Κυριακή 12 Μαρτίου 2017

Paradosso Grecia: il taglio alla spesa pubblica uccide il PIL, ma l’UE vuole nuove manovre

Paradosso Grecia: il taglio alla spesa pubblica uccide il PIL, ma l'UE vuole nuove manovre

La crisi in Grecia non lascia margini di manovra e l’economia del paese continua a soffrire. I dati dell’ultimo trimestre sono peggiori del previsto, ecco per quale ragione.

La crisi in Grecia si pensava avesse raggiunto il suo picco massimo e fosse arrivato il momento di risalita per l’economia. Dopo le stime di crescita del PIL per l’anno in corso, che prevedevano un aumento del PIL tra il 2,5 e il 2,7%, la situazione torna però a dare cattivi segnali.

Le stime infatti potrebbero ben presto essere riviste al ribasso, dal momento che l’economia del paese si continua a contrarre.

Non è infatti ancora giunto il momento peggiore, non si è ancora avuto il picco della crisi, che continua a far registrare dati negativi. Il tasso di disoccupazione si attesta ancora oltre il 23% e il PIL è calato dell’1,2%, un vero e proprio disastro.

Le trattative per il nuovo piano di salvataggio si sono arrestate e le prospettive di riuscire a salvarsi dal default imminente sembrano sempre più nere. La Grecia non ha ancora conosciuto il picco della crisi e questo ormai è ben chiaro.

Ecco la situazione nel paese e fino a che punto potrà arrivare la contrazione dell’economia.

Economia greca: la crisi è solo all’inizio

Lunedì 6 marzo sono stati resi noti i dati sull’andamento dell’economia greca, che hanno mostrato come la Grecia stia dando dei risultati peggiori di quelli che si credeva avrebbe ottenuto.

La contrazione è infatti tre volte peggiore di quello che si ipotizzava si sarebbe registrata per il PIL: passando da un -0,4% previsto ad un -1,2%.

Il trimestre così è il peggiore dall’estate 2015, quando la crisi toccò il picco massimo, che si pensava essere il dato peggiore in assoluto. Il paese è invece in condizioni peggiori al momento e sembra sempre più necessario un aiuto economico da parte della BCE e dell’Unione europea.

La tranche di pagamenti sarà necessaria per riuscire a evitare il default di luglio, inevitabile per l’arrivo delle scadenze dei titoli di stato. I soldi però arriveranno solo dopo che Atene stabilirà nuove manovre di austerità e imposterà dei nuovi tagli alla spesa pubblica.

Applicando nuovi tagli e imponendo delle leggi di austerity più dure, in che modo potrà crescere il paese? La Grecia non sembra infatti destinata a migliorare dal punto di vista economico, dal momento che verranno imposte nuove manovre repressive e la crisi in sostanza non è che all’inizio.

L’UE non tiene infatti in considerazione il motivo che ha portato alla contrazione dell’economia in questo ultimo trimestre: la diminuzione della spesa pubblica.

La spesa pubblica ha infatti subito una diminuzione del 2,1% nell’ultimo trimestre e le ripercussioni si sono subito mostrate chiare a tutti, o quasi. L’Unione europea infatti non ha percepito i due dati come strettamente legati e continua a chiedere di ridurre la spesa pubblica.

Una proposta che porterà la Grecia a segnare dati ancora peggiori di quelli attuali e arriverà ad un nuovo picco della crisi.

Quali sono i problemi della Grecia?

L’economia e il suo andamento non è il solo problema della Grecia, che al momento si trova schiacciata dalla richieste dei creditori. Difatti l’UE, con la Germania in testa, spinge perché sia rispettato il disavanzo previsto: il 3,5% di avanzo primario del PIL per il 2018.

Un obiettivo che, come sostiene lo stesso Fondo Monetario Internazionale, non potrà mai essere conseguito dallo stato se l’economia non cresce e non si alleggeriscono le manovre di austerità e pressione fiscale.

L’eurozona è però sorda alle richieste del FMI e della Grecia stessa, che in più occasioni ha richiesto un alleggerimento del debito e una dilazione delle tempistiche di restituzione.

L’UE non riesce infatti a capire che per ottenere i risultati che desidera è necessario che l’economia del paese riprenda un corso positivo.

In sostanza la Grecia si trova in vero e proprio paradosso, con l’eurozona che chiede nuove manovre di austerità, che gli impediscono di crescere e la necessità di aumentare il PIL per riuscire a raggiungere gli obiettivi stabiliti.

Certamente se le cose non cambieranno però lo stato non arriverà mai a soddisfare le richieste dei creditori.

Maurizio Contini




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