La nascita di Pan
“Che orrore!” gridò la ninfa
Driope quando vide Pan appena nato. Anche Hermes, il padre del neonato, guardò
il piccolo con stupore. Non aveva mai visto una creatura tanto mostruosa!
Dalla loro unione era nato un
bambino metà umano e metà capro: volto barbuto e grinzoso, il mento assai
prominente, sulla fronte due vistose corna, gli arti inferiori sono zampe
caprine ed i piedi provvisti di zoccoli.
La ninfa, alla vista del
piccolo bambino deforme, fuggì via, così Hermes lo portò sull’Olimpo dove il
piccolo fu oggetto di scherno da parte di tutte le divinità, in modo
particolare Ares. Il dio-capro sentendosi così offeso, fuggì via con la
promessa di non rimettere più piede sul sacro monte della Tessaglia.
Arrivò nel Peloponneso, in
Arcadia più precisamente, sul monte Cillene dove stabilì la sua dimora.
Pan, Siringa e la storia del
flauto
Poco dopo il suo trasferimento
sul Cillene, Pan conobbe una ninfa di nome Siringa. Il dio s’innamorò subito,
ma la ninfa non corrispose i suoi sentimenti. Il dio così la rincorse per monte
e per valli sin quando Siringa arrivò alle sponde del fiume Ladone, suo
genitore: “Ti supplico padre, salvami da Pan” disse, ed il padre la mutò in un
giunco nodoso. Il dio stremato la raggiunse ed involontariamente soffiò sulle
canne della pianta ed udì un dolce suono di appagamento.
“Questo rapporto tra noi non
dovrà mai cessare”, dopo di ché, saldando tra loro con l’aiuto della cera più
canne di diversa lunghezza, perpetuò attraverso lo strumento il nome della
ninfa”
(Ovidio, Metamorfosi, I libro).
Gli altri amori di Pan
Siringa non fu il solo amore
avuto da Pan. Il dio-capro infatti adottò una vita libera e brada in cui godeva
dei piaceri della vita attraverso il buon cibo, il buon vino e soprattutto la
buona compagnia, soprattutto femminile. Il dio seguiva un’alimentazione basata
sui prodotti della Terra rifiutando così l’ambrosia, alimento essenziale per
l’immortalità tra i numi.
Mai però svegliarlo durante la
siesta! E’ capace, se qualcuno lo disturba in una caverna o quando è
accovacciato nell’ombra di un albero, di lanciare degl’urli così spaventosi da
provocare il “panico” nel responsabile.
Pan si unì ad altri della sua
specie, chiamati Satiri, capitanati da Sileno e così tutti passarono le loro
giornate.
Tra i suoi amori più illustri
ci sono Pitis, ninfa menade mutata poi in pino; la ninfa Eco, Eufeme, la
nutrice delle muse e la dea Selene, con la quale ebbe un figlio di Nasso.
Il ruolo di Pan nella lotta
contro Tifeo
Un altro ruolo importante di
Pan fu la sua partecipazione alla lotta degli Olimpi contro Tifone, un mostro
generato da Gea e Tartaro, dotato di ali, cento teste, occhi terrificanti, voce
spaventosa che usciva da cento bocche e parte inferiore del corpo avvolta in
due gigantesche spirali serpentiformi.
Tifone entrò in competizione
con Zeus per il dominio del mondo; gli dei nel vederlo fuggirono terrorizzati
in Egitto dove si nascosero assumendo le forme più svariate: Zeus divenne un
ariete, Hera una vacca bianca, Afrodite si trasformò in un pesce, Ares in un
cinghiale, Apollo in un corvo, Artemide in un gatto, Hermes in un ibis e
Dioniso in una capra. Pan trasformò solo la sua metà inferiore nella coda di un
pesce e si nascose in un fiume.
L’unica che non si nascose fu
Atena che, denigrando gli altri dei, convinse Zeus a dar battaglia a Tifone.
Zeus ebbe inizialmente la peggio: Tifone lo avvolse con le sue spire, gli
recise i tendini di mani e piedi e lo rinchiuse in una grotta della Cilicia
sotto la custodia di Echidna, la sua sposa.
Pan riuscì a spaventarla con un
tremendo urlo ed Ermes le sottrasse i tendini di Zeus che, recuperate le forze,
si lanciò su un carro trainato da cavalli alati contro Tifone, bersagliandolo
di fulmini. Riuscì ad ucciderlo in Sicilia, seppellendolo sotto l’Etna. Da
allora il vulcano rivomita periodicamente i fulmini che avevano colpito il
drago.
Zeus premiò Pan trasformando il
suo aspetto ibrido di pesce e di capra in una costellazione, il Capricorno.
Pan contro Apollo: Mida ne fa
le spese
Un giorno Pan si ritrovò sul
monte Tmolo in Lidia (Turchia) intento a suonare. Trasportato dalle dolci note
osò sfidare il dio Apollo, dicendo che le sue melodie non potevano competere
con le note del suo flauto.
Apollo così scese dall’Olimpo
per gareggiare con Pan, invitando lo stesso Tmolo, il dio del monte, a fare da
giudice alla sfida.
Dapprima suonò Pan, ma quando
Apollo iniziò a toccare la sua lira, ogni cosa sembrò fermarsi alle sue note
tanto che Tmolo, senza esitare, lo dichiarò vincitore e lo stesso Pan si inchinò
a tanta grazia e armonia.
Solo Mida che per caso passava
da quelle parti e aveva assistito all’esibizione, iniziò a protestare dicendo
che doveva essere Pan il vincitore. A quel punto Apollo, per punire Mida della
sua arroganza, decise di trasformargli le orecchie in quelle di un asino, e
così fu.
Pan e l’ “infelice” incontro
con Ercole
Un episodio simpatico è
raccontato nel ciclo eracleo, quando il dio-capro ebbe un diverbio abbastanza
forte col figlio di Zeus.
Quando Ercole era il servo di
Onfale dopo il suo esilio per la morte di Ifito, Pan li vide su un’alta collina
del monte Tmolo e s’invaghì della regina di Lidia.
Il dio capro li seguì sin nei
pressi di una caverna, quivi per gioco Ercole ed Onfale si scambiarono i
vestiti. Dopo cena i due si coricarono in giacigli separati per fare dei
sacrifici a Dioniso: il rito imponeva una nottata in assoluta castità. Pan
intorno alla mezzanotte entrò nella grotta, si diresse nel giaciglio di Onfale
e si tuffò sotto le coperte, solo che invece di trovare la regina di Lidia
trovò Ercole, il quale gli diede un calcio talmente forte da scaraventarlo
fuori dalla caverna, tutto ammaccato.
Da quel giorno, Pan concepì un
odio terribile ed irrazionale per ogni tipo di veste e volle che i suoi
sacerdoti officiassero nudi e, per vendicarsi di Ercole, sparse la voce in giro
dello scambio di vestiti tra lui e la sua padrona.
Pan negli Hiperionidi
Pan è uno dei personaggi
principali di “Hiperionidi” edito da Montecovello Edizioni. Legato
sentimentalmente alla dea Selene, il ruolo del dio-capro è di vitale importanza
per la sorte degli eventi che si susseguono nel romanzo. Selene e Pan
condividono non solo l’amore, ma anche il dolore di essere stati abbandonati da
piccoli dalle rispettive madri; per questo motivo i due, per tutta la
narrazione, mostrano un solido e profondo legame sentimentale.
L’unione tra Pan e Selene
simboleggia la “coppia mista” che sopravvive in un contesto sociale straricco
di “chiacchiericcio”, quindi gente avvezza a giudicare e condannare
frettolosamente le persone. All’inizio del romanzo s’evince proprio questo.
“Tesoro, perché sei qui tutta
sola? Gli altri sono sul ponte che si divertono, perché non andiamo anche noi?”
così esordisce Pan.
“Perché noi siamo diversi e non
meritiamo di stare in mezzo a gente che discrimina” sentenzia Selene.
La differenza nell’aspetto
fisico – la dea bellissima e slanciata ed il dio mezzo uomo e mezzo capra – non
è quindi mai messa in discussione dalla coppia; gli unici che disapprovano
quest’unione sono le solite malelingue che echeggiano nell’aria e fra questi
c’è anche Elio, il futuro dio del sole, salvo poi ricredersi perché, come già
scritto, Pan sarà per la triade una straordinaria risorsa.
La morte di Pan
Pan è noto anche nel mito greco
in quanto è l’unico dio del mito classico che muore e la notizia la dà Tamo, un
marinaio su una nave diretta in Italia.
Una voce divina gridò dal di là
del mare: “Tamo, quando raggiungerai Palodi, annuncia a tutti che il grande dio
Pan è morto”!
Bibliografia:
Angelo Della Pietra, Vita da …
dei, Marco Derva Editore
Robert Graves, I miti greci,
Longanesi e C.
Ovidio, Le metamorfosi, I e XI
libro, Oscar Mondadori
Luciano De Crescenzo, I grandi
Miti Greci, Oscar Mondadori
Marco Parisi, Hiperionidi,
Montecovello Edizioni
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