La crisi in
Grecia non lascia margini di manovra e l’economia del paese continua a
soffrire. I dati dell’ultimo trimestre sono peggiori del previsto, ecco per
quale ragione.
Le stime infatti
potrebbero ben presto essere riviste al ribasso, dal momento che l’economia del
paese si continua a contrarre.
Non è infatti
ancora giunto il momento peggiore, non si è ancora avuto il picco della crisi,
che continua a far registrare dati negativi. Il tasso di disoccupazione si
attesta ancora oltre il 23% e il PIL è calato dell’1,2%, un vero e proprio
disastro.
Le trattative per
il nuovo piano di salvataggio si sono arrestate e le prospettive di riuscire a
salvarsi dal default imminente sembrano sempre più nere. La Grecia non ha
ancora conosciuto il picco della crisi e questo ormai è ben chiaro.
Ecco la
situazione nel paese e fino a che punto potrà arrivare la contrazione
dell’economia.
Economia greca:
la crisi è solo all’inizio
Lunedì 6 marzo
sono stati resi noti i dati sull’andamento dell’economia greca, che hanno
mostrato come la Grecia stia dando dei risultati peggiori di quelli che si
credeva avrebbe ottenuto.
La contrazione è
infatti tre volte peggiore di quello che si ipotizzava si sarebbe registrata
per il PIL: passando da un -0,4% previsto ad un -1,2%.
Il trimestre così
è il peggiore dall’estate 2015, quando la crisi toccò il picco massimo, che si
pensava essere il dato peggiore in assoluto. Il paese è invece in condizioni
peggiori al momento e sembra sempre più necessario un aiuto economico da parte
della BCE e dell’Unione europea.
La tranche di
pagamenti sarà necessaria per riuscire a evitare il default di luglio,
inevitabile per l’arrivo delle scadenze dei titoli di stato. I soldi però
arriveranno solo dopo che Atene stabilirà nuove manovre di austerità e
imposterà dei nuovi tagli alla spesa pubblica.
Applicando nuovi
tagli e imponendo delle leggi di austerity più dure, in che modo potrà crescere
il paese? La Grecia non sembra infatti destinata a migliorare dal punto di
vista economico, dal momento che verranno imposte nuove manovre repressive e la
crisi in sostanza non è che all’inizio.
L’UE non tiene
infatti in considerazione il motivo che ha portato alla contrazione
dell’economia in questo ultimo trimestre: la diminuzione della spesa pubblica.
La spesa pubblica
ha infatti subito una diminuzione del 2,1% nell’ultimo trimestre e le
ripercussioni si sono subito mostrate chiare a tutti, o quasi. L’Unione europea
infatti non ha percepito i due dati come strettamente legati e continua a
chiedere di ridurre la spesa pubblica.
Una proposta che
porterà la Grecia a segnare dati ancora peggiori di quelli attuali e arriverà
ad un nuovo picco della crisi.
Quali sono i
problemi della Grecia?
L’economia e il
suo andamento non è il solo problema della Grecia, che al momento si trova
schiacciata dalla richieste dei creditori. Difatti l’UE, con la Germania in
testa, spinge perché sia rispettato il disavanzo previsto: il 3,5% di avanzo
primario del PIL per il 2018.
Un obiettivo che,
come sostiene lo stesso Fondo Monetario Internazionale, non potrà mai essere
conseguito dallo stato se l’economia non cresce e non si alleggeriscono le
manovre di austerità e pressione fiscale.
L’eurozona è però
sorda alle richieste del FMI e della Grecia stessa, che in più occasioni ha
richiesto un alleggerimento del debito e una dilazione delle tempistiche di
restituzione.
L’UE non riesce
infatti a capire che per ottenere i risultati che desidera è necessario che
l’economia del paese riprenda un corso positivo.
In sostanza la
Grecia si trova in vero e proprio paradosso, con l’eurozona che chiede nuove
manovre di austerità, che gli impediscono di crescere e la necessità di
aumentare il PIL per riuscire a raggiungere gli obiettivi stabiliti.
Certamente se le
cose non cambieranno però lo stato non arriverà mai a soddisfare le richieste
dei creditori.
Maurizio Contini
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