Intervista a Massimo d’Alema, Ex-presidente del Consiglio e presidente della Fondazione di cultura politica – Italianieuropei, al quotidiano “Nea Selida” (Nuova Pagina) il 5 giugno 2017
Aggeliki Spanou (Nea
Selida): È corretto sostenere che vi sia un trend verso politiche più
conservatrici a livello internazionale? Questa è una tendenza riversibile?
Massimo d'Alema: Non credo
sia corretto sostenere che vi sia un trend a favore di politiche conservatrici
a livello internazionale. La situazione mi sembra molto più complessa. Se intendiamo per politiche conservatrici
quelle di ispirazione neoliberista che hanno dominato negli ultimi 30 anni,
dobbiamo sottolineare che anche queste politiche e i partiti che le hanno
sostenute sono in crisi. Ciò che sta crescendo nel mondo sono il nazionalismo,
il protezionismo e un confuso sentimento antiglobalizzazione, alimentato anche
dalla paura verso il terrorismo e l’immigrazione. Tutto ciò divide la destra,
così come anche la sinistra e apre uno scontro assolutamente inedito. Basta
pensare al confronto tra Donald Trump e Angela Merkel. Il vero problema per i
progressisti è come presentarsi concretamente come una forza che rifiuta il
nazionalismo, pur non difendendo la globalizzazione neoliberale così come essa
è. La vera sfida è proporre una nuova concezione e nuove regole per il mondo
globale a cominciare, per quello che ci riguarda, per l’Europa
AS (NS): È davvero una
discussione pertinente quella sulla crisi della politica socialdemocratica in
Europa?
MdA: Indubbiamente in
diversi paesi europei, ma non in tutti, si manifesta una crisi dei tradizionali
partiti socialisti e socialdemocratici. Io credo che ciò dipenda in parte dal
fatto che la socialdemocrazia è apparsa spesso subalterna a politiche neoliberali
e comunque incapace di condizionare le politiche europee in direzione della
crescita, della piena occupazione e della giustizia sociale. Anche per questo
gli elettori si sono orientati verso partiti più radicali o, come si dice,
populisti; oppure verso il non voto. È certamente importante discutere del
futuro del socialismo europeo. A me pare, per semplificare, che ci si trovi di
fronte ad una scelta alternativa piuttosto chiara: o convergere con le forze
conservatrici per fare argine contro i cosiddetti populismi, o rilanciare una
visione alternativa dell’Europa e dei suoi compiti che muova dalla riscoperta
della identità e della funzione della sinistra.
AS (NS): Come
identificarvi nello spettro politico?
MdA: Personalmente inclino
per questa seconda prospettiva.
AS (NS): Come definire
oggi il termine ‘’progressista’’ a suo
avviso?
MdA: Con il termine
progressista si intende un militante della sinistra. Si usa questo termine
perché esso appare più accettabile a livello globale. Negli Stati Uniti e in
altri paesi infatti per ragioni storiche e culturali non appare accettabile il
riferimento al socialismo, così come in Europa non si potrebbe definire
liberale (liberal) un esponente della sinistra. Progressive è un’espressione
accettabile in tutto il mondo.
AS (NS): Molti
suggeriscono che il contrasto ‘’destra vs sinistra’’ nelle politiche è oggi
irrilevante; il nuovo contrasto è ‘’populismo vs razionalismo’’. Cosa ne pensi?
MdA: Io ritengo che il
cuore dell’identità della sinistra sia quello dell’impegno per combattere e
ridurre le diseguaglianze. Taluno ritiene che questa sia un’impostazione
“vecchia”. Ma se guardiamo al mondo di oggi ci rendiamo conto che la crescita
delle diseguaglianze è così impressionante da rendere la lotta per
l’eguaglianza il compito più urgente non solo per la sinistra ma per tutti i
democratici. È accettabile un mondo nel quale otto individui detengono una
ricchezza uguale a quella della metà dell’umanità? È evidente che oggi più che
mai tornano attuali valori fondamentali della sinistra che secondo qualcuno
erano invecchiati o tramontati.
Come si comprende dal
ragionamento che ho svolto sin qui considero, al contrario, che il contrasto
destra sinistra è più che mai rilevante oggi. Aggiungo che bisognerebbe parlare
di destre e di sinistre. Chi sostiene la necessità di un’alleanza di tutte
forze del sistema contro il cosiddetto populismo va in una direzione, a mio
giudizio, sbagliata. La forza della rivolta populista è proprio quella di
volere colpire un establishment presentato come complessivamente responsabile
della crisi, delle ingiustizie sociali e delle contraddizioni di oggi. Se la
sinistra si unisce ai conservatori non fa che confermare la tesi della
esistenza di un indistinto establishment e favorisce così le ragioni e la
possibile vittoria del populismo.
AS (NS): Può descrivere il
futuro della politica italiana?
MdA: La politica italiana
è sempre abbastanza imprevedibile. Purtroppo il leader del partito democratico
Matteo Renzi sembra di fatto indirizzarsi verso un’alleanza politica con il
centro destra di Silvio Berlusconi. Questo sbocco appare credibile anche alla
luce delle politiche neoliberiste perseguite dalla maggioranza del partito
democratico nel governo del paese. La mia personale opinione è che questa
tendenza potrà favorire un successo elettorale del Movimento 5 stelle.
Bisognerà anche vedere quale risultato potrà ottenere la nuova forza di
sinistra che si va costituendo in seguito alla svolta moderata del pd. Insomma
la situazione italiana appare quanto mai incerta, tanto più che l’approdo più
che probabile ad una legge proporzionale - sia pure con lo sbarramento al 5% -
potrebbe portare ad un parlamento incapace di esprimere una maggioranza di
governo.
AS (NS): Come si esamina
la Grecia, qual è la vostra valutazione per la situazione attualle? La Grecia
sta per uscire dalla crisi economica nel prossimo futuro? Qual è la vostra
valutazione del governo greco e delle sue performance?
MdA: Non spetta a me
esaminare la situazione interna della Grecia. È evidente che la Grecia fatica
ad uscire dalla crisi economica anche per il peso del dissesto finanziario
preesistente e delle severe misure di austerità imposte dall’Unione europea e
dalla Troika. Sono sempre stato dell’opinione che per consentire alla Grecia
una significativa ripresa si dovrebbe decidere un alleggerimento sostanziale
del suo debito. È un tema di cui si discute in Europa, ma sul quale non vi sono
ancora decisioni determinanti.
AS (NS): Secondo alcuni
analisti, SYRIZA (il partito al governo) è pronto a fare turno verso i partiti
socialdemocratici dell'Europa.Altri sostengono che è bloccato nelle
contraddizioni politiche di un partito che si è identificato come parte della "sinistra
radicale" e che ha ancora governato la Grecia presentando alle esigenze
dei finanziatori del paese. Dove pensi che SYRIZA appartiene o dovrebbe
trovarsi nel futuro?
MdA: Non so se Syriza
intenda puntare a divenire parte del movimento socialista europeo. Ritengo
tuttavia che si debba favorire un dialogo e un rapporto positivo tra i
socialisti europei e Syriza cominciando con l’incoraggiare un atteggiamento più
aperto verso i socialisti greci anche perché penso che l’unità della sinistra
in Grecia sia una condizione importante per evitare il ritorno della destra
conservatrice al governo del paese.
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