Recupero, riciclo e riutilizzo dei
materiali: sono questi i principi alla base del business model legato al
concetto di economia circolare, che HP sta adottando per la sua attività,
attraverso un progetto di rinnovamento che tocca i prodotti e i servizi del
gruppo: dai dispositivi mobile alle stampanti, ma non solo. Un approccio
differente, che si discosta dalle dinamiche tipiche [...]
di Daniele Chicca
Se il Fondo Monetario Internazionale e
le autorità europee non trovano un accordo a lungo termine sulla Grecia per
risolvere il nodo del debito pubblico, il paese rischia prima o poi di fare
default.
I giornali e media mainistream hanno
smesso di parlare della crisi del debito della Grecia e del rischio di
un’uscita di Atene dall’area euro (Grexit) dopo che i creditori della troika e
la Grecia hanno stretto un’intesa per una nuova tranche di aiuti da 8,3
miliardi di euro, che consentirà allo Stato ellenico di finanziare il suo
debito pubblico e i servizi pubblici alla popolazione.
Il governo Tsipras in Grecia, che
altrimenti avrebbe finito i soldi a luglio, ha salutato con favore l’accordo
che impedisce un default estivo delle sue finanze, ma è consapevole che il
problema principale rimane irrisolto, dice Mohamed El-Erian, chief economist e
consulente di Allianz.
Il debito pubblico è tuttora enorme e
insostenibile, come ha anche riconosciuto l’Fmi, ma l’Europa – e in particolare
la Germania – non sembra pronta a fare concessioni sul versante della
ristrutturazione e dell’allungamento delle scadenze del debito pubblico.
L’ex Ceo di PIMCO sostiene che l’Europa
deve abbassare le sue richieste e tenere conto degli aiuti di cui la Grecia ha
veramente bisogno. Il debito pubblico è insostenibile e continuare a fornire
sostegno finanziario in cambio di austerity non fa altro che rimandare la risoluzione
dei problemi economici del paese più indebitato d’Europa (rapporto tra Pil e
debito del 179% nel 2016 secondo i dati Eurostat).
“Per le persone che seguono la tragedia
economica greca da tanti anni, la presa di posizione europea continua a sfidare
le leggi della logica economica. È così per una semplice ragione: i politici
europei si preoccupano delle conseguenze politiche che avrebbe in patria un
eventuale “perdono” del debito greco, specialmente in vista delle elezioni
federali di settembre in Germania“.
Se la Germania facesse un favore alla
Grecia, puntualizza El-Erian, “potrebbe compromettere la credibilità dei
partiti al governo e fornire slancio e capitale politico, invece, ai movimenti
estremisti” anti europei – popolari soprattuto in Francia e in Italia ma il cui
successo non è da sottovalutare nemmeno in Germania.
Lo stesso El-Erian riconosce che
concedere alla Grecia di ridurre il suo debito senza pagare per questo, sarebbe
ingiusto e incentiverebbe altri a fare lo stesso oppure a pretendere un simile
trattamento. Tuttavia “arriverà il momento in cui non perdonare il debito farà
ancora più danni“.
“Le autorità europee sanno bene che la
Grecia si trova da tempo allo stesso stadio” in una situazione di inferiorità,
in cui “il paese è in una condizione permanente di dipendenza, sotto la tutela
dell’area euro. Ma sembrano incapaci di agire” per cambiare le cose per il
meglio.
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