L'isola
di Ikaria ai tempi dell'occupazione italiana
Il
Dodecaneso dall'Impero ottomano all'Impero del fascismo. Una tesi di dottorato
Filippo
Marco Espinoza
Scopo
della tesi è indagare i modi e le forme attraverso cui la percezione
dell'opinione popolare egea da parte delle autorità italiane hanno influenzato
trasformazioni della vita giuridica, economica e sociale del Dodecaneso nel
periodo compreso tra la spartizione dell'Impero ottomano e la proclamazione
dell'Impero fascista.
Attraverso
questa chiave interpretativa si tenterà di enucleare alcune peculiarità del
Possedimento delle Isole Italiane dell'Egeo rispetto al contesto italiano e a
quello internazionale. Per ricostruire gli sviluppi e gli esiti di tale
rapporto si è proceduto a una disamina analitica, mettendo a fuoco le vicende
che videro coinvolti gli attori locali e gli organi di governo metropolitani,
le problematiche affrontate e le decisioni prese sia sulla base di documenti
interni (studi, memorie, carteggi) che di fonti ufficiali (pubblicistica
italiana e internazionale, atti di convegno, bilanci, discorsi parlamentari,
leggi e regolamenti).
Si è poi
cercato di interpretare i singoli eventi, evidenziando le specificità del
contesto egeo rispetto agli altri territori sottoposti alla sovranità italiana,
le linee di continuità o le divergenze tra le pratiche di governo italiane e
quelle ottomane, le finalità attribuite alla politica locale, gli effetti della
Grande depressione e dello scenario politico successivo alla Crisi di Abissinia
sul tessuto sociale e sulle pratiche amministrative.
Il lavoro
è diviso in quattro capitoli. Il primo è un'introduzione storica che descrive
l'organizzazione politica e sociale dell'Arcipelago durante gli ultimi decenni
della dominazione ottomana, le vicende che spinsero gli italiani
all'occupazione del Dodecaneso, gli esiti della Guerra di Libia e delle Guerre
balcaniche nell'opinione popolare egea e nei centri decisionali metropolitani.
Nei due
capitoli centrali si è deciso di seguire una struttura argomentativa
tripartita. Vengono esposti dapprima gli scenari internazionali, con
particolare attenzione alle trattative diplomatiche che interessano la sorte
dell'Arcipelago. In secondo luogo, vengono analizzate le politiche
amministrative che furono pianificate e portate avanti con il perdurare della
presenza italiana, tentando di mettere in luce non solo come le direttive
inviate da Roma condizionarono l'azione di governo degli amministratori, ma
anche e soprattutto i modi e le forme in cui il preesistente quadro politico ed
amministrativo ottomano, pur rimanendo formalmente in vigore, fu
progressivamente modificato, vuoi per rispondere alle esigenze dei nuovi
governanti, vuoi sulla base di spinte che provenivano dalla società civile
egea.
Infine si
tenta di mettere in luce come i mutamenti degli scenari internazionali e i
diversi atteggiamenti adottati dall'amministrazione italiana influirono sulla
società dodecanesina, creando non solo oppressione e resistenza, ma anche nuove
opportunità di crescita e di guadagno per le diverse classi e gruppi etnici,
che adattarono le proprie condizioni di vita secondo dinamiche specifiche e
furono in grado di negoziare la loro integrazione all'interno dei nuovi
circuiti prodotti dall'imperialismo italiano.
L'ultimo
capitolo mira invece ad evidenziare gli effetti dell’atteggiamento più
marcatamente espansionista esplicitato dal fascismo dopo la conquista
dell'Etiopia. Ciò ponendo l'accento sia sugli effetti che il nuovo clima
politico, e più in particolare la rivalutazione strategica del Possedimento,
ebbe sul rapporto tra governo ed opinione popolare sia sulle valutazioni, di stampo
razzista, che portarono Roma a considerare il Dodecaneso una sorta di
laboratorio, o prototipo, per la futura espansione nei Balcani.
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