In quattro giorni, 12 italiani
hanno deciso di sostenere economicamente 12 persone bloccate in Grecia dopo
l’accordo con la Turchia. Nawal dà a chi adotta il numero di telefono della
persona che ha bisogno di aiuto. “Vi assicuro, nascerà un’amicizia che vi
arricchirà”
La chiamano Mama Nawal, o anche
l’angelo dei profughi (come il titolo di un libro a lei dedicato). Ora Nawal
Soufi, la ragazza catanese di origini marocchine che salva i profughi in mare
dando con il suo cellulare le coordinate alla guardia costiera, ha lanciato una
nuova idea per sostenere chi è già a terra. In un video pubblicato sul suo
profilo Facebook propone di “adottare” a distanza i migranti bloccati da mesi
in Grecia. Nawal (vincitrice del premio “Cittadino europeo 2016”) si trova
sull’isola di Lesbo, e fornisce a chi decide di aderire il numero di telefono
della persona che ha bisogno di aiuto. Senza alcuna intermediazione, si entra
così in contatto con i rifugiati, conoscendo la loro vita quotidiana e le loro
esigenze, e versando un contributo in denaro tramite i servizi di money
transfer. «In pochi giorni, dall’Italia alla Svizzera, i profughi adottati sono
già dodici», racconta Nawal. «Vengono da Siria, Congo, Algeria, e sono ospitati
nei campi di Moria, Kara Tepe e Pikpa, a Lesbo. Mentre le persone che hanno
adottato vanno da Milano a Niscemi».
Nawal ha lanciato l’iniziativa sui
social lo scorso 9 giugno. «Vorrei coinvolgervi in un progetto di lunga
durata», ha spiegato in una diretta video. «Le persone che sono adesso in
Grecia sono arrivate con la speranza di raggiungere i loro familiari in
Germania, Austria, Svezia, Svizzera, Italia. Si sono ritrovate con le frontiere
chiuse e sono in Grecia da un anno o anche di più». Al momento del loro arrivo,
i migranti avevano qualche soldo in tasca per garantirsi la sopravvivenza. Dopo
la firma dell’accordo con la Turchia del 20 marzo 2016, a loro non è stato più
concesso nessuno spostamento al di fuori delle isole. Gli sbarchi sono
diminuiti. E con i Paesi dei Balcani che hanno chiuso i confini a Nord, la
Grecia intera è diventata un carcere a cielo aperto per oltre 65mila persone.
Le procedure per la richiesta di asilo vanno a rilento e le isole stanno
esplodendo. La capacità massima sulle cinque isole principali sarebbe di poco
più di 8mila profughi, ma in realtà oggi ne ospitano quasi 13mila, spesso in
condizioni disumane. I soldi messi da parte ormai sono finiti. Mentre il
contributo che arriva loro dallo Stato greco è di soli 90 euro al mese.
«Ognuno può contribuire con un
minimo impegno, di 80, 100 euro mensili, quello che si vuole», esorta Nawal.
«Io sono solo un ponte. Non chiedo a voi di versare questi soldi a me. Io vi do
il loro numero di telefono. Anche perché la cosa più bella è avere un contatto
diretto con le persone che si cerca di aiutare». Chi decide di adottare una
persona, riceve quindi da Nawal il numero di cellulare e da lì parte
l’“adozione”. «Molto banalmente Francesco si mette i contatto con Ahmad su
Whatsapp e gli dà una sorta di garanzia mensile per un tot di mesi, due o sei,
fino a quando volete». Ogni mese si fa un trasferimento di denaro alla persona
con cui si è in contatto. «E vi assicuro che nascerà un’amicizia che può
solamente arricchire voi e la persona che aiuterete».
Alcuni migranti hanno bisogno di
un contributo mensile per fare la spesa ed evitare le lunghe file sotto il sole
all’ora dei pasti nei campi sovraffollati. Altri magari necessitano di una
batteria per ricaricare il telefono, non avendo sempre l’elettricità a
disposizione. O ancora di un paio di scarpe estive o del latte in polvere per i
neonati.
«Vorrei vedere persone che in
qualche modo si prendono la responsabilità di alleggerire le sofferenze di chi
in questo momento vive in un carcere a cielo aperto», spiega Nawal. «Ahmad
conoscerà l’Italia, e voi conoscerete la sua terra tramite le parole, le foto
che manda. Vedrete la cena che ha mangiato, quello che ha cucinato fino alla
luna che c’è di sera in Grecia». L’ultima foto arrivata sul cellulare di Nawal
da Lesbo è un’immagine della luna con sotto il filo spinato. «Questa foto
riassume tutto quello che loro volevano dire», spiega.
Chi vuole adottare un migrante in
Grecia può scrivere a: Nawalnoborder@libero.it
FOTO: Nawal Soufi (TIZIANA FABI/AFP)
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