Ucciso perché in procinto di rapinare una gioielleria? La
morte di Zak Kostopoulos ha diviso persino la comunità LGBT.
Federico Boni, 26 settembre 2018
Zak Kostopoulos, 33 anni, è stato brutalmente picchiato
sabato scorso, davanti ad una gioielleria.
Attivista LGBT che ha a lungo lottato per abbattere i
pregiudizi sulle persone sieropositive, Zak è stato letteralmente pestato a
morte. Portato in ospedale, è deceduto poco dopo. Le immagini di sicurezza di
una telecamera ci mostrano Kostopoulos con un estintore in mano, davanti alla porta
principale del negozio. A quel punto il proprietario della gioielleria e un
altro uomo si sono avventati su di lui, prendendolo a calci. Secondo quanto
riferito la polizia era a pochi metri dal pestaggio, ma è intervenuta con
colpevole ritardo.
I notiziari locali riportano che Kostopoulos era un
“tossicodipendente” che intendeva rapinare il negozio, affermando persino che
fosse armato di un coltello. Ma molti presenti negano. La morte di Zak ha
diviso la stessa comunità LGBT, perché c’è chi ritiene la sua morte
ingiustificata e chi appoggia il proprietario del negozio, intervenuto in
difesa della propria proprietà. La vita di un uomo può essere paragonata ad una
manciata di pietre preziose (probabilmente anche assicurate)?.
Zak non è entrato nel negozio per rubare ed era
disarmato, denunciano gli amici, ma non è chiaro per quale motivo avesse un
estintore in mano. Il medico legale non ha fornito le cause della morte,
riferisce la CNN.
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