C’è una bomba a orologeria pronta a esplodere nell’Egeo
e, più in generale, nel Mediterraneo orientale: si chiama dossier migranti,
legato a doppia mandata alla risoluzione della crisi economica in Grecia. Più
prestiti e più flessibilità in cambio di nuovi “posti-letto” negli hotspot che
Alexis Tsipras dovrà costruire, con tutto ciò che ne consegue. Un’ideona che
Bruxelles e Berlino pare avessero da tempo nella camera gestazionale della
nuova Europa, anche perché le ultime elezioni tedesche hanno detto chiaramente
alla cancelliera e alla Cdu che l’accoglienza effettuata sino a oggi non piace
ai teutonici.
Si aggiunga che i media si sono dimenticati di Molenbeek,
di quel retroterra belga che ha dato i “natali politici” a Salah Abdeslam e a
una nidiata di terroristi che gigioneggiano ancora liberi di ideare nuovi
attacchi. Un altro luogo dove le politiche passate hanno sbagliato parametri e
strategie, con il frutto di oggi sotto gli occhi di tutti, tranne che delle
telecamere locali (altro che Scampia).
Cosa fare dunque? Rivolgersi a chi proprio non può dire
di no, dopo non aver detto no alla falsificazione della storia in Macedonia,
con un nome secolare regalato a Skopje e non aver detto no ai continui abusi di
Recep Erdogan a Cipro e nell’Egeo.
Atene, dunque, come nuova discarica morale e sociale di
un vecchio continente, con il placet di chi sta svendendo quel poco che resta
di un Paese e dei suoi dieci milioni di abitanti. Gli Usa vogliono trasformare
un atollo disabitato in una nuova base navale? No problem, lo stesso si farà
per ospitare migliaia di nuovi richiedenti asilo (che dall’Africa non possono
più usare la Libia come corridoio) o di migranti che la Germania non vuole più
e quindi destina alla solidale Grecia.
Da Berlino l’idea di usare l’Egeo come un lazzaretto ma
proprio lì, dove ci sono i nuovi hotspot, lievitano i nuovi vecchi scandali
Novartis e Siemens. Un paradosso che sembra quasi fatto apposta. Lo scandalo
Novartis è detonato nel febbraio scorso con una frode farmaceutica da almeno
tre miliardi di euro secondo il pm che indaga: si tratterebbe infatti della più
grande truffa allo Stato greco, perché ha fatto ingrossare proprio quel debito
pubblico creato da costi folli per la sanità, che ha dato origine al maxi buco
tappato dalla troika. Uno scandalo talmente grosso e dalle mille implicazioni
finanziarie e politiche da fare ombra al processo Siemens, che in Grecia vive
continui rinvii perché mancano traduttori (per via degli indagati tedeschi) o
per via della rinuncia dei giudici.
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