Non è un’idea del momento, è un
dato storico ed è realtà in diversi stati europei. Già praticato nei paesi
anglosassoni, stranamente presente anche in Grecia, paese più mediterraneo, è da
tempo in vigore in Svizzera ma soprattutto in Svezia ed in Finlandia.
Quest’ultimo è il paese che la utilizza, pensate un po’, dal lontano 1921.
Stiamo parlando della norma che prevede le multe automobilistiche proporzionali
in base al reddito personale.
100 euro di multa ad uno che
guadagna mille euro al mese posso pesare tanto, ma la stessa sanzione ad uno
che guadagna 10mila euro al mese dopo pochi istanti è già dimenticata e
l’infrazione può tranquillamente ripetersi, dato che la multa non “pesa” poi
così tanto.
Ed allora, è giusto applicare la
progressività dell’imposta ad una sanzione amministrativa per cercare sia di
punire che di scoraggiare la ripetizione del reato?
In Finlandia si ripresentano
periodicamente situazioni, per noi forse inimmaginabili, che con il superamento
dei limiti di velocità di 30/40 km/h vengono prodotte sanzioni anche di oltre
100mila euro, visto che i soggetti multati, in alcuni casi, sono milionari di
tutto rispetto.
Tanti soldi davvero per le casse
pubbliche finlandesi, casse che anche i nostri Comuni cercano di rimpinguare
proprio con la voce delle sanzioni amministrative.
In Italia, la maleducazione, il
menefreghismo ed a volte l’aggressività di tante persone al volante, è
tangibile, anche se spesso si obietta che i Comuni per fare cassa mettono in
conto di fare sempre più multe, ideando nuovi stratagemmi, senza però investire
in sicurezza per le strade.
E queste vecchie e nuove forme
sanzionatorie da noi colpiscono i cittadini indistintamente allo stesso modo.
Ed allora multe in base al
reddito: è giusto pagare in proporzione? Pensiamoci.
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