Πέμπτη 26 Ιουλίου 2018

Grecia, 85 i morti per incendi: distrutti anche archivi del regista Angelopoulos

Oltre 30 le vittime identificate, diverse persone risultano ancora disperse

Αποτέλεσμα εικόνας για θ αγγελοπουλος

È salito a 85 morti il bilancio degli incendi che hanno colpito lunedì la regione di Atene. Lo riporta il quotidiano Kathimerini, spiegando che il numero delle vittime è aumentato a seguito della morte di un 73enne che era ricoverato in terapia intensiva e del ritrovamento di altri due corpi. Secondo l'emittente pubblica Ert, oltre 30 vittime sarebbero state identificate. Circa 300 soccorritori, fra vigili del fuoco e volontari, stanno continuando a perlustrare la zona di Mati alla ricerca di dispersi, fra cui ci sono due sorelline di nove anni.

26 Luglio 2018

Oltre 200 le abitazioni distrutte. Phoebe Economopoulos, la vedova nel noto regista Theo Angelopoulos, morto nel 2012, ha fatto sapere che anche la sua casa è andata distrutta e con essa gli "archivi personali" del cineasta. Il regista, capofila del cosiddetto 'nuovo cinema greco' e palma d'oro a Cannes nel 1998 per il film L'eternità e un giorno, era molto affezionato alla villa di Mati che è stata colpita dalle fiamme. Qui trascorreva spesso le sue estati con la moglie e le tre figlie. "I libri di mio marito, le sue lettere con alcune personalità, tutti i libri che i rispettivi autori gli avevano dedicato", come pure "dei testi, delle poesie" sono stati distrutti, ha raccontato Phoebe con le lacrime agli occhi, sulla tv Star. La donna ha precisato che si tratta di archivi privati, mentre il regista aveva un ufficio nel centro di Atene.

Incendi in Grecia, continuano ricerche delle vittime
Phoebe Economopoulos, la vedova nel noto regista Theo Angelopoulos, morto nel 2012, ha fatto sapere che anche la sua casa è andata distrutta e con essa gli "archivi personali" del cineasta.

Si tratta degli incendi del XXI secolo con più vittime nel mondo dopo quelli del 2009 in Australia, in cui morirono 173 persone. Ignote le cause dei roghi, sui quali è stata aperta un'indagine, ma intanto su quella che i giornali hanno definito una "tragedia nazionale" è scoppiata la polemica politica, in particolare sulla macchina dei soccorsi.

Il premier Alexis Tsipras, dopo il rientro in anticipo da una visita in Bosnia e dopo avere dichiarato tre giorni di lutto nazionale, stamattina ha presieduto una riunione di emergenza del comitato di gestione delle crisi. Il giornale di opposizione Te Nea, titolando 'Il Paese è nudo', ha criticato quella che ha definito "l'incapacità del governo di proteggere i suoi cittadini a pochi chilometri da Atene", mentre la prima pagina del quotidiano Ethnos mostrava una bandiera greca carbonizzata accompagnata dal titolo 'Armageddon'. Il sito BankingNews, inoltre, denuncia "un meccanismo governativo inesistente, sia a livello di coordinamento sia di azione". Ma la replica è giunta da un alto responsabile della protezione civile su Kathimerini: "Non abbiamo avuto il tempo" di avviare un piano di evacuazione a causa dei venti forti, che hanno fatto propagare le fiamme rapidamente.

Per gli esperti, tuttavia, questi incendi erano una catastrofe annunciata: da case costruite nell'anarchia in mezzo ai pini, assenza di piani di evacuazione, servizi pubblici mal organizzati e logorati dall'austerità. Per l'ingegnere idraulico e forestale Nikos Bokaris, per esempio, la località di Mati sulla costa orientale, che è stata totalmente devastata dai roghi, accumulava tutti i rischi dal momento che c'erano alberi, residenti e bagnanti in pochi chilometri quadrati densamente occupati e urbanizzati senza controllo ai piedi di monti ricoperti di boschi. Quello che è mancato e che avrebbe potuto consentire di salvare delle vite è la prevenzione, afferma l'esperta ambientale Christina Theohari.

Dopo lo shock delle immagini di Mati, a est di Atene, totalmente distrutta dalle fiamme, con il ritrovamento di 26 corpi di persone morte mentre erano abbracciate, e le ricostruzioni di gente fuggita in ogni modo fino al mare per scappare alle fiamme, è il momento del lutto. Il Parlamento europeo ha tenuto oggi le bandiere a mezz'asta in ricordo delle vittime, mentre l'Ue ha avviato il meccanismo di protezione civile comunitaria su richiesta di Atene. Resta però un fronte ancora aperto: quello di Kineta, sul monte Gerania, 25 chilometri a ovest di Atene, che brucia per il terzo giorno consecutivo. Le fiamme minacciano le case, e alcuni quartieri sono stati evacuati per precauzione. Decine di pompieri sono al lavoro, con l'aiuto di elicotteri e canadair. Per i prossimi giorni sono in programma piogge, il che dovrebbe aiutare a domare le fiamme.


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