventa [ɖɖ]:
Greco
classico = ἄλλος [‘allos]
(“altro”)
Griko
salentino = àddho
Grecanico
calabrese = àddho
Morfologia e lessico
Per quanto
riguarda la morfologia, in griko salentino – come in neogreco standard e in
grecanico calabrese – è avvenuta la scomparsa del duale;
del modo di coniugazione ottativo (che
esprime il desiderio o la possibilità, già raro al tempo in cui furono stesi i
testi del Nuovo
Testamento nel I secolo e.v.); del casodativo.
Il lessico,
invece, presenta ad esempio:
Arcaismi
scomparsi in Grecia, ad esempio làchri (“felce”),
dal greco antico λάχριον (in Grecia
oggi si dice φτέρη [f’teri]);
Vocaboli di
età bizantina condivisi con la Grecia, ad esempio spìti (“casa”)
[cfr. neogreco
standardσπίτι, di pronuncia e significato identici];
Prestiti dal
romanzo salentino, ad esempio mandatàri (“intermediario”)
[cfr. salentino mandatàru,
di significato identico].
Sintassi
Rispetto al
greco antico, l’aspetto sintattico che colpisce di più non solo nel griko
salentino, ma più in generale nella maggior parte delle varietà neogreche, è la scomparsa dell’infinito a
favore della costruzione con να +
congiuntivo (griko salentino tèlo na pao e
neogreco standard θέλω να παω [‘θelo na
‘pao], “voglio andare”). Probabilmente nel greco parlato quest’uso si è imposto
definitivamente attorno al VI secolo e.v.
Questa
costruzione sopravvive come calco – sebbene con sostituzione del congiuntivo
col presente indicativo – anche nel romanzo salentino: oju cu bbau.
Esattamente come è successo in Calabria meridionale (e a Messina) in rapporto
al grecanico calabrese.
Vito
Domenico Palumbo e Domenicano Tondi
Parlando di
griko salentino non si possono non citare questi due insigni studiosi, per
giunta madrelingua!
Vito
Domenico Palumbo (1854-1918) fu uomo di vasta cultura classica e moderna, poeta, conoscitore
di diverse lingue (latino, greco antico, greco moderno, inglese, francese,
tedesco), traduttore, e neogrecista. Si occupò estesamente del folklore della
Grecìa salentina, in particolare di quello della sua natia Calimera.
Buona parte
della sua produzione poetica fu curata e tradotta nel 1971 (Centro di Studi
Salentini, Lecce) dal prof. Paolo Stomeo con
il titolo di Roda ce kattia (“Rose
e spine”).
Per quanto
riguarda il suo interesse per il folklore griko, è senza dubbio da segnalare il Saggio di un
commento dei canti greco-salentini (Apulia,
Martina Franca, 1910).
Lo zollinese Domenicano
Tondi (1885-1965),
fu poeta, glottologo, e grecista. Il suo nome verrà per sempre legato
soprattutto a GLOSSA – La
Lingua Greca Del Salento(Cressati, Taranto, 1935). Si tratta di
un’opera di carattere didattico, contenente una buona grammatica. Come si legge
nell’introduzione al testo, l’autore si proponeva di:
a) fornire ai glottologi ed ai cultori di
lettere greche, in saggi organici di corretto parlare greco-salentino, un
sufficiente materiale di studio, specie dal punto di vista morfologico e
sintattico, essendo stato già raccolto da altri il materiale lessicale;
b) fornire
ai giovanetti di ginnasio dei paesi ellenofoni i primi rudimenti della lingua
greca, per invogliarli a studiare con più amore la lingua dei classici e per
affezionarli agli studi linguistici;
c) fornire
agli altri giovanetti dei nostri paesi un libro di lettura ed una piccola
grammatica elementare che consenta loro di acquistare senza sforzo le nozioni
fondamentali della lingua greca, nelle sue forme salentine;
d) segnalare al Governo nazionale
l’esistenza di questo rudere linguistico magnogreco per gli eventuali
provvedimenti, sia che si desideri favorirne con opportuni mezzi la
conservazione, sia che voglia curare una raccolta completa del materiale
lessicale e letterario.
L’introduzione
all’opera, nella quale il Tondi dimostrava di aderire entusiasticamente alla
tesi rohlfsiana, si può leggere online cliccando qui.
Letteratura
Il griko ha
un’importante letteratura orale, raccolta e pubblicata non solo dal Palumbo, ma
anche da altri studiosi quali Salvatore Tommasi (1950-vivente),
egli stesso poeta, e l’attore calimerese Brizio Montinaro (1943-vivente).
Di grande
fascino è I passiùna tu
Christù (“La
passione di Cristo”), che si tiene ogni anno nei paesi della Grecìa salentina
in occasione del periodo pasquale. In questo video si può vedere e ascoltare
un’esibizione integrale:
A livello di
letteratura scritta, oltre al Palumbo, al Tondi, e ad altri, da ricordare è
anche il recentemente scomparso Franco Corlianò (1948-2015).
Autore di un dizionario griko (Manni, San Cesario di Lecce, 2010) e di un
saggio sul proverbio greco-salentino (Barbieri, Manduria, 2010), è però
ricordato soprattutto per essere stato forse il più noto poeta griko.
Esempio della lingua
La fama di
Corlianò è legata alla sua poesia più celebre, Andra mu pai (“Mio
marito va”). Si tratta di un poesia legata al tema dell’emigrazione, di un
marito cioè che deve abbandonare la famiglia per cercare fortuna lontano dal
luogo natio, e della compagna e dei figli che si struggono per la sua partenza.
Andra mu pai fu ben
presto messa in musica, persino da musicisti provenienti dalla Grecia. Qui una
delle versioni più note, interpretata proprio da gruppo greco, gli Encardia:
https://patrimonilinguistici.it/il-griko-salentino/
https://patrimonilinguistici.it/il-griko-salentino/
Per evitare
di rendere troppo lungo l’articolo, cliccando qui si può accedere al testo della canzone e alla relativa traduzione italiana.
Per imparare la
lingua
Diversi sono
le grammatiche prodotte sul griko. Ad esempio quelle del Rohlfs (Beck,
Monaco, 1977; trad. it. di Salvatore Sicuro,
Congedo, Galatina, 2001) e del linguista greco Anastasios
Karanastasis (Accademia di Atene, Atene, 1997),
che però includono anche il grecanico calabrese. Ma anche quella dello stesso Tondi.
Tuttavia,
andando al di là della grammatica storica e descrittiva, per imparare la lingua
grika c’è una risorsa multimediale completamente gratuita (ci si deve però
registrare). Si tratta del Pos Matome Griko,
un progetto finanziato dall’Unione Europea e
attivo dal 2013. I corsi sono suddivisi per bambini e adulti, e in diversi
livelli in base al Quadro Comune
Europeo di Riferimento delle Lingue (A1,
A2, B1, B2, C1, C2). Come si legge nella pagina internet del progetto, il corso
si rivolge a:
Studenti e
insegnanti delle scuole delle aree grecofone;
Adulti
residenti nella Grecìa Salentina;
Comuni della
Grecìa Salentina;
Università:
Dipartimenti di Lingua e Cultura Neogreca;
Comunità
Elleniche e Centri Culturali Ellenici in Italia dove si insegna la lingua greca
moderna;
In generale,
tutti coloro che sono interessati ad imparare e ad approfondire la conoscenza
del Griko, preziosa eredità culturale e storica di un glorioso passato che
tutti hanno il dovere di custodire e tramandare alle generazioni future.
Bibliografia
consultata
AA.VV., Λεξικό της Κοινής Νεοελληνικής, Istituto
di Studi Neogreci, Salonicco, 2009
Avolio F., Lingue e dialetti d’Italia, Carocci, Roma, 2009
Cantarella R. (a cura di), Poeti bizantini, Rizzoli, Milano, 1992
Corlianò F., Vocabolario italiano-griko-italiano, Manni, San Cesario di Lecce, 2010
Garrisi A., Dizionario leccese-italiano, Capone, Lecce, 1990
Horrocks G., Greek: a history of the language and its speakers, Wiley-Blackwell, Chichester/Malden, 2010 (seconda edizione)
Karanastasis A., Ιστορικόν λεξικόν των Ελληνικών Ιδιωμάτων της Κάτω Ιταλίας, Accademia di Atene, Atene, 1984-1992 (volumi I-V)
Karanastasis A., Γραμματική των Ελληνικών Ιδιωμάτων της Κάτω Ιταλίας, Accademia di Atene, Atene, 1997
Mosino F., Dal greco antico al greco moderno in Calabria e in Basilicata, Pontari, Reggio Calabria, 1995
Rohlfs G., Studi e ricerche su lingua e dialetti d’Italia, Sansoni, Firenze, 1972
Zinzi M., Dal greco classico al greco moderno – Alcuni aspetti dell’evoluzione morfosintattica, Firenze University Press, Firenze, 2013
https://patrimonilinguistici.it/il-griko-salentino/
Avolio F., Lingue e dialetti d’Italia, Carocci, Roma, 2009
Cantarella R. (a cura di), Poeti bizantini, Rizzoli, Milano, 1992
Corlianò F., Vocabolario italiano-griko-italiano, Manni, San Cesario di Lecce, 2010
Garrisi A., Dizionario leccese-italiano, Capone, Lecce, 1990
Horrocks G., Greek: a history of the language and its speakers, Wiley-Blackwell, Chichester/Malden, 2010 (seconda edizione)
Karanastasis A., Ιστορικόν λεξικόν των Ελληνικών Ιδιωμάτων της Κάτω Ιταλίας, Accademia di Atene, Atene, 1984-1992 (volumi I-V)
Karanastasis A., Γραμματική των Ελληνικών Ιδιωμάτων της Κάτω Ιταλίας, Accademia di Atene, Atene, 1997
Mosino F., Dal greco antico al greco moderno in Calabria e in Basilicata, Pontari, Reggio Calabria, 1995
Rohlfs G., Studi e ricerche su lingua e dialetti d’Italia, Sansoni, Firenze, 1972
Zinzi M., Dal greco classico al greco moderno – Alcuni aspetti dell’evoluzione morfosintattica, Firenze University Press, Firenze, 2013
https://patrimonilinguistici.it/il-griko-salentino/
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