Giovane
guerriero che si mette l'elmo, particolare di una coppa, VI sec. a.C. Museo
Nazionale, Atene
Sparta e
Atene rappresentano in maniera esemplare i due modelli fondamentali di
organizzazione politica della polis: a Sparta si realizzò un’oligarchia (dal
greco olígoi, “pochi”, e arché, “governo”), basata sul potere di una ristretta
fascia di cittadini privilegiati; in Atene si realizzò una democrazia (da
demos, “popolo”, e kràtos, “potere”), fondata sulla larga estensione della
cittadinanza e sulla partecipazione del popolo alla vita politica.
Sparta, con la sua rigida costituzione oligarchica e l’educazione militare impartita ai giovani spartiati, fu il modello della Grecia aristocratica e sempre pronta alla guerra. Diversamente dalle altre poleis, non era cinta di mura di pietra, perché il vanto degli Spartani era che le sue mura fossero fatte di uomini: i suoi invincibili opliti.
Atene, con
la sua costituzione democratica, con la sua cultura filosofica e con le grandi
opere d’arte realizzate durante l’età di Pericle, divenne nel V secolo a.C. il
faro della civiltà classica antica.
Sparta visse
a lungo seguendo le leggi di Licurgo, che istituì un sistema politico basato su
due re, un consiglio di ventotto anziani e l’apella, l’assemblea degli
spartiati.
Atene invece
vide realizzarsi più leggi scritte, che con Clistene approdarono a una
democrazia molto avanzata per quell’epoca. La grande riforma di Clistene ampliò
la partecipazione dei cittadini ateniesi alla vita politica: costituì la
potente assemblea della bulé, diede maggiori poteri all’ekklesía, introdusse i
principi del sorteggio, della rotazione e della collegialità delle cariche
pubbliche.
Sparta e
Atene, mettendo da parte le loro avversità reciproche, furono le protagoniste
delle guerre contro i Persiani (prima guerra persiana e seconda guerra
persiana).
Tuttavia,
accantonato il pericolo persiano, il desiderio di egemonia e la fame di potere
presero il sopravvento e condussero alla lunghissima guerra del Peloponneso
combattuta fra Sparta e Atene.
Al termine
della guerra del Peoloponneso (vinta da Sparta), il ruolo di potenza egemone di
Atene risultò fortemente ridimensionato mentre Sparta non riuscì ad assumere il
ruolo di guida del mondo greco, a causa della inadeguatezza dei propri
ordinamenti politici e sociali.
In questo
quadro Tebe emerse come principale protagonista dello scenario politico greco
per circa un decennio (371-362 a.C.), per poi cedere il passo alla crescente
potenza del regno di Macedonia, guidato dal re Filippo II.
Δεν υπάρχουν σχόλια:
Δημοσίευση σχολίου