Più che
guardare solo ai ladri sarebbe utile chiedersi perché i poliziotti non muovono
un dito. E'la metafora scelta da Mondogreco, con un non troppo velato
riferimento ai mille silenzi dell'Ue, per ricordare il 43mo anniversario dell'invasione
turca di Cipro.
Quando, in risposta ad un tentativo di colpo di stato ellenico sull'isola,
50mila militari turchi, sotto una fantomatica “missione di pace”, hanno prima
bombardato la parte settentrionale dell'isola e poi costretto 200mila ciprioti
a fuggire delle proprie abitazioni dove non hanno più fatto ritorno.
20 Luglio
2017
I militari di Ankara,
inoltre, in questi otto lustri hanno provveduto a cancellare l'intero patrimonio storico-religioso-culturale della
Katekomena, eliminando fisicamente i luoghi di culto non musulmani, come il cimitero di Tersìadevastato dai carri armati o le
numerose chiese di rito ortodosso, grecoromano, maronita, che sono nel tempo
state trasformate in bordelli,
stalle, resort nello
spregio più totale.
Tutte queste
azioni sono documentate nel libro fotografico del prof. Charalambos
Chotzakoglou, bizantinista alla Hellenic Open University di
Atene, dal titolo “Religious
monuments in Turkish- Occupied Cyprus”, con la prefazione di
Nikephoros, Metropolita Arcivescovo di Kykkos e Tillyria.
Sull'argomento
il direttore di Mondogreco, Francesco De Palo, ha
partecipato alla trasmissione di Radio3 Mondo raccontando lo stato
dei fatti all'indomani del fallimento dell'ennesimo vertice per la
riunificazione, mentre il regime
di Erdogan continua
nelle quotidiane provocazioni inviando a largo di Cipro la nave oceanografica Barbaras, al
solo scopo di disturbare i rilievi posti in essere nella ZEE dall'italiana Eni e dai
francesi di Total.
Qui l'audio della trasmissione:
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