Scoprire la capitale insieme a scrittori greci
contemporanei
(ANSA) - ROMA, 17 GIU - PATRIZIO
NISSIRIO, ATENE, CANNELLA E CEMENTO ARMATO (Giulio Perrone Editore, pp. 140, 12
Euro) Anche nel "quartiere più anonimo celato tra sgraziate facciate
punteggiate di antenne satellitari, Atene può sorprendere". Basta avere il
tempo di perdersi, di assaporarla e annusarla: anche quando i suoi odori forti
- fatti di smog misto a spezie - paiono troppo molesti. Anche quando
all'asfalto bollente, ai palazzi sgangherati e al traffico
"pervasivo", si preferirebbe fuggire verso una delle isole dell'Egeo.
Alla capitale greca e alla sua bellezza sensuale quanto elusiva, Patrizio
Nissirio, giornalista ANSA e scrittore, dedica il suo ultimo libro 'Atene,
Cannella e cemento armato'.
In questo viaggio, l'autore sceglie di accompagnare il
lettore alla scoperta degli angoli meno noti della città, immergendolo nelle
narrazioni di alcuni degli scrittori ellenici contemporanei più famosi: da
Petros Màrkaris - "inventore del commissario Kostas Charitos e parente
ellenico del siculo Salvo Montalbano" - a Menis Kumandareas; da Giorgos
Seferis e Margarita Liberaki. Scelti, spiega Nissirio, "innanzitutto per
il loro rapporto con la città". La Atene "che ci troverete dentro è
la loro, ma anche la mia: ruvida, sensuale, sorprendente, dolcissima ed amara.
Ma vera fino all'ultimo vetro rotto, o spanakopita appena sfornata". Una
città con oltre cinque milioni di abitanti, un passato epico e una storia
recente meno gloriosa, fatta di decadimento, abusivismo galoppante e crisi
economica nera e "dove ateniesi, ricchi e poveri, immigrati si contendono
lo spazio". Eppure la capitale greca è tanto altro ancora. E' un mix tra
Oriente e Europa, con i suoi quartieri eleganti e i monumenti classici, le sue
periferie e i centri ultramoderni. E' proprio nella descrizione di queste
apparenti contraddizioni che è possibile capire il carattere, i difetti e i
pregi dei greci di oggi. Basta farsi trascinare fra le pagine di questa guida
zeppa di aneddoti, dritte e curiosità e seguire i tanti suggerimenti
dell'autore. Al netto dell'Acropoli e del Museo Archeologico, i quartieri
centrali o quelli più eleganti come Kolonaki o Kifissià, la passeggiata
proposta da Nissirio parte dal Primo cimitero cittadino (Proto Nekrotafeio
Athinon), datato 1837, che ospita "un nutrito elenco di nomi celebri e
celeberrimi della storia greca, ellenici e stranieri". E se, a un occhio
poco attento, Atene pare un blocco di cemento, la sorpresa arriva facendo due
passi per "i giardini dello Zappeion e in quelli adiacenti, chiamati
Nazionali". La vita vera, sostiene Nissirio, la si trova immergendosi fra
gli "aromi forti" del mercato della carne, del pesce e delle verdure,
Varvakeios. "Luogo - scrive - di misteriose taverne aperte tutta la notte,
dove il piatto di riferimento è il patsas, parente greco della trippa".
Fra queste, "DiPorto, in attività dal 1887 - forse la più antica taverna
ateniese". O nei cinema all'aperto. Oggi ridotti a 90 in tutta Atene,
mentre negli anni '60 erano circa 600. E ancora, i quartieri trasformati dalla
crisi economica del 2008, come Psirì - dove visse Lord Byron, e dove "le
botteghe artigiane del XX secolo hanno lasciato spazio ai bar e caffè alla moda"
- o "la cittadella della cultura del Comune di Atene, Technopolis, sorta
nella zona di un ex gazometro che ospita musei, negozi e caffè che fanno da
cornice ad affollati spettacoli teatrali e musicali e mostre". Tante
identità, dunque, per una città che resta comunque una città di mare.
"Visitare Atene senza sperimentare il caos vacanziero, o notturno, o
semplicemente chiassoso del Pireo - nota l'autore - significa smarrire un pezzo
della sua identità".
Una buona scelta, aggiunge, è quella di visitare
"l'avveniristico Centro Culturale della Fondazione Stavros Niarchos di
Kallithea dal cui immenso terrazzo si coglie la baia e la collina di
Kastella". Infine, in questo suo grande omaggio alla capitale ellenica,
Nissirio dedica alcune pagine alla "Atene che non esiste più", fatta
dei caffè della fine dell'Ottocento e i primi del Novecento che ospitarono fra
i loro avventori intellettuali e politici, scrittori e militari.
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