Firmati i
contratti per utilizzare uno dei più moderni impianti di perforazione del
mondo, anche in condizioni ambientali particolarmente sensibili. La bandiera
britannica dell'impianto è di un gigante delle spedizioni, ma a preoccupare è
ancora la reazione turca.
Mentre in
Indonesia ExxonMobil annuncia l’acquisizione di PT Federal Karyatama (FKT), uno
dei maggiori produttori e distributori di lubrificanti per moto, nel
Mediterraneo orientale prosegue la sua strategia in vista del dossier
idrocarburi.
Inizierà
il prossimo novembre la perforazione da parte del colosso Usa del blocco 10
nella zona economica esclusiva di Cipro, ma con la novità rappresentata dalla
bandiera inglese e in attesa delle mosse di Israele, Egitto e Giordania.
UK
Sono stati
firmati i contratti per utilizzare uno dei più moderni impianti di perforazione
del mondo, anche in condizioni ambientali particolarmente sensibili e ad una
profondità fino a 35mila piedi sotto la
superficie marina. La bandiera britannica dell’impianto di perforazione
“appartiene” a un gigante delle spedizioni, che da tempo fa la spola tra Londra
e Nicosia e che farà team con Exxon.
Al
contempo si muove l’organizzazione parallela alla ricerca di idrocarburi.
MedServ, consorzio di interessi commerciali di Malta e Cipro, ha annunciato di
aver firmato un contratto con una multinazionale per fornire servizi di base di
approvvigionamento a terra e sostenere attività di esplorazione offshore in Zee
di Cipro. Medserv aveva in passato anche collaborato con l’italiana Eni nella
Zee.
Si tratta
di un fazzoletto di acque importantissimo dove sono state compiute due
importanti scoperte di gas: il giacimento Afrodite nel 2011 e Calypso nel 2018,
con valutazioni stratosferiche circa i volumi presenti. Dal 2008 al 2016 il
governo cipriota ha dato vita a tre turni di aste per dodici blocchi offshore.
Le aziende vincitrici, come noto, sono Eni in partnership con Total, la
partnership realizzata da Noble, Delek Energy, Shell e quella di ExxonMobil con
Qatar Petroleum.
Ecco,
quindi, che si va componendo il puzzle che dovrà affrontare uno dei dossier più
importanti di questo decennio, con, da un lato, le mire legittime di soggetti
privati e Stati, e, dall’altro, le intemperanze della Turchia interessata a
condizionare gli eventi, con sullo sfondo i riverberi del caso iraniano.
Meno di un
mese fa il numero 2 di Exxon ha incontrato a Nicosia il ministro dell’energia
cipriota per definire gli ultimi dettagli operativi circa i pozzi Antheias e
Glauco, e per fare il punto sulle azioni della Turchia che mirano a
congestionare la Zee cipriota.
L’ultima
provocazione da Ankara è stata lanciata poche ore prima delle elezioni che
hanno visto vincere Erdogan, dal partito nazionalista turco MHP, con un video
che raffigurava l’isola di Cipro come territorio turco con tanto di bandiera
unitaria.
SCENARI
L’obiettivo
di Exxon (ma non solo) è sì quello di rafforzare la cosiddetta “operazione
Cipro”, ma non perdere il treno delle interconnessioni future che riguardano
anche Israele ed Egitto. È dal 2009 che Tel Aviv ha annunciato una grande
scoperta di cui il prologo decisivo circa la fase di sfruttamento si svolgerà
il prossimo mese di ottobre, quando addirittura altri 50 blocchi saranno messi
all’asta. Segno che è lì che andranno costruite strategie ed alleanze: il
problema, però, è che la prima asta svoltasi sei mesi fa non ha sortito gli
effetti desiderati, con solo due offerte ricevute da Israele.
In
silenzio si dice che il timore maggiore sia rappresentato dalla reazione di
quei Paesi arabi del golfo che non guardano di buon grado l’intera mossa israeliana
e dalla partita iraniana che influenza due quadranti come quello mediorientale
e quello mediterraneo.
Ragion per
cui è al Cairo che si guarda nella speranza che il quadro complessivo registri
delle nuove influenze: da quando l’Egitto ha scelto di acquistare da Israele 15
miliardi di dollari in gas ecco che la percezione complessiva della strategia
di Netanyahu sta mutando. Lo dimostra la “replica” alla mossa egiziana compiuta
anche dalla Giordania.
Δεν υπάρχουν σχόλια:
Δημοσίευση σχολίου