Moussaka,
souvlaki, saganaki e gyros: la cucina greca offre moltissimi piatti che possono
conquistare il palato di tutti.
di SARA STEFANINI
20 settembre
2017
Dai bar di
quartiere alle taverne, dai cocktail bar alle cene sospese nel cielo: Atene non
è solo la culla della filosofia e della democrazia. Qui, dove Aristotele ha
fondato il suo liceo, dove Socrate divulgava la sua morale e dove i miti sugli
dei incantano ancora, c’è una città che vive. Impossibile non lasciarsi sedurre
da quartieri come Monastiraki o Plaka. Visitare Atene è anche un obbligo morale
per il peso della storia che le appartiene. Non date retta ai vostri amici che
l’hanno visitata tanti anni fa e che vi hanno detto che non vale la pena
visitarla. Osate e approfittate di un volo low cost: in tre o quattro giorni la
visitate, ecco qualche consiglio su dove e cosa mangiare.
Moussaka,
souvlaki, saganaki e gyros: la cucina greca offre moltissimi piatti di
influenza mediterranea che conquistano il palato di tutti. C’è da dire
innanzitutto una cosa: mangiare qui non è assolutamente caro, anzi con 15 euro
vi riempite veramente lo stomaco come se aveste preso parte a “Il mio grasso
grosso matrimonio greco”. Ma occhio al caffè. Qui, come anche in Turchia e in
Tunisia, il caffè ha la posa. Quindi se volete un caffè espresso è bene che lo
specifichiate.
Primo
giorno.
Una volta
arrivati, dirigetevi verso il Museo nazionale di Atene, ma prima fate una sosta
alla taverna Rozalia per pranzo, a Exarchia. Un locale nascosto in una zona non
troppo battuta dai turisti che offre tavoli sia dentro sia fuori e i camerieri
passano con vassoi colmi di tzatziki, humus, purea di melanzane, insalata greca
e altri piatti pronti che potete tranquillamente prendere per degustarli sul
momento mentre attendete il vostro main course. Un bicchierino di Ouzo per digerire
e poi via, verso la famosa maschera cosiddetta di Agamennone. Il mistero e le
varie teorie che la pervadono sono sicuramente tra i primi motivi che spingono
a visitare uno dei musei più importanti del mondo, poiché possiede la
collezione più ricca di opere greche antiche (oltre 11mila pezzi in 8mila mq).
Eccetto le numerose che si trovano al British museum.
Exarchia è
il quartiere della street art: se partite da Themistokleous e andate a
passeggio verso la collina di Strefi ne vedrete molti. Dopodiché percorrete
fino alla fine la strada Stadiou: arriverete a piazza Syntagma, il fulcro della
vita moderna della città. E’ dedicata alla Costituzione e allo scoccare di ogni
ora potrete guardare il singolare cambio della guardia degli evzones davanti al
Milite ignoto. Proprio dietro al Parlamento, spesso scenario di violenti
scioperi e manifestazioni cittadine contro i politici, si sviluppano i
rilassanti Giardini nazionali, mentre dal lato opposto verrete attratti dalle
viuzze lastricate di Plaka e Monastiraki. Se siete amanti del cioccolato
fermatevi da Aristokratikon, un piccolissimo negozio aperto nel 1928.
Dietro al
Giardino e accanto al Museo Bizantino e Cristiano vive ancora la retorica
aristoteliana tra i resti del Liceo di Aristotele fondato nel 335 a.C.. Era
definita scuola peripatetica perché insegnanti e allievi passeggiavano durante
le lezioni. Non troppo lontano, il marmo pentelico del primo stadio olimpico
della storia: il Panathinaiko. È lo stadio che compare nelle medaglie olimpiche
e nell'antichità ospitò i Giochi panatenaici, in onore della dea Atena,
protettrice della capitale greca. Si trova tra due colline tra i quartieri
residenziali Mets e Pangrati. Di fronte, i Giardini dello Zappeion con palazzo
ottocentesco annesso. Alle spalle dello stadio, un ristorante di haute cuisine,
Spondi. È considerato il migliore di Atene e si è aggiudicato ben due stelle
Michelin. Potete scegliere di restare lì per cena oppure tornare a piazza
Syntagma e assaporare dei ravioli di gamberetti con crema di zafferano e lime o
delle delicate polpette di merluzzo con basilico e purè di mandorla al Tudor
Hall Restaurant.
I prezzi non
sono bassi, ma giustificati dai prodotti freschi, di qualità e dal tocco
moderno dello chef Alexandros Kostinas. Il menu riflette la tradizione della
cucina greca ma con qualche rivisitazione. E poi cenare al settimo piano
dell’hotel King George accompagnati dalle note di un pianoforte a corda con
l’Acropoli a far da sfondo è pressoché romantico e suggestivo. Scelto tra i
migliori ristoranti della Grecia nel 2017 per il quarto anno di fila, il
ristorante ha recentemente ricevuto il premio Toques d'Or dalla rivista
Athinorama e il riconoscimento speciale
di "Best of Award of Excellence" dalla famosa rivista Wine Spectator
sin dal suo primo anno di attività. Anche i cocktail sono molto buoni, ma se volete
ammirare l’Acropoli da un’altra prospettiva – e più precisamente a 289 metri di
distanza - andate al Pointa Restaurant, un giardino su terrazza al quinto piano
dell’Herodion Hotel dove potete sorseggiare un drink all’aperto in una location
veramente di tendenza.
Secondo
giorno.
Giornata
dedicata all’antica Grecia. Zaino in spalla, scarpe comode e via alla volta
dell’Acropoli, dell’Agorà e della collina di Filopappo. Qui entriamo nel cuore
di Atene, del suo vero spirito e del motivo principale per cui visitarla.
L’Acropoli è uno dei siti antichi più importanti del mondo occidentale, per
questo è diventato Patrimonio dell’Umanità Unesco nel 1987. Dalla sua collina
domina tutta la città, infatti è visibile da ogni angolo, da ogni stradina.
Partenone, Tempio di Atena Nike, Odeon di Erode Attico, Tempio di Dionisio e le
splendide Cariatidi: in un batter d’occhio vi immergerete completamente nel
mondo dell’antica Grecia. Ai piedi dell’Acropoli, dopo aver attraversato l’Arco
di Adriano, c’è il Tempio di Zeus, il più grande di tutta la Grecia del periodo
ellenistico e romano. La sua maestosità era dovuta alle 104 colonne alte 17
metri e all’enorme statua di Zeus accanto a quella di Adriano, l’imperatore che
dopo oltre 700 anni riuscì a far ultimare l’opera.
Ma prima di
visitare l’Agora, fate merenda con uno yogurt greco da Fresko. Intanto, se per
pranzo siete alla ricerca di una vera taverna ‘rustica’, Diporto Agoras si
trova a Monastiraki. Senza insegne, in uno scantinato e pochi piatti senza
menu: l’atmosfera che respirate qui non la vivrete da nessuna parte. Le
specialità sono i revíthia (ceci) e il pesce alla griglia. E l’oste, burbero ma
socievole, vi porterà direttamente in cucina davanti ai fornelli a vedere i
pentoloni giganti che ribollono. Se invece avete voglia di gyros o di souvlaki
andate da Souvlaki bar, in una piazzetta proprio di fronte all’Antica Agorà.
Dodici
ettari di fondamenta di politica e democrazia: l’Antica Agorà è famosa, tra le
altre cose, anche perché qui Socrate elargiva le sue riflessioni filosofiche
fino al giorno della sua sentenza di condanna a morte. La prigione si trova
sulla collina di Filopappo, che visiteremo virtualmente dopo. Tra resti e
ricostruzioni della Stoà, quello che più affascina e colpisce è il Tempio di
Efesto, il dio del fuoco. È uno dei templi dorici meglio conservati al mondo, è
stato costruito verso la metà del V secolo a.C. e nel VII secolo d.C.
convertito in chiesa cristiana dedicata a San Giorgio. Non troppo lontano
troviamo invece la cattedrale della città e l’Agorà romana con la sua famosa
Torre dei Venti. Costruita nel I secolo a.C. dall’astronomo siriano Andronico
era una meridiana, un anemoscopio, un orologio ad acqua e bussola.
Accanto alla
cattedrale, invece, sorge una piccola chiesa molto più importante dal punto di
vista architettonico: la chiesa della Panagia Gorgeopikoos e di Agios
Eleftherios del XII secolo. Comincia a tramontare il sole e prima di andare a
cena salite sulla collina di Filopappo, detta anche collina delle Muse, per
godervi la vista della città e dell’Acropoli dall’alto. Inoltre, come dicevamo
prima, un po’ nascosta nella fitta pineta, si trova la prigione di Socrate, che
durante la seconda guerra mondiale è stata utilizzata come deposito per i
tesori dell’Acropoli e del Museo Archeologico. Merita una visita anche la
piccola chiesa di Agios Dimitrios Loumbardianis, del ‘500, dai pavimenti in marmo
e il tetto ligneo.
Per cena,
continuiamo a osservare il panorama dall’alto, ma con qualche brivido in più
con la cena sospesa nel cielo. Nel quartiere Psiri, a Technopolis, potete
cenare a 50 metri di altezza mentre il tavolo da 22 posti appeso ad una gru
ruota lentamente. A tempo di musica potete assaporare ben cinque portate – tra
cui i gamberetti saganaki, l’insalata di salmone e una trilogia di zuppe – per
un’esperienza culinaria unica vicino alla vecchia fabbrica di gas. Si tratta
della Dinner in the sky e la cena costa 120 euro a persona. Dopodiché, per un
cocktail su un rooftop in stile newyorkese, l’Anglais offre la giusta atmosfera
con le catenarie di lampadine e le palme incassate nei tavoli.
Terzo
giorno.
Oggi è tempo
di visitare il mercato centrale per sentire veramente gli odori di Atene e
scoprire dove si riforniscono ristoranti e taverne della città. Il Mercato
Centrale, chiamato anche Kentikri Agora, è un enorme edificio in stile
neoclassico del 1875 dove si trovano oltre 100 macellerie, 150 pescherie e più
di 80 banchi ortofrutticoli. È un vero bazar colorato dove potete anche
assaggiare l’ouzo, il liquore tradizionale greco all’aroma di anice stellato.
Non preoccupatevi se i venditori gridano l’uno contro l’altro o se vi fermano
per vendervi del pesce a ottimo prezzo: fa parte del folklore del posto. E
infine non si può dire di aver visitato Atene senza aver visto la
caratteristica scalinata del quartiere di Plaka sulla quale si ‘arrampicano’
tanti caffè e taverne.
Tutte le foto qui:
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