LA RICOSTRUZIONE DI «VICE»
Dal 2001 furono seguiti centinaia di obiettivi, tra cui ministeri e società. Monitorale anche diverse ambasciate, inclusa quella italiana
di Federico Fubini
Quando nel 2013 emerse che la National Security Agency americana aveva
spiato le comunicazioni di Angel Merkel, la cancelliera tedesca osservò: «Gli
amici non possono spiarsi fra loro». A quanto pare, tuttavia, lo fanno. Il
Bundesnachrichtendienst (Bnd), il servizio federale di intelligence della
Germania, dall’inizio degli anni Duemila avrebbe spiato centinaia di obiettivi
in Grecia. Fra di essi, l’agenzia del debito del ministero delle Finanze, il
ministero della Difesa, alcune grandi aziende e oltre dieci ambasciate inclusa
quella dell’Italia ad Atene. La ricostruzione emerge da un’inchiesta molto
dettagliata, e basata su vari riscontri concordanti, del servizio ellenico di
Vice International. Il Bnd, interpellato in proposito, non ha confermato né
smentito.
Fuga di notizie
In realtà già in aprile scorso una fuga di notizie sul settimanale tedesco
Spiegel, con ogni probabilità dall’interno stesso del Bnd, ha mostrato come
l’intelligence tedesca svolga ampie attività di ascolto anche in Grecia. Non si
tratta certo di un’esclusiva dei servizi tedeschi: come ha dimostrato lo
scandalo della Nsa americana durante la presidenza di Barack Obama, anche fra
alleati l’intercettazione delle comunicazioni è una pratica corrente. Ciò che
colpisce nel caso della Grecia è soprattutto la scala, vastissima, delle
operazioni di monitoraggio coperto da parte della Germania. Secondo quanto
ricostruito nell’inchiesta di Harry Karanikas e Nikolas Leontopoulos di Vice,
erano migliaia le linee telefoniche e gli indirizzi di posta elettronica soggetti
a controllo, per centinaia di target.
Prima della crisi del debito
Il monitoraggio peraltro sarebbe cominciato in tempi non sospetti, molto
prima dell’inizio della crisi del debito che ha fatto montare le tensioni
politiche fra Atene e Berlino. Le intercettazioni sull’agenzia del debito
sarebbero partite nel 2001, quando la Grecia entra nell’euro sulla base di
conti pubblici che si sarebbero poi rivelati falsi. Quelle sul Parlamento di
Atene risalirebbero al 2002, anche se in tutti questi casi si conosce la data
d’avvio degli ascolti ma non quella in cui si sarebbero conclusi. Gli ultimi
obiettivi sarebbero stati presi di mira nel 2008.
La legge e gli obiettivi
Non è illegale per il diritto tedesco che il servizio di intelligence
civile si muova aggressivamente all’estero. Come spiega Konstantin von Notz, un
giurista e parlamentare tedesco dei Verdi che segue le questioni di
intelligence, all’estero i servizi di Berlino non sono vincolati dai limiti
della Legge fondamentale del Paese. Nel caso della Grecia, questa libertà
sembra essere stata sfruttata fino in fondo per finalità che vanno ben oltre la
lotta al terrorismo o al traffico di droga. Fra i numeri di telefono per i
quali sarebbe stato attivato l’ascolto, compaiono quelli dell’intera
infrastruttura amministrativa ed economica del Paese. C’è Ote, la società
telefonica che all’inizio del secolo era di proprietà pubblica ed oggi è
controllata da Deutsche Telekom. C’è poi anche Deh, la società di rete
dell’energia elettrica. E figurano anche le utenze domestiche di due scienziati
dell’industria aerospaziale e aeronautica militare. Gran parte degli obiettivi
che sembrano essere stati presi di mira in Grecia riguardano però le
istituzioni politico-amministrative: oltre al ministero delle Finanze, anche quelli
dell’Interno, della Difesa e degli Esteri, la Protezione civile, la Commissione
per l’energia atomica e il quartier generale dell’Aviazione civile. Fra le
utenze segnalate riguardo all’attività di ascolto del Bnd compaiono anche più
di dieci ambasciate di Paesi terzi ad Atene.
Le ambasciate (inclusa quella italiana)
Oltre a quella dell’Italia, Vice International parla delle rappresentanze
degli Stati Uniti, di Israele e della Gran Bretagna. Secondo la ricostruzione
di Spiegel sarebbero state spiate anche le ambasciate della Finlandia e
dell’Australia. Gli ingredienti di un caso politico ci sono tutti. Ma la
reazione del governo greco di Alexis Tsipras è stata emblematicamente tenue:
sono passati i tempi della rivolta anti-tedesca, oggi Atene vuole evitare
qualunque polemica che rischi di incrinare la speranza che un giorno Berlino
alleggerisca il debito greco.
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