Con 200
persone al giorno, il numero di arrivi è il più elevato da marzo 2016. Il 40%
dei 6.000 sbarcati da agosto è rappresentato da bambini. Neonati e donne
incinte costretti a dormire per terra.
L’impennata di arrivi di rifugiati e migranti nelle isole greche sta causando un grave sovraffollamento, con tende da 5 persone che ne ospitano fino a 16, neonati costretti a dormire a terra e bambini esposti a seri rischi. A denunciarlo Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro.
Quasi 200
persone al giorno – il numero più alto registrato da marzo 2016 – sono arrivate
in barca questo mese dopo essere fuggite da zone di guerra come la Siria e
l’Iraq[1], con le strutture delle isole egee di Samos, Lesbo, Chios, Leros e
Kos ormai stracolme. Oltre 6.000 persone sono arrivate dall’inizio di
agosto[2], di queste si stima che il 40% sia costituito da bambini. I lunghi
tempi delle procedure per la richiesta d’asilo significano, per le persone,
restare bloccati sulle isole per un periodo indefinito e per le famiglie con
bambini vivere in rifugi di fortuna con scarse condizioni igieniche, senza
acqua e con un numerdo di bagni insufficiente. Ratti e insetti hanno infestato
le aree abitate e gli impianti elettrici improvvisati rappresentano un rischio
per i più piccoli.
Il
sovraffollamento ha reso alcuni campi molto insicuri per i bambini, con
frequenti episodi di violenza e abusi nei confronti di minori. La lunga
permanenza in tali condizioni espone i bambini a danni psicologici: livelli
accresciuti di stress e ansia, disperazione, depressione e autolesionismo, come
rilevava a marzo un rapporto di Save the Children.
Circa 10.000
persone si trovano attualmente negli hotspot, che hanno una capacità totale di
soli 5.576 posti. A Samos oltre 2.800 persone vivono in un centro per
l’accoglienza e l’identificazione con una capacità massima di 700 posti. Quasi
600 bambini, inclusi 76 minori non accompagnati o separati dalle proprie
famiglie, vivono in queste condizioni. A Lesbo, il centro di accoglienza – dove
le persone devono restare fino all’esito della domanda d’asilo – ospita più di
4.300 persone, quasi il doppio della sua capienza, che è di 2.330[3].
“A due anni
dall’inizio di questa crisi, vediamo ancora famiglie condividere le tende e
bambini, inclusi i neonati, dormire a terra” racconta Andreas Ring,
rappresentante di Save the Children in Grecia. “Le madri ci riferiscono di non
riuscire a prendere appuntamento coi medici per far visitare i figli ammalati a
causa delle enormi liste d’attesa. Sappiamo di 16 persone appartenenti a tre
nuclei famigliari, tra le quali vi è una donna incinta, che hanno dovuto
dividere una tenda per 5. Questo non è un ambiente sicuro: sta mettendo a
rischio la salute e il benessere dei bambini”.
La lentezza
delle procedure di asilo aggrava la situazione: “L’incertezza per il futuro,
combinata con le condizioni di vita estremamente difficili sono sufficienti per
spingere le persone al punto di rottura, soprattutto coloro che hanno già
vissuto esperienze traumatiche nel paese d’origine” aggiunge Ring.
Save the
Children chiede al governo greco di fare di più per attenuare sovraffollamento e
condizioni terribili, compiendo dei passi immediati per decongestionare le
isole e permettere alle persone di spostarsi sulla terraferma, dando priorità
alle persone più vulnerabili. Il governo dovrebbe, inoltre, accelerare gli
sforzi per migliorare l’accoglienza sulle isole e assicurare la sicurezza dei
bambini negli hotspot.
Molta la
preoccupazione dell’Organizzazione: mentre aumentano i bisogni umanitari sulle
isole, la disponibilità dei servizi essenziali diminuisce. La causa è
rintracciata nella diminuzione dei fondi per le isole, col risultato che
diverse organizzazioni non governative hanno dovuto ritirarsi o ridurre il
proprio impegno. Anche Save the Children, che continua a offrire supporto su
alcune isole greche[4], ha dovuto ridurre o trasferire parte del suo lavoro ad
organizzazioni locali. Sollecitiamo con urgenza i donatori e il governo greco
affinché vengano resi disponibili fondi essenziali per garantire che l’impegno
umanitario sulle isole possa continuare e affinché i bambini rifugiati e migranti
abbiano accesso ai servizi di cui hanno bisogno.
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