La direttiva richiedeva di
adottare misure entro il 27 novembre 2016 e obbliga gli Stati membri o a
imporre un prezzo per i sacchetti di plastica, o a introdurre obiettivi
nazionali di riduzione.
La Commissione Europea ha inviato
all’Italia, alla Grecia, a Cipro e alla Polonia un parere motivato, “l’ultimo
avvertimento”, perché continuano a non notificare all’esecutivo comunitario le
misure necessarie a trasporre nel proprio ordinamento la legislazione Ue sui
rifiuti, in particolare per quanto riguarda i sacchetti di plastica. La
direttiva richiedeva di adottare misure entro il 27 novembre 2016 e obbliga gli
Stati membri o a imporre un prezzo per i sacchetti di plastica, o a introdurre
obiettivi nazionali di riduzione (non oltre 90 sacchetti l’anno consumati a
persona entro il 2019 e non oltre 40 entro il 2025). E’ anche possibile vietare
i sacchetti di plastica, sempre che il divieto non vada oltre i limiti posti
dalla direttiva. Ora l’Italia e gli altri tre Paesi hanno due mesi di tempo per
rispondere; in assenza di una risposta soddisfacente, potrebbero essere
deferiti alla Corte di Giustizia dell’Ue.
A cura di Filomena Fotia
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