Incendi in
Grecia, continuano ricerche delle vittime
Cresce la
polemica in Grecia sulla gestione della crisi dopo gli incendi che hanno
devastato la zona di Atene e che hanno causato 87 morti: il premier Alexis
Tsipras si è assunto "la responsabilità politica della tragedia".
Il capo
del servizio medico legale di Atene, Nikos Karakoukis, ha alzato il numero
delle vittime a 87, contro gli 82 morti ufficialmente registrati nei giorni
scorsi: un ferito in modo grave è infatti morto in ospedale. A Mati, la
località più devastata dalle fiamme, i soccorritori continuano a cercare tra le
macerie senza escludere di trovare altri corpi. "È un lavoro lungo,
bisogna aspettare che le ceneri cadano e tornare indietro quattro, cinque volte
nello stesso posto prima di trovare qualcosa", ha spiegato uno di loro.
L'identificazione delle vittime dovrebbe durare ancora qualche giorno,
"dal 75% all'80% dei corpi sono carbonizzati", ha fatto sapere
Grigoris Léon, presidente della società greca di medicina legale.
Il governo
greco sta tentando di riprendere il controllo mentre aumentano le critiche
sulla gestione della crisi, dopo tre giorni di lutto nazionale. Arrivando uno
dopo l'altro sul posto, i funzionari governativi nei giorni scorsi avevano
ipotizzato che le cause dell'incendio potessero ritrovarsi in decenni di
violazione delle regole di urbanizzazione e di sviluppo (tra le montagne e i
pini si trovano circa 4mila case). "L'intera zona deve essere ridisegnata.
Bisogna aprire le strade, riaprire gli accessi al mare", ha dichiarato il
ministro dell'Interno, Panos Skourletis, aggiungendo che le autorità dovranno
"scontrarsi con degli interessi organizzati". "Tutta la Grecia è
costruita su questo modello", ha spiegato il ministro.
Nel
frattempo, però, dopo tre giorni di silenzio, il premier Tsipras ha indetto un
Consiglio dei ministri per "assumersi interamente davanti al popolo greco
la responsabilità della tragedia". "Credo - ha dichiarato - che
questo sia un atto dovuto per il premier e per il governo del Paese", ha
aggiunto. Giovedì sera il governo aveva tentato una prima spiegazione
ufficiale, indicando di aver allertato la giustizia di un "elemento
grave" che può indicare un intento criminale del disastro. Il progredire
continuo delle fiamme, che hanno devastato la zona in appena un'ora e mezza, ha
privato le autorità di ogni margine di intervento tempestivo per evacuare gli
abitanti, aveva anche sostenuto il portavoce del governo, Dimitris
Tzanakopoulos. Il principale partito di opposizione, Nuova democrazia, ha
denunciato "una commedia del rifiuto di ogni responsabilità"
sostenendo che molte domande sulla dinamica sono rimaste senza risposta,
compresa quella sul numero dei vigili del fuoco dedicati e all'assenza di un
"ordine di evacuazione immediato".
"Questo
governo è pericoloso e deve andarsene", ha detto uno dei leader
dell'opposizione centrista, Fofi Gennimatas. Un altro, Stavros Theodorakis, era
indignato che nessun funzionario si fosse dimesso. Lo stesso Evangelos
Bournous, sindaco di Rafina, che in parte dipende dalla zona di Mati ha dichiarato
che polizia e vigili del fuoco avevano contribuito a intrappolare le persone
chiudendo la strada principale: molte persone sono morte cercando di
raggiungere la spiaggia attraverso le scogliere e su strade "larghe 3 o 4
metri", ha spiegato il primo cittadino. "Siamo tutti responsabili,
governo, servizi e cittadini", ha aggiunto spiegando che la sua casa,
andata bruciata, era stata costruita illegalmente. Un Mati, dove il 49% delle
case è state dichiarate inagibili, i sopravvissuti stanno cercando di salvare
tutto il possibile, sostenuti da una vasta ondata di solidarietà con l'afflusso
di donazioni e di volontari.
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