La terapia intensiva degli
ospedali greci opera come se fosse “in condizioni di guerra o colpita da
disastri naturali”. Lo dicono i pazienti che si lamentano sui social. Lunedì
scorso ad Atene ben 20 pazienti erano in lista di attesa per un posto in
terapia intensiva. Uno di loro è rimasto ricoverato per 5 giorni nella normale
corsia dell'ospedale ateniese di Nikeia, ma intubato, in attesa di un letto
salva-vita.
Un suo parente se ne è
lamentato su twitter e la cosa ha avuto diffusione mediatica. Dal SSN si
difendono dicendo che a causa delle procedure per la disinfestazione delle
corsie, ci possono essere ritardi relativi ai posti letto, ma i numeri della
crisi relativi ai tagli alla sanità dicono il contrario.
Il governo lo scorso
inverno aveva annunciato un aumento di posti in terapia intensiva fino a 554
unità rispetto ai 438 dello scorso anno e aveva attribuito la responsabilità
per mancato funzionamento dei letti a concorsi andati deserti.
Drammatica la situazione
al nosocomio di Katerini, nella parte centro settentrionale della Grecia: dai
100 medici che lavoravano nel 2010, siamo passati a 55. Nella clinica
oculistica c'è un solo oculista. Il gastroenterologo non c'è più. E dal momento
che stanno scadendo i contratti per i medici ausiliari che sino ad oggi non
sono stati rinnovati, molti specialisti rischiano di andare via.
Secondo la denuncia del
Segretario dell'Ordine dei Medici Panagiotis Tarenidi l'ospedale di Katerini ha
così tante carenze che molti casi non possono essere trattati in ospedale, e
devono essere trasferiti a Salonicco che dista 80 km.
Nell'isola di Chios
inoltre ieri è crollato il soffitto nel nosocomio cittadino, andando a sfondare
una barrella per fortuna in quell'istante vuota.
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