Τρίτη 25 Ιουλίου 2017

Ora la Grecia chiede a Macron la restituzione della Venere di Milo


Il sindaco dell'isola delle Cicladi chiede ufficialmente al Louvre la restituzione della statua ellenistica: "Dopo due secoli, è tempo che torni a casa"

Giovanni Masini

La Grecia va alla guerra per colpa di Afrodite. Sembra una storia già sentita, ma i paragoni con la guerra di Troia reggono davvero poco.

Eppure qualcosa di vero c'è, poiché è proprio l'antica dea dell'amore che sta sollevando un caso internazionale che solletica l'orgoglio nazionale dei greci. A due secoli dal ritrovamento l'isola di Milos, al centro delle Cicladi, chiede infatti ufficialmente al museo parigino del Louvre la restituzione della Venere di Milo, una delle più famose sculture di tutti i tempi.

L'opera d'arte, eseguita intorno al 130 a.C., venne infatti ritrovata da un contadino nel 1820 spezzata in due parti. Sequestrata dagli ufficiali ottomani che all'epoca controllavano l'Ellade, venne acquistata da un ufficiale della marina francese e donata al re Luigi XVIII.

Il sovrano la fece esporre nel Louvre, dove ancora adesso rappresenta uno dei pezzi più pregiati di quella collezione. A due secoli dal trasferimento in Francia, però, il sindaco di Milos Gerasimos Damoulakis intende chiederne la restituzione: "Questo è l'inizio di un tentativo di ottenere qualcosa che dobbiamo sia ai nostri antenati che ai nostri nipoti", ha spiegato a Euronews.

Il tentativo è appoggiato anche dal presidente Prokopios Paulopoulos, che in visita sull'isola ha domandato a tutti i greci di "inviare messaggi di sostegno per il necessario ritorno della Venere di Milo nell'isola che le ha dato i natali".

L'obiettivo è riportarla a casa entro il 2020, per il bicentenario del ritrovamento. Attualmente nel museo archeologico dell'isola è esposta solo una copia. Che però ai greci ormai va stretta.


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