NON RIESCO A
SMETTERE DI PENSARE alla settimana, troppo breve, di vacanza trascorsa questa
estate nelle isole greche. Assieme al vano portaoggetti dell’aereo ho chiuso,
ormai qualche settimana fa, anche quella luminosa finestra sull’azzurro, anzi,
sui tanti azzurri dell’Egeo. A occhi chiusi, con un filo di tristezza, cerco di
fissare i ricordi che devono servire da riserva di bellezza e umanità per tutto
l’anno. Appartengo alla numerosa categoria degli innamorati della Grecia, che
si incontrano su ogni spiaggia, sempre pronti a elencare tutte le isole
visitate, a suggerire le più belle, a provare soddisfazione per qualche parere
condiviso, ma anche un po’ di invidia per chi ne ha viste di più. Su queste
spiagge si incontrano francesi, belgi, tedeschi, russi, un sacco di olandesi,
scandinavi e, naturalmente, italiani. Si parla un inglese arruffato e
improbabile e ci si sente davvero un popolo unico.
di Chiara Ferrarese
SI, PERCHÉ
LA GRECIA è proprio la spiaggia dell’Europa, la sponda estrema: abbastanza
lontana per evadere dalla vita quotidiana, abbastanza vicina e familiare per
sentirsi a casa. Sono soprattutto i greci che ti fanno sentire a casa. Loro che
si fanno capire in tutte le lingue di questa pazza Europa, che anzi riconoscono
da lontano, a colpo d’occhio, le diverse nazionalità dei turisti e salutano
ciascuno nella lingua giusta, loro che ti affittano ombrelloni ben distanziati
a prezzi abbordabili e che servono piatti di verdura dal sapore di verdura. Che
venerano con devozione le icone di una fede antica e affascinante, ma non fanno
una piega davanti a chi crede in un Dio diverso.
SAPPIAMO TUTTI che la Grecia è povera, che gli
aeroporti sono stati ceduti ai tedeschi, che si tira avanti a fatica. Eppure
qui non manca la gentilezza, nessuno ti guarda con sufficienza se non sai
l’inglese, tutti sono pronti ad aiutarti se hai dimenticato accesi i fari della
macchina e ti ritrovi con la batteria scarica, magari in orario notturno (mi è
successo due volte). Quasi ovunque c’è qualche europeo che ha lasciato il suo
paese d’origine ed è venuto qui a coltivare meloni o a vendere caftani fatti a
mano. Un motivo ci sarà. In Grecia ci si sente davvero Europei, Europei come si
dovrebbe essere: civili, cordiali, tolleranti. Teniamoceli stretti, questi
greci, e non solo perché ci hanno dato Omero, Platone e compagnia, ma anche per
quello che ci stanno regalando adesso, in termini di umanità.
Δεν υπάρχουν σχόλια:
Δημοσίευση σχολίου