Δευτέρα 3 Απριλίου 2017

L'arresto del banchiere che toglie il sonno a Erdogan (e al governo)

Αποτέλεσμα εικόνας για Mehmet Hakan Atilla Erdogan.

Faceva passare l'oro per cibo da destinare ai poveri. Si chiama Mehmet Hakan Atilla e fino a ieri era uno dei banchieri più potenti della Turchia di Erdogan. Vice Ceo di Halkbank, è stato arrestato all'aeroporto Jfk di New York dagli agenti dell'Fbi. E'accusato di frode e di aver cospirato per eludere le sanzioni commerciali contro l'Iran, in un'indagine che coinvolge Reza Zarrab, commerciante turco-iraniano di oro.

Il manager, che rischia sino a 30 anni di carcere, era già stato toccato dalla mega inchiesta di tre anni fa, quando mezzo governo turco era stato decapitato da uno scandalo di corruzione, ma era stato archiviato. Il suo arresto ha provocato forte tensione negli ambienti vicini a Erdogan e il crollo in borsa delle azioni della banca. E la lira turca ha perso l'1,2% nei confronti del dollaro dopo la notizia.

Halkbank, colosso di Stato, è praticamente controllata dall'entourage del Presidente turco e le sue attività toccano i rapporti economici perseguiti dalla Turchia nei Balcani e in Medio Oriente. Atilla è accusato dal procuratore degli Stati Uniti di aver sostenuto Zarrab nell'eludere le sanzioni contro l'Iran ricevendo un compenso milionario. Avrebbe nascosto la capacità di Zarrab di fornire l'accesso alle reti finanziarie internazionali, vendendo oro in Iran attraverso la banca, e al contempo creando documenti falsi per rendere le transazioni assimilabili a commercio di alimenti. In questo modo il tutto sarebbe rientrato nelle eccezioni per motivi umanitari.

L'arresto arriva pochi giorni prima del referendum del 16 aprile che nei desiderata di Erdogan potrebbe conferirgli un potere immenso e poche ore prima dell'arrivo in Turchia del segretario di Stato americano Rex Tilerson che sarà ricevuto da Erdogan ad Ankara.

Protesta il ministro dell'Economia turco Nihat Zeybekci, che a Bloomberg ha definito l'arresto “indecente”, aggiungendo che gli Usa avrebbero dovuto comunicare al governo di Ankara l'intenzione della misura detentiva.

Scritto da Paolo Falliro




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