Entra nel
vivo la nuova partita che Atene gioca nell'Egeo e nello Ionio, con l'obiettivo
di aprire a quei players che stanno già operando nel Mediterraneo orientale.
Sullo sfondo gli intrecci dei nuovi gasdotti e le intemperanze di Ankara.
Via libera
dal governo greco all’azione di Total e Exxon Mobil per la ricerca degli
idrocarburi in due macro aree nel mare di Creta. In questo modo entra nel vivo
la nuova e articolata partita che Atene gioca nell’Egeo e nello Ionio, (con il
pollice in su di Washington) con l’obiettivo di aprire a quei players che
stanno già operando nel Mediterraneo orientale, in particolare nella Zona
economica esclusiva di Cipro. Sullo sfondo gli intrecci dei nuovi gasdotti e le
intemperanze di Ankara.
CONZORZIO
FRANCO-USA
Il consorzio
franco-americano è stato selezionato per la concessione delle aree marine ad
ovest e sud di Creta per le indagini di perforazione. Così ha deciso il
ministro greco dell’Ambiente e dell’energia, Giorgos Stathakis. La zona a sud
di Creta si estende su una superficie di 19.868 chilometri quadrati mentre
quella occidentale per 20.058 chilometri quadrati.
Adesso i
prossimi passi includono la verifica dei contratti di locazione, l’approvazione
da parte del ministero, e la ratifica del Parlamento. Ma non è finita qui: c’è
anche lo Ionio come prossima destinazione. La prossima settimana la nomina del
consorzio prescelto, con in pole position Hep-Repsol.
Appare
evidente come la strategia complessiva che vede importanti soggetti operare nel
Mediterraneo orientale ed in quello sud orientale sia da collegare con la
geopolitica di quella macro regione, legata ai sommovimenti presenti al Cairo,
ad Ankara, a Nicosia e a Mosca.
Se da un
lato il triumvirato Grecia-Cipro-Israele è ormai un unicum monolitico
relativamente ai nuovi scenari politico-finanziari, è in Turchia che montano
ancora una serie di rivendicazioni su Cipro che nessun trattato internazionale
garantisce ad Erdogan.
Ragion per
cui è in quel parallelo che si concentreranno non solo le nuove dinamiche
legate allo sfruttamento in sé dei giacimenti, ma potenziali nuovi frizioni tra
blocchi contrapposti.
EGEO PIÙ
IONIO
Exxon, Total
e Repsol hanno da tempo manifestato interesse all’esplorazione petrolifera al
largo della Grecia. L’offerta per il blocco cretese era stata avanzata lo
scorso 5 marzo alla società greca di gestione delle risorse petrolifere e del
gas (Hhrm). Exxon e Total (che già sono operative nei pozzi della Zee di Cipro)
ciascuno con una quota del 40%, agiranno in partnership con Hellenic Petroleum
per Creta, mentre quest’ultima agirà con Repsol al largo di Corfù.
Il governo
Tsipras ha lanciato le rispettive gare nel 2016 incoraggiato da grandi
giacimenti di gas presenti nel Mediterraneo orientale, ovvero Leviathan, Zohr e
dalle strategie complessive che si stanno snodando attorno alla nuova cartina
dei gasdotti, con in primo piano Tap e EastMed.
In questo
senso la Grecia, al fine di poter attirare investimenti nel settore energetico
anche con l’idea di uscire dai drammatici anni di crisi economica, ha
intrecciato un rapporto trilaterale con Israele e Cipro, creando di fatto il
nuovo triumvirato energetico in quel fazzoletto di Mare Nostrum.
Regista per
il lato greco di questa accelerata è il ministro dell’Energia George Stathakis,
fedelissimo di Tsipras, che più volte ha legato il dossier energetico alla più
ampia stabilizzazione della macro regione del Mediterraneo sudorientale.
USA &
GRECIA
Il primo a
congratularsi del via libera al consorzio franco americano è stato
l’Ambasciatore degli Stati Uniti ad Atene, Jeoffrey Pyatt che in un tweet l’ha
definita “una grande novità” per Exxon Mobil. Pyatt prima del suo arrivo in
Grecia è stato di stanza in Ucraina, ed è un grande esperto di idrocarburi e di
energia. Dimostra ulteriormente il fil rouge che si è creato tra la Casa Bianca
e l’Egeo, che negli ultimi mesi è sfociato nel macro cambio di strategia
militare, con il Pentagono che ha abbandonato la base turca di Incirlik
spostando truppe e mezzi in tre basi elleniche già esistenti ed in una nuova di
zecca che sarà costruita su un atollo disabitato.
Si tratta
della base di Andravida nel Peloponneso, di quella aerea di Larissa e di
un’altra a Salonicco, dove il porto è stato appena indirizzato verso una fase
di privatizzazione che produrrà anche una decisa infrastrutturazione
ferroviaria.
Inoltre
Washington ha deciso di sostenere i cantieri navali militari ellenici facendo
costruire lì le nuove imbarcazioni che serviranno alla flotta mediterranea, che
già possono contare proprio a Creta sulla base per sottomarini di Souda Bay,
con annesso un centro di formazione Nato.
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