Italia e
Francia hanno un elevatissimo debito pubblico, ma possono stare sui mercati:
perché la Grecia no? Se lo è chiesto, secondo fonti di stampa elleniche, il
ministro delle Finanze Euclid.Tsakalotos durante un vertice di Syriza a
proposito dei prerequisiti e in vista dell'Eurogruppo del prossimo 15 giugno.
Per queste
ragioni ha espresso ottimismo sul fatto che Atene possa beneficiare di questo
piano di lavoro per tornare alla normalità, ma al contempo in Aula arrivano
cinque emendamenti per raggranellare altri 2 miliardi di euro tramite altre
tasse.
La posizione
che il Ministero delle Finanze avrebbe espresso nel vertice è che il debito non
può essere risolto immediatamente, e che la transizione verso una regolarità
richiede del tempo. Di fatto uniformandosi alla tesi sostenuta da sempre dal
ministro delle finanze di Berlino Schaeuble, che sta ritardando (sine die) la
discussione sul debito: in questo frangente a causa della concomitanza
elettorale (in Germania si vota a settembre).
Tsakalotos è
sicuro che l'Eurogruppo porterà buoni frutti per a Grecia, con la piena
adesione anche del Fondo monetario internazionale. L'istituzione guidata da
Christine Lagarde è stata a prima a sollevare dubbi sulla strategia messa in
campo da Berlino per curare la crisi ellenica, che oggi mostra altri numeri
negativi come l'aumento del debito pubblico nonostante sette anni di tagli e
austerità.
Sul versante
del welfare lil Ministro Effie Achtsioglou continua a rassicurare che non vi
sarà alcun rischio per la contrattazione collettiva. Ma la nota dolente arriva
dal Parlamento, dove il governo ha portato in Aula altri cinque emendamenti che
modificano quelli votati due settimane fa e per soddisfare le esigenze del FMI.
Due di questi emendamenti contengono un'entrata extra per lo Stato di 2.1
miliardi di euro. Si parla di entrate supplementari e "congelamento"
dell'aumento delle pensioni al 2023.
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