EUROKINISSI/ΣΤΕΛΙΟΣ ΜΙΣΙΝΑΣ
«Otto von Bismarck-Schonhausen, per l'unità germanica, si annette mezza Europa», cantava in «Sfiorivano le viole» Rino Gaetano nel 1976. Quarant'anni dopo in quella mezza Europa c'è senza dubbio la Grecia, non solo annessa geopoliticamente a Berlino ma fonte di un gran bel reddito.
Da Il Giornale del 13/07/2017
Si tratta di 1,34 miliardi di euro che, in
virtù di crediti e acquisti di bond ellenici, la Germania ha guadagnato in
occasione della crisi greca, come detto pubblicamente dal ministero delle
Finanze di Berlino rispondendo a un'interrogazione dei Verdi.
Leggi violate? Nessuna. Ma da chi, un giorno sì
e l'altro pure, ripete costantemente il ritornello delle regole, dell'austerità
e dei parametri ci si sarebbe aspettato ben altro comportamento, anche perché
di scheletri nell'armadio greco la Germania ne ha parecchi.
Non solo il guadagno per i prestiti della banca
statale Kfw che ammonta a 393 milioni, mentre per l'acquisto di titoli di Stato
dalla Bce i profitti dal 2015 ammontano a ben 952 milioni. Ma c'è anche la
grande partita delle privatizzazioni che ha visto la tedesca Fraport acquisire
per soli 1,2 miliardi ben 14 aeroporti regionali greci nel 2016 e il restante
poche settimane fa.
Poi c'è lo scandalo Siemens relativo alla
fornitura allo Stato greco di servizi di comunicazione e security in occasione
delle Olimpiadi del 2004, quelle per intenderci costate tre volte più di quelle
inglesi. Senza dimenticare il grande affare delle armi vendute sull'asse
Berlino-Atene che, dopo le rivelazioni scioccanti dell'ex direttore generale
della Difesa greca Antonis Kantàs («Avevo ricevuto da Berlino talmente tante
tangenti in borsoni sportivi da aver perso il conto» disse ai magistrati), ha
portato alla scoperta di questo macro vaso di Pandora, con anche una presa di
posizione ufficiale dell'azienda che ammise (solo in seguito) pagamenti in nero
per circa 1,3 miliardi di euro.
Ma la madre dei guadagni tedeschi in Grecia si
ritrova andando a ritroso nel tempo alla voce danni di guerra che, solo dopo
l'iniziativa dell'eroe novantenne greco Manolis Glenzos, il governo si appresta
timidamente ad avanzare. Lo scorso anno il vice-ministro delle Finanze,
Dimitris Mardas, ha annunciato quanto la Germania deve alla Grecia: 278
miliardi di euro, compresi 10 miliardi per un prestito che fu preteso dalle
forze di occupazione naziste.
I danni causati alla Grecia dopo l'invasione di
Hitler del '41 dovrebbero tenere conto di 300mila cittadini greci morti di
fame, come risulta da un rapporto della Croce Rossa Internazionale. Berlino e
Roma non solo pretesero cifre elevatissime per le spese militari, ma ottennero
forzatamente anche quello che venne definito un prestito d'occupazione di 3,5
miliardi, ma fu lo stesso Führer a certificarne il valore legale disponendo poi
il risarcimento. L'Italia restituì la propria parte, mentre la Germania no.
Oggi Berlino fa la voce grossa verso Atene che
di contro, e come previsto dalla politica dei memorandum made in Schäuble che
fa acqua da tutte le parti, chiede altri soldi, stavolta al Fondo monetario
internazionale. Un prestito da 1,6 miliardi di euro, da ripagare con altre
riforme e con parametri di crescita che, però, tutti i maggiori economisti
mondiali ritengono impossibili da raggiungere.
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