Ennesima provocazione della Turchia: ha
permesso, in diretta sulla tv di stato, la lettura del Corano e la preghiera
all'interno di Santa Sofia a Istanbul, che è patrimonio culturale dell'Unesco
mentre Erdogan vuole trasformarla in moschea.
Dura la condanna del Ministero degli Esteri di Atene, che in un comunicato ha espresso tutto il suo dissenso. Il tentativo di conversione in moschea di Santa Sofia, afferma, con la lettura del Corano e la preghiera impone una reazione da parte della comunità internazionale.
Allo stesso tempo, la mossa è
chiaramente una sfida inaccettabile per i sentimenti religiosi dei cristiani di
tutto il mondo e per coloro che onorano il patrimonio dell'umanità.
E aggiunge: "Condanniamo la lettura
del Corano e la celebrazione della preghiera alla presenza del capo Direzione
degli Affari Religiosi del primo ministro turco all'interno di Santa Sofia.
E'un monumento che designato dall'UNESCO come patrimonio culturale mondiale. E'
una sfida grossolana inaccettabile. Facciamo appello alla Turchia affinché
dimostri di essere un paese moderno e democratico e protegga la natura
universale di Santa Sofia, nel rispetto della sua lunga tradizione di monumento
universale ".
Nel 2014 un semisconosciuto deputato
indipendente della circoscrizione di Burdur, Hami Yildirim, depositò una
mozione al parlamento turco per la trasformazione di Santa Sofia di
Costantinopoli da museo in moschea. La basilica di Santa Sofia è da tutti
conosciuta come un capolavoro architettonico, simbolo della cristianità unita,
costruita dall' imperatore Giustiniano nel 537 d.C.
La mossa rientra nel progetto dell'Akp,
il partito di governo, per recuperare i voti di molti musulmani turchi e
continuare a dare a Erdogan potere religioso infinito. Il Patriarcato ecumenico
si era detto anche contrario al "baratto" con l'apertura della Scuola
teologica di Chalki. Ma il problema è che da un lato in occidente si pensa
troppo ai gasdotti sminuendo i problemi di natura identitaria e religiosa,
mentre in Turchia chi parla viene arrestato. Invece Nato e Ue girano la testa
altrove.
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