Un giovane imprenditore scrive ad Affaritaliani.it
Riceviamo e pubblichiamo da un lettore e giovane
imprenditore
Egregio direttore,
mi chiamo Andrea Pasini e sono un giovane imprenditore di
Trezzano Sul Naviglio un paese in provincia di Milano sono mesi che leggo e
rifletto sulla strana situazione economico-finanziaria della Grecia . Mio nonno
diceva sempre che abbiamo due orecchie ed un bocca, quindi dobbiamo ascoltare
il doppio rispetto a quanto parliamo. Una saggia verità. Alcuni giorni fa mi
sono imbattuto in un articolo a firma Roberto Pecchioli apparso sul sito
it.sputniknews.com. L'incipit recita: "Il debito pubblico della Grecia era
attorno al 100 per cento del PIL, adesso sfiora il 190, molti vivono di carità
privata. Queste sono le macerie che lascia la dittatura quasi decennale delle
'istituzioni finanziarie'".
Benvenuti nel mondo della finanza scellerata. Dove la
Troika impera e la nostra amata Europa brucia al fuoco dei derivati. La Grecia
è diventata, suo malgrado, un terrificante esperimento. Una cavia da
violentare, mentre Tsipras, l'emblematico leader sinistrato cresciuto
politicamente sotto il sole del G8 di Genova nel 2001, rivendica i pregi di una
sinistra annegata al largo dell'Occidente. Il bilancio? Impietoso davanti a due
passi dai nostri occhi attraversando il Mar Mediterraneo: "La gioia del
conte Gentiloni Silveri è assai sospetta e merita mostrare i dati socio
economici. Il primo dato che sgomenta è l'ampiezza degli interventi dei
'benefattori'. Gli aiuti hanno superato i 241 miliardi di euro, una parte dei
quali uscita da tasche italiane. La maggior parte di questa cifra è servito per
salvare l'enorme esposizione delle banche tedesche e francesi (oltre 90
miliardi), il resto sono andati in interessi. Cerchiamo di capire che cosa è
accaduto dal 2008-2009, allorché il precipizio si è aperto sotto i piedi del
popolo ellenico.Il PIL della Grecia è ora in lieve rialzo dopo essere disceso
per anni, con una punta al ribasso del 15 per cento. E il popolo greco? Ha
dovuto sopportare finora circa 800 'riforme' economiche e sociali imposte dai
dittatori finanziari".L'operazione è riuscita, ma il paziente è morto.
Basta girare per le strade di Atene ed accorgersi di come la culla della
civiltà sia divenuta un incubo all'ombra del Partenone. Uomini senza futuro,
uomini senza speranza, uomini attorniati da droga e dissoluzione, uomini
incapaci di trovare un lavoro, uomini appesi ad un filo. "Un greco su 4 non
ha accesso a cure mediche per lo smantellamento del sistema pubblico e la
mancanza di denaro per le terapie. Il tasso di suicidi si è alzato del 35,7 per
cento. Quattro bambini su 10 vivono in povertà". La vostra Unione Europea.
Ed allora sorge spontaneo un punto focale. Quanto dobbiamo ancora attendere per
trovare una via di ritorno? Cosa dobbiamo fare per spezzare il giogo?
Nell'ultimo numero de Il Primato Nazionale, all'interno
dell'articolo "Ascesa e declino dei radical chic", Adriano Scianca
scrive: "Le fasce degli autoctoni poveri, i disperati di casa nostra,
vengono abbandonati. Di più: vengono colpevolizzati. Perché non capiscono le
virtù dell'accoglienza, perché disprezzano la globalizzazione, perché non hanno
capito che la precarietà è un'opportunità, perché non comprendono che la
mescolanza è una risorsa. Perché hanno votato Brexit, Trump, Front National e i
due pariti del governo gialloverde. Sono plebe da rieducare, e a cui togliere
il diritto di voto fino a rieducazione avvenuta, feccia miserabile e sdentata
che non legge Pennac e non frequenta Strarbucks, che ha l'impudenza di avere
come termometro della situazione economica la propria difficoltà esistenziale e
non gli editoriali dell'Economist". Continua Pecchioli: "La disoccupazione,
al 10 per cento prima del governo Troika-Tsipras è adesso al 20 per cento, un
successone, giacché si toccò il 28 per cento. Ma i numeri sono difficili da
nascondere dietro le fumisterie contabili: solo il 35 per cento della
popolazione è attiva, l'età media di chi lavora è salita per l'emigrazione
massiccia dei giovani".
L'inferno è alle porte: "Lo stipendio medio di un
dipendente del settore privato non supera i 500 euro, la contrattazione
collettiva è stata abolita per legge".Torniamo alla corte di Tomasi di
Lampedusa e al: "Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto
cambi", quando leggiamo: "Insomma, i greci devono morire, per di più
soffrendo senza cure, affinché le istituzioni finanziarie si riprendano i soldi
che avevano improvvidamente prestato. La verità è che la Troika non si ritira
dalla Grecia. Ha infatti imposto ulteriori politiche di austerità e tagli, che
troveranno ubbidienti esecutori nel prossimo governo. Tsipras perderà le
elezioni, ma nulla cambierà, giacché gli succederà Nuova Democrazia: la destra
e la sinistra che hanno distrutto la Grecia si danno il cambio". Ora tocca
a noi non inseguire nell'oblio il popolo ellenico, per farlo dobbiamo ripartire
dal nostro passato, dalla storia che scorre nelle nostre vene. La civiltà ci
chiama alla riscossa ed il suono del corno ci invita a rispondere
presente.
Andrea Pasini, Imprenditore Trezzano Sul Naviglio
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