Παρασκευή 2 Ιουνίου 2017

Grecia, due settimane al default

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Il tempo, per il governo greco, sta per scadere. Il paese ellenico, di nuovo alle prese con una gravissima crisi debitoria, potrebbe essere tra pochi giorni costretto ad uscire dal blocco europeo, in assenza di un accordo tra Atene e i suoi creditori, da raggiungersi obbligatoriamente entro le prossime due settimane.

Emanuele Canegrati


La gravità della situazione è tutta racchiusa nelle parole di Benoit Coeure, membro del board della BCE (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) , il quale ha dichiarato che un accordo è disperatamente necessario se si vuole ricostruire la credibilità e la fiducia internazionale nel futuro dell'Eurozona.

Nonostante gli ultimi mesi siano trascorsi tra contestazioni e trattative sulla ricostruzione del debito greco e sulle riforme di austerità richieste da Bruxelles al governo ateniese, i paesi dell'area euro e il Fondo monetario internazionale non sono stati in grado di raggiungere un accordo per dare il via libera all'ennesimo piano di salvataggio finanziario della Grecia.

Il paese, affossato dall'enorme montagna di debito pubblico, ha bisogno urgente di 6 miliardi di dollari per poter rimborsare i suoi creditori nel prossimo mese di luglio.

Coeure ha dichiarato che: "Le discussioni sono in corso, ma a mio avviso è importante che venga raggiunto un accordo in occasione della riunione dell'Eurogruppo il prossimo15 giugno. Essere oggi sufficientemente chiari sulle misure - ha proseguito Coeure - contribuirebbe a fronteggiare molti degli effetti benefici, in particolare la ricostruzione della fiducia sia della comunità internazionale che interna, nella capacità dell'economia greca di tornare su un cammino di normalità e stabilità".

Il banchiere francese ha anche aggiunto che solo se queste misure passeranno la BCE potrà considerare l'inclusione del debito greco nel suo programma di acquisto di asset da 2,3 trilioni di euro. In caso contrario, per Atene sarebbe l'isolamento finanziario.

Il prossimo 15 giugno, i ministri finanziari dell'area euro e il Fondo Monetario si siederanno di nuovo attorno ad un tavolo e cercheranno di raggiungere un accordo in extremis. Potrebbe essere quella l'ultima occasione per entrambe le parti per evitare un altro "panico da Grexit", già vissuto nella precedente crisi ellenica del 2015.

Dal canto suo, il Fondo Monetario ha già dichiarato che si rifiuterà di partecipare al salvataggio di Atene a meno che una parte del debito greco non venga rinegoziato.

Purtroppo per Atene, però, la zona euro è attualmente affidata alla guida tedesca, impersonificata come meglio non si potrebbe dal ministro delle finanze Wolfgang Schauble, il falco dell'austerità, il quale è fondamentalmente contrario a qualsiasi proposta di ristrutturazione e vuole, invece, recuperare tutto il denaro prestato. Il blocco europeo, tuttavia, sa di non potersi permettere di andare avanti con il programma di salvataggio senza il supporto finanziario del Fondo. Concedendo alla Grecia un po' di credito politico, il commissario europeo per gli affari economici e monetari Pierre Moscovici ha affermato di voler fare di tutto per concludere al più presto la revisione del piano di salvataggio greco.

"Continueremo in nome della Commissione a sostenere che tutti i giocatori agiscano in modo responsabile, tenendo in considerazione la situazione in cui versano 11 milioni di greci", ha dichiarato Moscovici in una videointervista.

La guerra di posizioni, insomma, prosegue e proseguirà fino al prossimo 15 giugno. Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) frattempo le casse di Atene sono quasi arrivate agli sgoccioli.


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