L'Eurogruppo studia un'intesa dimezzata: ok ai nuovi fondi ad Atene, no a decisioni immediate sulla riduzione dell'esposizione (almeno fino alle elezioni tedesche). Inutile il pressing di Macron a favore di Tsipras. Il premier ellenico pronto a puntare i piedi, dire no al compromesso al ribasso e portare la crisi ellenica al summit dei leader Ue della prossima settimana
MILANO - La guerra tra Germania e
Fondo monetario internazionale allunga i tempi della crisi della Grecia e
rimette sotto pressione Alexis Tsipras. Il Parlamento ellenico ha votato un
paio di settimane fa l'ennesima manovra lacrime e sangue (4 miliardi tra nuove
tasse e tagli alle pensioni) imposta dall'ex-Troika. "Noi abbiamo fatto la
nostra parte, ora tocca ai creditori fare la loro" aveva detto allora il
premier di Atene, convinto che l'ok all'austerity supplementare fosse il
viatico per il via libera al taglio del debito e l'inclusione dei titoli di
stato del Partenone nei piani di riacquisto della Bce. Invece, con ogni
probabilità, non sarà così. Berlino non vuol sentir parlare di
"regali" alla Grecia almeno fino alle elezioni del 24 settembre.
Washington non intende dare nuovi prestiti senza un taglio deciso
all'esposizione. Risultato: tra i due litiganti a pagare il conto sarà Atene.
L'Eurogruppo di domani si prepara infatti a dare l'ok a un compromesso al
ribasso: i ministri delle finanze daranno luce verde all'esborso di una nuova
tranche di aiuti, necessari per pagare i 7,5 miliardi di prestiti in scadenza a
luglio, riconoscendo l'ennesimo sforzo dell'esecutivo ellenico. Difficile
invece che arrivino decisioni significative sul fronte del debito, salvo le
solite generiche promesse di affrontare più avanti il tema. Parigi ha provato
nelle ultime ore a sbloccare l'impasse: il nuovo ministro all'economia Bruno Le
Maire ha incontrato Tsipras ad Atene presentando una proposta francese per
l'incontro di domani più favorevole alla Grecia. Ma i giochi sembrano ormai
fatti e la mediazione transalpina pare destinata a fallire.
La telenovela del salvataggio di
Atene torna così ad avvitarsi con il rischio di nuovi colpi di scena. L'unica
certezza, in apparenza, è che dopo tanti tentennamenti l'Fmi rimarrà parte
integrante del gruppo anche se con un ruolo rivisto e corretto. Il Fondo
garantirà il suo supporto ma non darà nuovi prestiti fino a quando non si
arriverà a un accordo complessivo che preveda pure il taglio del debito. Ad
annunciarlo sarà il direttore generale Christine Lagarde, che sarà presente
all'Eurogruppo in Lussemburgo, sancendo così il compromesso raggiunto nelle
scorse settimane con il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble. La
Germania aveva subordinato il via libera a nuovi aiuti alla presenza di
Washington nel piano. La vera variabile imprevedibile nelle prossime ore è
Alexis Tsipras. Cosa farà il premier ellenico che aveva promesso al paese che i
nuovi sacrifici avrebbero garantito il taglio al debito e l'aiuto della Bce sul
fronte del quantitative easing? Il presidente del Consiglio di Atene - in
pesante ritardo nei sondaggi rispetto al centrodestra di Nea Demokratia -
potrebbe puntare i piedi e dire no. Portando il tema Grecia sul tavolo del
summit dei leader continentali del 22 giugno. Ma con le scadenze sui prestiti
da rimborsare ormai alle porte, anche i margini di manovra per Tsipras non sono
molti.
Δεν υπάρχουν σχόλια:
Δημοσίευση σχολίου