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Nonostante
l'arresto della sua leadership dopo l'omicidio del rapper Pavlos Fyssas, il
movimento neonazista Alba dorata continua ad avere sostegno nell'impoverita
società greca
La Grecia è un
paese senza legami storici con il nazismo: alle elezioni nazionali del 1996
"Alba Dorata", organizzazione neonazista creata nel 1980 e
trasformata in partito politico nel 1993, ha ottenuto solo lo 0,07% dei voti.
Qualcosa però è
cambiato con la lunga crisi economica che affligge il paese dal 2008: i
sentimenti anti-europei creati dalle dure misure di austerità hanno dato forza
ad Alba Dorata, che nelle elezioni di settembre 2015, è diventata il terzo
partito nel parlamento greco con il 6,99% dei voti. Una minaccia mortale per le
persone migranti, Rom e LGBTQ oltre che un imbarazzo per tutti i greci
democratici e antifascisti.
Eppure, un anno e
pochi mesi prima delle elezioni anticipate di gennaio 2015 (quando AD ha
ottenuto il 6,28% dei voti), membri del movimento neo-nazista avevano ucciso il
rapper Pavlos Fyssas, 34 anni, amata e influente figura nella comunità hip-hop
delle periferie ovest di Atene. L'opinione pubblica ne è rimasta traumatizzata,
ma Alba Dorata sembra non aver subito alcuna conseguenza ed è ancora popolare
sulla scena politica greca.
Per seguire il
processo Fyssas
È possibile
seguire il processo, descritto come "il più grande processo a criminali
fascisti in Europa dopo il processo di Norimberga”, per citare Kevnin Ovenden,
su GoldenDawnWatch e nella sezione "Internattional" di JailGoldenDawn.
Le due iniziative, gestite da avvocati e giornalisti, forniscono materiale
aggiornato sui processi in inglese e altre lingue.
L'assassinio
Pavlos Fyssas è
stato accoltellato al cuore, a sangue freddo, da Yorgos Roupakias, attivista di
Alba Dorata. Fyssas, che si trovava con alcuni amici in un caffè nel suo
quartiere, era stato notato da un membro del ramo locale di Alba Dorata. Ben
presto, dopo esser stati avvertiti via SMS, oltre 40 membri del partito sono
arrivati sulla scena, armati di tirapugni, ed hanno dato vita ad uno scontro
verbale con Fyssas e il suo gruppo.
Roupakias non ha
esitato a guidare contromano, parcheggiare in divieto e scendere mostrando
apertamente il coltello con cui poi avrebbe ucciso. Arrestato pochi minuti dopo
l'omicidio da alcuni agenti di polizia, che erano rimasti nelle vicinanze senza
intervenire, Roupakias avrebbe detto: “Sono uno dei vostri”, a rimarcare la
percezione dei legami politici e ideologici tra Alba Dorata e le forze di
polizia elleniche.
Il processo
In seguito
all'assassinio di Fyssas, il 18 settembre 2013 è stato arrestato l'intero
gruppo parlamentare di Alba Dorata, nonché molti membri meno prominenti. La
leadership è rimasta in custodia per 18 mesi, mentre il processo è iniziato il
25 aprile 2015. Il dibattito in aula riguarda anche i tentati omicidi di
pescatori di origine egiziana e sindacalisti affiliati al partito comunista
greco.
Alba Dorata ha
utilizzato il processo e la reclusione della propria leadership per presentarsi
come un movimento di “attivisti perseguitati” e riaffermare le proprie radici
ideologiche. Dal leader Nikos Michaloliakos, che nel corso di un'intervista
radiofonica del 2015 ha ammesso la responsabilità politica per l'omicidio di
Fyssas, ai militanti di partito che gridavano "Dove è tuo figlio
adesso?" alla madre di Fyssas durante il dibattimento, per alcuni membri
di Alba dorata l'omicidio è ancora motivo di orgoglio.
Impatto
A prima vista, il
potere e la popolarità di Alba Dorata sembrano inalterati. “Io non sono
d'accordo”, dichiara però a OBCT Vassiliki Georgiadou, professore associato di
Scienze politiche presso l'Università Panteion di Atene. “Dobbiamo considerare
la popolarità di Alba Dorata prima dell'omicidio: sondaggi attendibili davano
Alba Dorata in doppia cifra con tendenza al rialzo. Questa tendenza si
interrompe dopo l'omicidio Fyssas e soprattutto con l'inizio dell'inchiesta
giudiziaria”.
Alba Dorata ha
però mantenuto il sostegno di circa il 7% dell'elettorato. “Naturalmente, la
sua base politica si è stabilizzata” spiega il Prof. Georgiadou “dati
qualitativi e quantitativi mostrano che i suoi sostenitori l'hanno votata più
di una volta, il che indica l'esistenza di un serbatoio stabile. Ma le maschere
sono cadute: se inizialmente Alba Dorata era sostenuta dal voto di protesta,
questi elettori sono tornati a Nuova Democrazia o partiti politici minori dopo
che il partito di Michaloliakos si è rivelata un'organizzazione estremista e
violenta”.
Concorda lo
scrittore, politico e studioso Savvas Michael, segretario generale del partito
di sinistra marxista extraparlamentare "EEK" (Partito Rivoluzionario
dei Lavoratori) e figura ampiamente rispettata nella sinistra radicale in
Grecia, che spiega il persistere dei consensi per Alba Dorata: “La formazione
neo-nazista resta impunita, ma non indenne. Tuttavia, la crisi politica, etica
e sociale della Grecia in bancarotta, insieme alla delusione verso il governo
SYRIZA-ANEL, lascia spazio al populismo fascista”. Michael evidenzia anche come
la polizia copra i reati di Alba Dorata: “Le volgarità contro la madre di
Fyssas, le intimidazioni dei testimoni e altre brutalità dei membri di Alba
Dorata all'interno del tribunale rimangono impunite. Al contrario, la polizia
lancia gas lacrimogeni contro gli antifascisti in aula”.
Un processo
storico
Visto che la
Costituzione greca proibisce di vietare qualsiasi partito politico, Alba Dorata
verrà esclusa dal panorama politico greco solo se i giudici dimostreranno che è
un'organizzazione criminale. Un'eventuale decisione in questa direzione avrà
conseguenze per l'intera Europa, oltre che per la Grecia. “Il processo in corso
è importante anche per l'Europa del dopoguerra in generale, dove i partiti
politici, compresi quelli estremisti, rimangono di solito nel quadro
costituzionale e democratico”, osserva il prof. Georgiadou.
Tuttavia, a
differenza del gruppo neonazista che ha ucciso dei membri della minoranza rom
in Ungheria (processo 2011-2013) e il gruppo NSU sotto processo in Germania,
Alba Dorata gode di una paradossale legittimazione istituzionale. La storia, se
dimenticata, colpisce ancora.
Elvira Krithari, Atene
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