L’arrivo della manifestazione d’arte Documenta 14 è un volano per la città. Che si riscopre creativa nonostante la crisi: architetture all’avanguardia, spazi riconvertiti e hotel di charme
Testo Paola Camillo — Foto Nikos Alexopoulos per Living
Luoghi d’arte
Qualcuno, con un pizzico di esagerazione, l’ha definita la nuova Berlino. E in effetti molti artisti tornano o si muovono verso Atene, attratti dal clima mite, dal basso costo della vita e dagli spazi lasciati vuoti da un’economia in crisi. Quando poi il curatore polacco Adam Szymczyk, sposato a una donna greco-svizzera, ha scelto la capitale come sede della manifestazione Documenta 14,Atene è diventata la destinazione dell’anno dell’arte contemporanea. L’arrivo della kermesse ha catalizzato l’apertura dell’EMST, il Museo Nazionale di Arte Contemporanea, ospitato in un vecchio birrificio e oggi sede principale dell’evento. Altre organizzazioni culturali come Deste, Locus e la no profit Neon sono entrate nel circuito. La serie dal titolo Liquid Antiquity organizzata da Deste – fondata a Ginevra negli Anni 80 dal collezionista Dakis Joannou – esplora la possibilità di reinventare il classicismo attraverso conversazioni con artisti e video installazioni progettate daDiller Scofidio + Renfro. Estesa su oltre quaranta siti, Documenta popola anche luoghi poco noti.«Abbiamo lavorato con le istituzioni per dimostrare che si può produrre cultura nonostante la crisi e che ci sono tanti posti da scoprire oltre l’Acropoli», dice Szymczyk. Uno di questi è senz’altro il Conservatorio di Atene, realizzato dall’architetto di scuola Bahaus Ioannis Despotopoulos nel 1959 e parte di un piano urbanistico mai completato. All’interno, un’installazione sonora di Robert Huber e Guillermo Galindo. E ancora l’Athens Municipality Arts Center e il Museum of Anti-dictatorial and Democratic Resistance, l’ex quartier generale della polizia riletto dall’intervento dell’architetto Andreas Angelidakis.
02 Food&drink
Non c’è pausa nel giorno e nella notte ateniese. Ogni ora ha la sua destinazione per bere e per mangiare. L’odore di souvlaki dà il suo benvenuto inebriante, il resto si sedimenta nella memoria storica dei sapori. Dal 1950, O Kostas, in Pentelis Street, prepara i migliori spiedini di carne di Atene, succulenti e leggeri. Davanti alla sua piccola vetrina-finestra c’è sempre la fila, tanto che a mezzogiorno, spesso, il cibo è finito. Per i viaggiatori, anche quelli solitari, sempre per il pranzo non c’è miglior approdo di Zampanó. Un po’ ristorante, un po’ taverna, è arredato dai proprietari con sedie e tavoli acquistati nei mercatini di Monastiraki. Ma è la notte che rivela il volto più accattivante e contemporaneo della città. Odori Vermuteria è un omaggio ai vecchi bar torinesi. Colonne di marmo, un bancone dorato, carta da parati verde siepe e gabbie d’uccelli che servono da lampade per il soffitto. Il look d’inizio secolo rimanda al concept del locale, ‘un giardino in una bottiglia’, costruito intorno agli odori delle piante aromatiche. Il tema del giardino, inteso come orto, ispira anche il 48 Urban Garden, un locale dove si pranza e si cena tra alberi, fiori e micro-orti. L’atmosfera leggera e casuale dell’esterno viene trasferita agli spazi del ristorante dove una vecchia e vistosa roulotte degli Anni 50 è stata trasformata in cucina. Tanti colori, dettagli Anni 70, tocchi esotici e un grande acquario spiegano la scelta del nome di uno degli utimi locali di tendenza: Rehab ha il sapore della notte inoltrata. Nella sua cocktail list ci sono solo otto drink, tutti a base di rum e tutti molto alcolici.
03 Architettura
La Stavros Niarchos Foundation di Renzo Piano è una città nella città, dove convivono due istituzioni – l’Opera e la Biblioteca Nazionale – assieme a alcune connotazioni del passato. Un manto erboso in pendenza verso l’alto è insieme copertura delle due strutture principali e estensione del parco, cosa che restituisce a Kallithea la ‘bella vista’ contenuta nel nome. Da qui si guarda alla città ma anche al porto del Pireo. E si apre un passaggio tra il presente e il futuro prossimo. La pendenza e i dislivelli, connaturati nel suolo geografico di Atene, sono elementi tipici anche nel progetto del Nuovo dell’Acropoli. Realizzato da Bernard Tschumi, architetto franco-svizzero con studio a New York, è una scatola di vetro, pura e matematica, snodata su tre piani sfalsati. Conserva le sculture e i manufatti trovati nell’Acropoli e lungo le sue pendici: le Cariatidi originali (eccetto quella conservata al British Museum) accolgono il visitatore da una balconata. Dal macro al micro, dalle metope possenti del Partenone alle figurine esili del Museum of Cycladic Art: incaricati del restyling del museo, ospitato in una villa neoclassica, i Kois Associated Architects hanno creato una facciata perlacea, con elementi lineari che si ispirano alle formazioni naturali delle Cicladi. All’interno, oltre ai preziosi reperti delle isole dell’Egeo, c’è un caffè coperto da un’installazione a velario che dirige e filtra la luce. Tra i principali spazi che ospitano fino al 16 luglio la manifestazione d’arte di Documenta 14, il nuovo Benaki Museum a Pireos Street è un luogo flessibile. Intervenendo su un edificio degli Anni 60, lo studio Kokkinou+Kourkoulas ha giocato su apertura e chiusura. Le pareti esterne, verso la città, sono lisce, monolitiche, verticali con poche finestre. Al contrario, le pareti dell’atrio sono strati trasparenti e inclinati verso il cielo. Dall’oblio di un passato recente si riscrivono anche le sorti del vecchio aeroporto, l’Ellinikon, di cui l’architetto finlandese Eero Saarinen progettò il Terminal Est tra il 1960 e il 1969. Chiuso nel 2001, dovrebbe rinascere come Metropolitan Park, uno dei più grandi parchi costieri del mondo, per cui si ventila il nome di Foster + Partners.
04 Scena creativa
I linguaggi creativi si sciolgono nell’Atene contemporanea, che naviga disordinata tra colate di cemento, traffico, parabole, panni stesi, negozi e vetrine incastrati l’uno con l’altro. Il caos naturale di questa città, disperatamente mediterranea, si placa quando meno te l’aspetti nella moltitudine di colori e grafismi dei progetti di Point Supreme, il duo di architetti formatosi a Rotterdam e tornato a Atene: dalle case private Nadja e Petralona al giardino segreto del centro culturale Six d.o.g.s. nel quartiere di Monastiraki. Un luogo che incarna il piacere tutto greco di alleggerirsi, ascoltare musica e ballare fino a tarda notte. «I designer greci sono sempre più concentrati sulla propria cultura», dice Konstantinos Pantazis di Point Supreme, «siamo più reattivi verso ciò che sta accadendo qui e meno influenzati dalla globalizzazione». Come dire: la storia ha il suo peso, ma può anche diventare una fonte di ispirazione da rileggere con ironia. Come fa Studio Lav, coppia di designer che vive tra Atene e Londra. Dopo aver applicato dei manici in pelle a un tenekes, il tipico contenitore in latta per l’olio e la feta, è nata Atlas, una shopper bag che, strizzando l’occhio alle borse Louis Vuitton, è arrivata nei gift shop dei musei e nei department store ateniesi. Il loro studio è un monolocale all’interno di una galleria commerciale degli Anni 50 semi distrutta, un tempo lussuosa. Come loro, altri creativi convivono con un mondo che langue, ma la nostalgia tra i giovani sembra avere poco spazio, proiettati come sono verso nuovi orizzonti. È il caso dell’architetto Georges Batzios, che dopo aver lavorato a fianco di Jean Nouvel a New York ha scelto Atene, realizzando qui la To Tsai, una casa del tè di rigore e purezza zen ai confini del quartiere chic di Kolonaki. «È un progetto che rispecchia il passaggio della società greca dall’iper-materialismo alla sottrazione. La crisi economica ci ha insegnato il minimalismo delle forme e ha portato con sé una filosofia contraria allo spreco», spiega Batzios.
05 La città di Costas Voyatzis
«Amo le fughe dalla realtà, naufragare in culture differenti, mi ritengo più internazionale che greco», dice Costas Voyatzis, creatore di yatzer.com, website autorevole dedicato alla creatività e al design, ora in procinto di lanciare una propria collezione di oggetti e arredi insieme a un’azienda nordeuropea. «Ma devo ammettere che la mia città diventa sempre più attraente. Prima di andare nelle isole molti turisti decidono di fermarsi qui per girare e conoscerla meglio, cosa che prima non accadeva. Il Partenone è un’incredibile evasione dal tempo e dallo spazio, così come il Museo d’Arte delle Cicladi: una piccola gemma che offre un’esperienza tattile e sensuale delle isole senza lasciare la metropoli. Mi piace l’amalgama di antico e nuovo che definisce Atene. Basta percorrere la lunga strada di Panepistimio Street per cogliere con un solo colpo d’occhio la vista gli edifici neoclassici dell’Accademia, dell’Università e della Biblioteca Nazionale, al centro di una macroarea che sta vivendo un’immensa trasformazione urbana. Anche le strutture ricettive sono all’altezza. E se le stanze del Coco-Mat Hotel mettono in risalto il seducente comfort del buon dormire, l’hotel AthensWas è un omaggio all’antichità classica, elegantemente riattualizzata al XXI secolo. Una mostra permanente dell’artista Stefanos Samios occupa gli spazi interni dell’albergo, con ritratti di sculture del Museo Archeologico Nazionale. Raccontano ciò che Atene era, e potrebbe essere».
«Amo le fughe dalla realtà, naufragare in culture differenti, mi ritengo più internazionale che greco», dice Costas Voyatzis, creatore di yatzer.com, website autorevole dedicato alla creatività e al design, ora in procinto di lanciare una propria collezione di oggetti e arredi insieme a un’azienda nordeuropea. «Ma devo ammettere che la mia città diventa sempre più attraente. Prima di andare nelle isole molti turisti decidono di fermarsi qui per girare e conoscerla meglio, cosa che prima non accadeva. Il Partenone è un’incredibile evasione dal tempo e dallo spazio, così come il Museo d’Arte delle Cicladi: una piccola gemma che offre un’esperienza tattile e sensuale delle isole senza lasciare la metropoli. Mi piace l’amalgama di antico e nuovo che definisce Atene. Basta percorrere la lunga strada di Panepistimio Street per cogliere con un solo colpo d’occhio la vista gli edifici neoclassici dell’Accademia, dell’Università e della Biblioteca Nazionale, al centro di una macroarea che sta vivendo un’immensa trasformazione urbana. Anche le strutture ricettive sono all’altezza. E se le stanze del Coco-Mat Hotel mettono in risalto il seducente comfort del buon dormire, l’hotel AthensWas è un omaggio all’antichità classica, elegantemente riattualizzata al XXI secolo. Una mostra permanente dell’artista Stefanos Samios occupa gli spazi interni dell’albergo, con ritratti di sculture del Museo Archeologico Nazionale. Raccontano ciò che Atene era, e potrebbe essere».
http://living.corriere.it/city-guide/design-tour/cosa-vedere-a-atene-2017/?refresh_ce-cp
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