Il numero uno
dell'Eurogruppo - già nell'occhio del ciclone per i commenti sui paesi del sud
Europa - diserta la seduta plenaria mandando su tutte le furie l'aula di
Strasburgo. Tajani su Twitter: "Condanna unanime per chi rifiuta di
discutere sui sacrifici imposti ai nostri cittadini". Pittella: "Si
dimetta".
MILANO - Jeroen
Dijsselbloem colpisce ancora. Qualche giorno fa il presidente dell'Eurogruppo
ha fatto infuriare mezza Europa sostenendo in un'intervista al Frankfurter
Allgemeine Zeitung (rivolto con tutta evidenza alla Grecia e al sud del
continente) che "non si possono spendere tutti i propri soldi in donne ed
in vino e poi domandare aiuto". Oggi il ministro delle finanze olandese ha
provato a scusarsi per quelle uscite ("starò più attento a scegliere le
parole") ma è riuscito nel miracolo di mettere d'accordo tutta l'Unione,
disertando il dibattito in seduta plenaria all'Europarlamento cui era stato
invitato proprio per aggiornare l'aula sullo stato dei negoziati con Atene.
Dijsselbloem si è giustificato con una lettera in cui spiegava di "non essere
più disponibile all'appuntamento", aggiungendo un po' polemicamente di
aver aggiornato i ministri economici della comunità sul tema solo poche
settimane fa. Il numero uno dell'Eurogruppo si è detto comunque disponibile in
futuro a un dibattito in plenaria all'Europarlamento, ma la spiegazione non è
bastata a placare l'ira di Strasburgo.
"Esprimiamo
condanna unanime contro Dijsselbleom per l'ennesimo rifiuto a rispondere alle
domande sui sacrifici chiesti ai nostri concitatdini", ha scritto su
Twitter il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani. "E' un ulteriore
passo falso dopo le sue vergognose dichiarazioni - ha aggiunto Gianni Pittella,
numero uno dei socialisti in aula -. Deve dimettersi". L'assenza diplomatica del politico olandese
ha - dal suo punto di vista - una spiegazione logica. L'intervista al
quotidiano tedesco ha scatenato feroci polemiche indebolendone la posizione
politica, con diversi politici Ue (tra cui Matteo Renzi) che hanno chiesto un
cambio al vertice dell'Eurogruppo. La situazione per lui si è poi aggravata con
la sconfitta del suo partito alle elezioni olandesi, voto che mette a rischio
pure la poltrona nel governo nazionale. La partecipazione al dibattito di
Strasburgo, visti i presupposti, si sarebbe così trasformata prevedibilmente in
una via crucis che Dijsselbleom ha preferito evitare.
Nella lettera
inviata agli Europarlamentari l'olandese è tornato sulle polemiche dei giorni
scorsi. "La scelta delle parole è naturalmente personale, al pari del modo
in cui vengono raccolte - ha scritto -. In futuro sarò anche più attento,
poiché non è mai mia intenzione insultare le persone". "Nei giorni
seguenti alla pubblicazione dell'intervista - continua Dijsselbloem - le mie
parole sono state legate alla situazione nei Paesi del Sud Europa durante gli
anni di crisi. E' assai negativo che questo legame sia stato fatto, poiché non
è quello che ho detto. E di certo non era quello che intendevo". "La
crisi ha impattato sulle società di tutta l'Eurozona - ha concluso - con grandi costi sociali, e la solidarietà è
stata pienamente giustificata. Purtroppo - ammette il ministro olandese -
alcune persone si sono sentite offese dal modo in cui mi sono espresso".
L'Eurogruppo tra l'altro tornerà ad occuparsi di Grecia questa settimana. Ma
malgrado i progressi su alcuni punti dei negoziati, è difficile che si arrivi a
un accordo per la chiusura della seconda fase del piano di salvataggio di
Atene, visto che sulle pensioni in particolare le posizioni delle parti rimangono
molto distanti.
di ETTORE LIVINI
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