Eccellenze della Calabria greca
Il
bergamotto, famoso agrume calabrese, di origini antichissime, la cui essenza è
alla base di molti profumi e cosmetici. Utilizzato anche in ambito
agroalimentare, nella produzione dolciaria, nel tè “Earl Grey”, trova ogni
giorno un nuovo campo di applicazione.
Ugo Sergi, 15 Marzo 2016
Dopo aver
fatto l’avvocato a Reggio Calabria, Ugo Sergi ha ripreso la coltivazione del
“giardino” di bergamotto di famiglia. Appassionato dal suo lavoro, Ugo ha pure
ospitato nel suo agriturismo molti trekkers dell’associazione “Passeggiate”.
Gli abbiamo chiesto di parlarci di questo “frutto del paradiso”.
Il
bergamotto è un agrume classificato come Citrus bergamia risso. Il frutto ha
una forma sferica simile all’arancia ma dal colore giallo come il limone e la
pianta, da occhi non esperti, può essere facilmente confusa con entrambi gli
altri agrumi suddetti. A differenza, però, della maggior parte degli altri
“citrus”, il frutto non viene mangiato (pur essendo commestibile!) ma viene
usato per estrarre dalla sua buccia un olio essenziale molto profumato ed
apprezzato dai profumieri di tutto il mondo.
Per quanto
riguarda l’etimologia del termine “bergamotto” non c’è un’uniformità di
pensiero. Qualcuno dice che deriva dalla città spagnola di Berga, l’attuale
Barcellona, altri dalla città di Pergamon, l’antica Troia, altri ancora dal
turco Berg-a-mudi che significa “pero del Signore”, dalla forma a pera dei
primi frutti di bergamotto. Per completezza di esposizione val la pena
ricordare che tra i prodotti più conosciuti al di fuori del campo della
cosmetica e della profumeria in cui viene usato l’olio essenziale di bergamotto
vi è il tè Earl Grey, uno dei tè aromatizzati più diffusi al mondo.
Inoltre, del
bergamotto, a differenza della maggior parte degli agrumi esistenti e
nonostante i molti studi fatti, si conosce molto poco. Non si conosce, ad
esempio, la sua origine botanica. Se si pianta un seme di bergamotto, la
piantina che nasce non è bergamotto ma arancio amaro (o selvatico)! Soltanto
successivamente quest’ultimo può essere innestato a bergamotto. Questa
constatazione ha fatto ritenere agli studiosi che il bergamotto sia nato dalla
mutazione naturale dell’arancio amaro. Ma dove ciò sia avvenuto e quando
nessuno lo sa. Non si sa, ad esempio, come mai questa pianta abbia scelto
proprio la zona più a sud della Calabria, in particolare la fascia costiera
della provincia di Reggio Calabria che si affaccia sul mare Jonio (circa 100 km
) per crescere e fruttificare in maniera quasi esclusiva, poiché in essa si
produce circa il 90% della produzione mondiale di questo agrume. Molti sono
stati i tentativi di introdurlo in altre zone del mondo, dalla stessa Italia,
all’Europa, all’Asia, in Israele, in America, riuscendoci soltanto in Africa,
in una regione della Costa d’Avorio.
Per spiegare
questo fenomeno molti fanno riferimento, in particolare, al microclima di cui
gode la costa del bergamotto. Ma senza individuarne le reali cause, forse
perché impossibili da individuare. Probabilmente si tratta di un insieme di
fattori, quali: la lieve differenza tra la temperatura diurna e quella notturna
nell’arco dell’anno in tutta la zona del bergamotto; la conformazione
geomorfologica dell’area coltivata a bergamotto, caratterizzata dalla presenza
di ampie valli solcate da caratteristici corsi d’acqua denominate “fiumare”,
anch’esse tipiche di questa zona; i venti di scirocco che periodicamente
investono la zona portando, d’inverno, piogge abbondanti e, d’estate, caldo
umido ( mentre generalmente il caldo estivo è secco ); il suolo, caratterizzato
da terreni alluvionali ricchi di sostanze minerali e l’abbondante acqua per
l’irrigazione estiva ( circa 800/1000 litri a pianta adulta ogni 15 giorni )
anch’essa ricca delle stesse sostanze; l’esposizione a sud dell’intera area
ecc..
Tutti questi
fattori concorrono alla “perfezione organolettica” dell’olio essenziale di bergamotto,
estratto dalla buccia del frutto mediante un procedimento “a freddo” con dei
rulli cilindrici che lo “grattugiano”. Il frutto, durante la lavorazione viene
costantemente “spruzzato”da sottili getti d’acqua “a pressione” che, lavando la
scorza, trasportano l’olio essenziale nelle centrifughe per
essere,successivamente, separato dall’acqua stessa. L’olio essenziale così
ricavato è composto da circa 350 elementi chimici che lo distinguono dagli
altri oli essenziali di agrumi sia per il numero così alto di sostanze sia le
sue proprietà “uniche” nel panorama degli oli essenziali. Infatti, il
bergamotto deve la sua fortunata storia, oltre alle sue caratteristiche note
olfattive, soprattutto alle proprietà fissative del suo olio essenziale.
Infatti in epoche in cui i profumi ed i prodotti cosmetici erano composti
esclusivamente da prodotti naturali, l’olio essenziale di bergamotto era
considerato un componente “quasi” indispensabile nella composizione dei bouquet
ed usato per amalgamare tutte le essenze contenute in esso e conservarne la
fragranza nel tempo. Per trovare una simile proprietà, bisognava dotarsi
dell’olio di ambra, estratto dalle ghiandole dei cetacei. Per questo motivo, il
periodo che va dalla comparsa del bergamotto in Calabria ( metà del 1600) al
dilagare dei prodotti di sintesi nella cosmetica e nella profumeria mondiale
(anni 50 -60 dello scorso secolo) fu denominato “età dell’oro”.
Inizialmente,
nel periodo della comparsa della pianta a Reggio Calabria, i primi produttori
capirono che dalla pressione della buccia del frutto, “a mano”, su una spugna
di mare, si poteva estrarre un olio profumato, subito denominato “aqua
admirabilis”, impiegato, grazie alle sue proprietà antisettiche ed
antibatteriche, nella medicina naturale. Soltanto agli inizi del ‘700 l’uso
dell’essenza cambiò radicalmente grazie all’intuizione di un profumiere
veronese (Gian Paolo Feminis) che viveva nella cittadina tedesca di Colonia e
che creò, con l’ ”aqua admirabilis”, la prima “eau de cologne”, diventata
famosa con il nome di “4711”, dal numero civico del laboratorio dove il
profumiere lavorò. Da questo momento, l’uso dell’essenza di bergamotto, divenne
quasi esclusivamente appannaggio dell’industria profumiera e cosmetica che
lentamente si stava sviluppando, soprattutto in Francia.
Ma non fu
l’unico impiego. Verso la fine del ‘700, infatti, nella città di Nancy,
nacquero “les bonbons à la bergamotte”, caramelle aromatizzate con l’olio
essenziale di bergamotto di Calabria, divenute ben presto un prodotto tipico
della città.
Verso la
fine dell’800, poi, un lord inglese, Sir Grey, proprietario di vaste
piantagioni di tè in India ebbe, anch’esso, l’intuizione di aromatizzare le
foglie del tè indiano con la fragranza dell’essenza del bergamotto, di
Calabria. Da questo matrimonio nacque il tè “Earl Grey”, diventato nel corso
dell’ultimo secolo, uno dei tè aromatizzati più bevuti al mondo. Peccato che in
entrambi i casi della regione di provenienza della fragranza che caratterizzò i
due fortunati prodotti non vi è alcuna menzione! Ma questa è un’altra storia…
Questo
periodo “d’oro” del bergamotto, che per secoli ha contribuito allo sviluppo
economico e sociale della zona meridionale della Calabria, ha avuto un punto di
svolta, purtroppo in negativo, allorquando l’industria chimica, dagli anni
cinquanta in poi, in breve tempo, ha sostituito le sostanze naturali contenute
nella maggior parte dei prodotti cosmetici ed in quelle alimentari. Da questo
momento in poi, per i produttori, la coltivazione dei “giardini” di bergamotto
divenne sempre più onerosa tanto da diventare fortemente antieconomica. Ma ciò
non impedì alla maggior parte di essi di continuare nella tradizione di
coltivare il bergamotto. E questo in una economia mondiale in cui il profitto è
la regola non è facilmente comprensibile…
La
spiegazione forse sta nel fatto che i calabresi (è risaputo!) hanno la testa
dura… o forse perché nelle famiglie dei vecchi produttori venivano sovente
ricordati, con rimpianto, gli anni dell’età dell’oro… o forse perché ( e questo
è stato spiegato recentemente da studi scientifici sull’aromaterapia) la
fragranza sprigionata dall’olio essenziale di bergamotto infonde ottimismo
nelle persone, li mette di buon umore, tiene lontana la depressione e l’ansia.
Se questa sensazione crea dipendenza, i produttori di bergamotto sono dei
drogati e non lo sanno… Ma questa costanza, durata decenni, sta premiando chi
ha creduto nel riscatto di un prodotto unico al mondo…
Negli ultimi
anni una nuova coscienza salutista e naturalistica ha rilanciato, sul mercato
mondiale, l’uso dell’essenza di bergamotto anche grazie al diffondersi
dell’agricoltura biologica. Questa nuova coscienza mondiale ha dato così nuovo
impulso ai produttori di bergamotto, scoraggiati da decenni di crisi e di
prezzi altalenanti ed ha fatto sì che in questo ultimo decennio molti abbiano
rilanciato le produzioni di famiglia incrementandone notevolmente le
coltivazioni. A dare manforte ai produttori è intervenuto, altresì, un
pronunciamento dell’Unione Europea che ha riconosciuto l’essenza di bergamotto
come prodotto DOP. Vi è inoltre la proposta di considerare i “giardini di
bergamotto” e dunque il frutto e la sua essenza naturale come patrimonio
mondiale dell’umanità.
L’unicità di
tale coltivazione e le nuove prospettive mondiali di un rilancio dell’economia
locale legata al bergamotto ci inducono a ritenere che, qualora venga
modificato uno soltanto dei delicati parametri che fanno sì che questo frutto
del paradiso (da qui forse l’etimologia dal turco berg-a-mudi, frutto del
Signore) cresca e maturi nella nostra terra, si possa verificare un disastro
ambientale ed economico imperdonabile ed irreparabile. I 354 componenti
dell’essenza naturale stanno insieme secondo una logica naturale che i
profumieri apprezzano in un equilibrio spettrografico molto delicato e
facilmente influenzabile da piccoli mutamenti climatici. L’acetato di linalile,
uno dei componenti nobili dell’essenza, deve essere presente in perfetto
equilibrio con il linalolo e con altri componenti meno nobili, altrimenti si
determina un appiattimento olfattivo della stessa e l’abbandono della stessa da
parte dei profumieri a tutto vantaggio dell’essenza sintetica.
L’impianto
di una centrale a carbone proprio al centro dell’area in cui cresce questo
capolavoro della natura sarà l’inizio della fine di tutto questo mondo spiegato
in estrema sintesi e che racchiude in sé le passioni, le speranze e i ricordi
di intere generazioni che si appellano alla sensibilità di persone di buon
senso e piene di amor proprio. Al di là di qualsivoglia interesse economico.
Ugo Sergi
Presidente
"Bioassoberg"
Consorzio
Produttori Bergamotto Biologico
Δεν υπάρχουν σχόλια:
Δημοσίευση σχολίου