Oltre 30 le
vittime identificate, diverse persone risultano ancora disperse
È salito a
85 morti il bilancio degli incendi che hanno colpito lunedì la regione di
Atene. Lo riporta il quotidiano Kathimerini, spiegando che il numero delle
vittime è aumentato a seguito della morte di un 73enne che era ricoverato in
terapia intensiva e del ritrovamento di altri due corpi. Secondo l'emittente
pubblica Ert, oltre 30 vittime sarebbero state identificate. Circa 300
soccorritori, fra vigili del fuoco e volontari, stanno continuando a
perlustrare la zona di Mati alla ricerca di dispersi, fra cui ci sono due
sorelline di nove anni.
Oltre 200 le
abitazioni distrutte. Phoebe Economopoulos, la vedova nel noto regista Theo
Angelopoulos, morto nel 2012, ha fatto sapere che anche la sua casa è andata
distrutta e con essa gli "archivi personali" del cineasta. Il
regista, capofila del cosiddetto 'nuovo cinema greco' e palma d'oro a Cannes
nel 1998 per il film L'eternità e un giorno, era molto affezionato alla villa
di Mati che è stata colpita dalle fiamme. Qui trascorreva spesso le sue estati
con la moglie e le tre figlie. "I libri di mio marito, le sue lettere con
alcune personalità, tutti i libri che i rispettivi autori gli avevano
dedicato", come pure "dei testi, delle poesie" sono stati distrutti,
ha raccontato Phoebe con le lacrime agli occhi, sulla tv Star. La donna ha
precisato che si tratta di archivi privati, mentre il regista aveva un ufficio
nel centro di Atene.
Phoebe Economopoulos, la vedova nel noto regista Theo Angelopoulos, morto nel 2012, ha fatto sapere che anche la sua casa è andata distrutta e con essa gli "archivi personali" del cineasta.
Si tratta
degli incendi del XXI secolo con più vittime nel mondo dopo quelli del 2009 in
Australia, in cui morirono 173 persone. Ignote le cause dei roghi, sui quali è
stata aperta un'indagine, ma intanto su quella che i giornali hanno definito
una "tragedia nazionale" è scoppiata la polemica politica, in
particolare sulla macchina dei soccorsi.
Il premier
Alexis Tsipras, dopo il rientro in anticipo da una visita in Bosnia e dopo
avere dichiarato tre giorni di lutto nazionale, stamattina ha presieduto una
riunione di emergenza del comitato di gestione delle crisi. Il giornale di
opposizione Te Nea, titolando 'Il Paese è nudo', ha criticato quella che ha
definito "l'incapacità del governo di proteggere i suoi cittadini a pochi
chilometri da Atene", mentre la prima pagina del quotidiano Ethnos
mostrava una bandiera greca carbonizzata accompagnata dal titolo 'Armageddon'.
Il sito BankingNews, inoltre, denuncia "un meccanismo governativo
inesistente, sia a livello di coordinamento sia di azione". Ma la replica
è giunta da un alto responsabile della protezione civile su Kathimerini:
"Non abbiamo avuto il tempo" di avviare un piano di evacuazione a
causa dei venti forti, che hanno fatto propagare le fiamme rapidamente.
Per gli
esperti, tuttavia, questi incendi erano una catastrofe annunciata: da case
costruite nell'anarchia in mezzo ai pini, assenza di piani di evacuazione,
servizi pubblici mal organizzati e logorati dall'austerità. Per l'ingegnere
idraulico e forestale Nikos Bokaris, per esempio, la località di Mati sulla
costa orientale, che è stata totalmente devastata dai roghi, accumulava tutti i
rischi dal momento che c'erano alberi, residenti e bagnanti in pochi chilometri
quadrati densamente occupati e urbanizzati senza controllo ai piedi di monti
ricoperti di boschi. Quello che è mancato e che avrebbe potuto consentire di salvare
delle vite è la prevenzione, afferma l'esperta ambientale Christina Theohari.
Dopo lo
shock delle immagini di Mati, a est di Atene, totalmente distrutta dalle
fiamme, con il ritrovamento di 26 corpi di persone morte mentre erano
abbracciate, e le ricostruzioni di gente fuggita in ogni modo fino al mare per
scappare alle fiamme, è il momento del lutto. Il Parlamento europeo ha tenuto
oggi le bandiere a mezz'asta in ricordo delle vittime, mentre l'Ue ha avviato
il meccanismo di protezione civile comunitaria su richiesta di Atene. Resta
però un fronte ancora aperto: quello di Kineta, sul monte Gerania, 25
chilometri a ovest di Atene, che brucia per il terzo giorno consecutivo. Le
fiamme minacciano le case, e alcuni quartieri sono stati evacuati per precauzione.
Decine di pompieri sono al lavoro, con l'aiuto di elicotteri e canadair. Per i
prossimi giorni sono in programma piogge, il che dovrebbe aiutare a domare le
fiamme.
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