Dopo dieci
anni di scavi, le conferme dalle iscrizioni su alcuni oggetti ritrovati
dall'équipe di archeologi svizzeri e greci che lavora al sito
Gio, 21/09/2017
L’intuizione
era giusta, dieci anni di studio e ricerche sul campo e gli archeologi hanno
scoperto che ci avevano visto lungo.
Il tempio
scoperto sull’isola di Eubea, in Grecia, è il tempio “perduto” di Artemide
Amarynthia, teatro - nell'antichità - di ricche e fastose cerimonie religiose
rese immortali dagli storici e dai geografi del tempo.
Le ricerche
sono iniziate già nel 2007, dieci anni fa. L’équipe, composta da studiosi
svizzeri e greci, s’era messa al lavoro per trovare uno dei santuari più famosi
dell’antichità classica dove si svolgevano le cosiddette Amarisie, una delle
più affascinanti celebrazioni religiose dell’antica Grecia.
Come riporta
Swissinfo.ch, dopo le scoperte architettoniche (tra cui un grosso muro d’età
classica) effettuate finora, sarebbero giunte le conferme che identificano il
sito proprio come il santuario delle Amarisie di cui scrissero, a suo tempo,
Pausania e Strabone.
Alcuni
artefatti scoperti dagli archeologi, difatti, riportano iscrizioni quali
“Artemidos” che attesterebbero che quel luogo su cui s’è posata la loro
attenzione fosse proprio il punto d’arrivo della processione in cui culminavano
le celebrazioni descritte dagli scrittori classici.
Durante i
dieci anni di scavo, sono venuti alla luce (oltre al muro), un edificio
palaziale, un portico e alcune terme di età romana. La scoperta, che va verso
la conferma dopo gli ultimi ritrovamenti archeologici, è di straordinaria
importanza anche, negli anni, sono stati parecchi gli studiosi che si sono
messi alla ricerca del sito religioso di Eubea, tra i più splendidi e affascinanti
dell’intera Grecia.
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