Il Segretario alla Difesa statunitense Jim Mattis è
arrivato a Skopje, in Macedonia. Un viaggio importante perché due sono gli
obiettivi dichiarati del vertice militare americano: sostenere il “sì” al
referendum sull’accordo con la Grecia e, contemporaneamente, colpire quella che
Mattis ha definito “campagna d’influenza” della Russia.
Come spiegato su questa testata, l’accordo fra Grecia e
Macedonia è da tempo al centro di una sfida fra Russia e Stati Uniti, o meglio
fra Russia e blocco Nato. L’accordo infatti apre le porte al riconoscimento di
Skopje da parte di Atene e, di conseguenza, sarebbe il primo step per il
successivo inserimento della Macedonia del Nord (questo sarebbe il nome
ufficiale) sia nell’Unione europea che nell’Alleanza atlantica.
Gli Stati Uniti, come ovvio, hanno spinto intensamente
per giungere a un patto fra i due Paesi. E questo accordo è anche la
dimostrazione di un allineamento del governo greco sulle posizioni americane
dopo che per anni Atene ha seguito una politica di equilibrio fra le istanze
della Nato e la volontà della Russia, potenza con cui la Grecia ha sempre avuto
forti legami a livello politico e culturale.
Un’amicizia che in questi ultimi tempi è iniziata a
diventare sempre più debole, a tal punto che il governo di Alexis Tsipras ha
deciso di espellere alcuni diplomatici russi con l’accusa di interferire nel
dialogo con la Macedonia. Un’accusa grave visti i tradizionali rapporti
cordiali fra Atene e Mosca ma che è indice di un rapporto particolarmente
convulso, in questo momento, fra Grecia e Russia.
Nel filone delle interferenze russe, non poteva non
intervenire lo stesso capo della Difesa americana. Il leader del Pentagono ha
denunciato “la campagna di influenza russa” nell’ex repubblica jugoslava. “Non
vogliamo vedere la Russia fare quello che ha fatto in così tanti altri Paesi”,
ha detto Mattis, aggiungendo che “senza dubbio” la Russia ha finanziato gruppi
politici contrari al referendum.
Washington accusa costantemente Mosca di essere contraria
agli accordi e di aver avviato una pesante campagna di disinformazione. Da una
parte per convincere l’elettorato macedone a votare contro e dall’altra parte
per il no al referendum. Dall’altra parte, per supportare le aree radicali
greche a protestare per la possibilità del patto con la Macedonia. In alcuni
casi, le fonti avevano parlato anche di un presunto intervento russo con la
comunità monastica del Monte Athos per creare una sorta di opposizione
religiosa-nazionalista all’accordo.
Ed è chiaro che l’accordo sulla “Macedonia del Nord” sia
uno scontro fra superpotenze. Se la Macedonia conferma il patto con la Grecia,
per la Russia significa avere un altro Paese Nato nei Balcani. Una regione che
un tempo era in larga parte sotto l’influenza di Mosca e che oggi vedrebbe un
nuovo tassello cadere nella strategia di espansione verso Est voluta dalla
Nato. E questa eventualità, per il Cremlino, è un pericolo che non può essere
sottovalutato, considerando anche la costante espansione orientale del blocco
atlantico verso il territorio russo.
Mattis è lì per confermare l’impegno degli Stati Uniti
nei Balcani. Ma è anche la conferma di come, a prescindere dai rapporti
positivi fra Donald Trump e Putin, il Pentagono e il blocco degli alleati
occidentali seguono una strategia fortemente tesa al contenimento di Mosca in
Europa.
A questo proposito, è interessante osservare la
differenza fra le dichiarazioni di Trump sul Montenegro, quando disse che
sarebbe stato controproducente avere Podgorica nella Nato, e le intenzione del
segretario alla Difesa, fortemente convinto del ruolo euro-atlantico della
Macedonia. Uno iato che conferma quanto già osservato in questi mesi fra le
idee della Casa Bianca e quelle del Pentagono.
Ma la Nato sembra avere fatto blocco comune sul fattore
Macedonia. Per il Patto atlantico, avere i Balcani è essenziale. E significa
soprattutto inserire sotto un unico ombrello protettivo tutta l’area
mediterranea che unisce la parte centrale a quella orientale. E questa volontà
statunitense è stata riaffermata anche dal ministro della Difesa, Elisabetta
Trenta, che in queste ore si trova a Skopje in visita ufficiale. Il ministro ha
dichiarato che il governo italiano sostiene le “aspirazioni euro-atlantiche”
del governo macedone e di ritenere essenziale l’accordo con la Grecia:
consolidando in questo modo l’asse con Washington.
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