L'ex ministro delle
Finanze, nel suo nuovo libro, racconta come dopo la vittoria del no al
referendum sull'accordo con i creditori propose al premier di iniziare a far
circolare nel Paese moneta elettronica alternativa. E il premier gli disse che
presidente della Repubblica, governatore della Banca di Grecia e servizi erano
"pronti ad affrontare un rischio dittatura"
di Francesco De Palo | 24
luglio 2017
Uscirà in Grecia a
settembre ma sta già provocando un terremoto politico il nuovo libro di Yanis
Varoufakis, Adults in the Room (Random House). L’ex ministro delle Finanze
greco e un tempo sodale del premier Alexis Tsipras, dimessosi dopo la vittoria
al referendum del luglio 2015, ricostruisce la cornice di quei giorni caldi
dell’estate di due anni fa quando, a seguito della consultazione popolare che
lasciò l’Ue con il fiato sospeso, si passò dal rischio Grexit alle sue
dimissioni dall’esecutivo e al capital control che ancora zavorra la Grecia.
L’economista riporta
dialoghi, analisi e dibattiti avvenuti nell’inner circle sirizeo, con
protagonisti lo stesso Varoufakis, Tsipras e i ministri fedelissimi Nikos
Pappas e Ioannis Dragasakis. Il primo ministro, si legge nelle anticipazioni
diffuse in questi giorni, gli chiese di preparare un piano per l’uscita di un
qualsiasi paese dalla zona euro. E Yanis gli rispose: “Lo farò, Alexis”. E
racconta che la notte del referendum, dopo lo straordinario successo dei no,
propose per l’ennesima volta al premier di iniziare a far circolare nel Paese
moneta elettronica alternativa, ma Tsipras gli replicò: “Guarda, Yanis, le tue
previsioni erano corrette. Ma se altri governi avessero concesso quello che ho
dato io, la troika avrebbe chiuso l’affare. Invece io ho dato loro più di
quanto mai dato da Samaras. E allora non vogliono un accordo, né con te né con
me. E con il 62% non mi possono toccare. Ma possono distruggerti”.
Secondo la versione che
Varoufakis riporta nel libro, Tsipras gli manifestò timori di un possibile
colpo di stato in Grecia, per questo erano “in allerta il Presidente della
Repubblica, il Governatore della Banca di Grecia Stournaras e i servizi, pronti
ad affrontare un rischio dittatura”. Aggiungendo che avrebbe preso a calci il
governatore Stournaras, reo di essere stato sin dal 2013 il nemico numero uno
del leader di Syriza, mentre sul punto Pappas suggerì di adottare “anche
soluzioni più drastiche”.
Makarios Lazaridis, il
capo della comunicazione di Nea Dimokratia, il principale partito di
opposizione, dopo la pubblicazione dell’estratto del volume ha chiesto
l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta per accertare i fatti
citati da Varoufakis. Ad attaccare Tsipras anche i socialisti del Pasok,
secondo cui “la giustizia dovrebbe intervenire e la maggioranza di governo
dovrebbe rispondere direttamente sulle rivelazioni libro”, mentre i centristi
di Potami sottolineano che questo governo “dimostra ogni giorno di non essere
capace di tirare il paese fuori dalla crisi”. La replica del premier, che sta
vedendo crollare la propria popolarità interna, giunge dalle colonne del
Guardian. “Ho fatto molti errori – ha detto Tsipras – ma il piano B non aveva
alcun valore”. E ancora: “Yanis tenta di scrivere la storia in un modo diverso.
Il piano B era proprio debole e inefficace. La Grecia? È parte integrante
dell’Europa. La nostra priorità adesso è quella di riconquistare la sovranità
finanziaria”.
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