Ogni governo dovrebbe attuare la politica estera a nome della propria gente. Ogni governo dovrebbe determinare quali nazioni hanno agito in amicizia con la propria gente. Nella maggior parte dell’Europa orientale, i migliori interessi della gente non vengono però presi in considerazione.
Davide, 8 settembre 2018
DI PHIL BLUTER
journal-neo.org
Con le
relazioni tra Grecia e Turchia che sullo sfondo continuano a scaldarsi, l’idea
tradizionale che Washington sia un alleato greco dovrebbe essere riesaminata ad
Atene. La pubblicazione di documenti che mostrano Henry Kissinger, allora
Segretario di Stato USA, a sostegno delle tattiche turche durante l’invasione
di Cipro del 1974, è alquanto eloquente. Secondo la notizia, Kissinger disse a
Gerald Ford che “la Turchia aveva il diritto di conquistare una parte dell’isola”.
Il tanto decantato consigliere politico di Washington è anzi andato oltre,
dicendo che credeva che “la Turchia sarebbe diventata un alleato migliore della
Grecia”, nel giustificare il suo consiglio al presidente.
Nel
documento declassificato della conversazione avvenuta alla Casa Bianca, il
presidente Ford, Kissinger e (cosa interessante) il maggiore generale Brent
Snowcroft erano i partecipanti. È giusto dire che sia Kissinger che Snowcroft
sono parte integrante del problema che la politica estera americana è
diventata. Entrambi sono stati consiglieri di ogni presidente dopo Nixon, ed
entrambi sono istigatori e figure chiave dell’egemonia americana. Dalla
Commissione Trilaterale al Council on Foreign Relations, entrambi hanno svolto
ruoli chiave in operazioni di regime change, spionaggio, guerre per procura,
dal Venezuela al Vietnam, aiutando a prosperare le reti commerciali americane
all’estero. La scoperta di questi documenti dovrebbe essere una sveglia per
ogni greco. Il messaggio in essi contenuto è: l’America all’estero non ha
amici, solo leve. Cosa evidente se si pensa alla Dottrina Truman ed alla
politica estera da allora.
Per chi non
lo sapesse, l’operazione Attila venne lanciata dalla Turchia il 20 luglio 1974,
in seguito al colpo di stato cipriota di cinque giorni prima. Il golpe di
elementi connessi alla giunta militare greca diede ai turchi ed
all’amministrazione americana il via libera per mettere un paletto nel cuore
del cosiddetto “Regime dei Colonnelli” greco. La storia più ampia, il ruolo della
CIA e della leadership americana, è però argomento di un altro articolo. Il
ruolo di Kissinger e di Washington allora, ma anche ora, è la “verità” che ogni
greco ed est europeo dovrebbe cogliere.
Cipro rimane
divisa da quando gli Stati Uniti hanno sostenuto l’invasione da parte della
Turchia. Le divisioni tra i ciprioti, a causa della brutale guerra civile che
ha ucciso migliaia di persone e spostato altre decine di migliaia, sono
cicatrici dalle quali i ciprioti trovano difficile guarire. Le iniziative
diplomatiche volte a riunificare l’isola hanno di conseguenza fatto pochi passi
avanti dal ’74. Per mostrare come Kissinger ed il ruolo dell’amministrazione
Ford siano stati erroneamente rappresentati, cito dall’articolo del New York
Times di quell’anno:
“Questa
visione critica del ruolo americano è stata mitigata dai commenti per i quali
Washington avrebbe probabilmente potuto fare comunque poco per impedire le
ostilità. Molti però in Europa si chiedono perché gli Stati Uniti non ci
abbiano provato più a fondo e perché si sia fatta vedere inefficace”.
Ai tempi,
gli esperti semplicemente pensavano che Ford e Kissinger fossero stati
“morbidi” sulla questione Cipro, quando in realtà svolsero un ruolo attivo. I
giornalisti del periodo presumevano che Kissinger e quelli da lui consigliati
si stessero ancora riprendendo dallo scandalo
Watergate. L’incontro tra i tre ci dice però che dietro le quinte si
stava pianificando. La lettura di questi archivi del NYT ci dimostra
chiaramente come la politica estera americana venga prima inventata e poi
propagandata dai media. Leggete qui l’arroganza:
“Il suo (un
esperto di Washington) parere, condiviso da altri, era che il governo
all’inizio avesse scelto una linea a sostegno del governo greco, la giunta
spodestata otto giorni dopo il golpe come diretta conseguenza della crisi.
Washington diede in effetti l’impressione di essere serena sulla cacciata del
presidente Makarios, e sembrava addirittura disposta ad accettare il suo
sostituto antiturco, Nikos Giorgiades Sampson, se solo Cipro fosse rimasto
tranquillo”.
Potete
leggere questi documenti da voi, via tweet di Euripides Evriviades, Alto
Commissario per la Repubblica di Cipro nel Regno Unito di Gran Bretagna ed
Irlanda del Nord.
Credo di
aver fatto passare il mio punto. I politici statunitensi si sono immischiati
negli affari della Grecia e di altre nazioni, a danno della popolazione di
quegli stati. Gli stessi giocatori sono peraltro ancora nella stanza dei
bottoni. Kissinger tira ancora le leve, così come Snowcroft, così come i loro
benefattori dietro le quinte. Chi può dire come sarebbe la situazione oggi se
gli Stati Uniti fossero rimasti completamente fuori dalla vicenda di Cipro.
Meglio ancora, se Kissinger ed il suo gruppo avessero fatto allora il proprio lavoro,
Cipro sarebbe rimasta unita per tutti questi decenni. I ciprioti sembrano non
riuscire a rimarginare le ferite: i loro parenti defunti e sfollati, il loro
potenziale avrebbero potuto rendere il paese molto più forte.
Nessuno lo
saprà mai.
Phil Butler
Fonte:
https://journal-neo.org/
Link:
Traduzione
per www.comedonchisciotte.org a cura di HMG
0 7.09.2018
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