Nella Grecia
della crisi economica aumentano i genitori costretti a lasciare i propri figli
all'interno di una casa famiglia perché non sono in grado di provvedere a loro
esigenze
La casa famiglia
di Kallithea, comune di 100mila anime alle porte di Atene, è stata fondata
circa un secolo fa per accogliere gli orfani di guerra. Oggi la struttura è
diventata, suo malgrado, un simbolo dello sgretolamento del tessuto sociale
provocato dalla crisi economica in Grecia. "Sono sempre di più i genitori
che ci chiedono di occuparci dei loro figli durante la settimana, perché non
sono in grado di provvedere ai loro bisogni primari", afferma Iro Zervaki,
direttore della casa famiglia.
Stando ai dati diffusi
dall'Onu, ad oggi in Grecia un quarto della forza lavoro è disoccupata ed è
cresciuto il numero dei bambini che versano i condizioni di povertà. Molti
genitori sono costretti a fare affidamento sulle pensioni dei nonni per poter
arrivare a fine mese ma oramai anche queste hanno subito numerosi tagli,
condizionando fortemente il ménage familiare.
È dunque
aumentato il numero di chi, incapace di assicurare cibo e un tetto sopra la
testa ai propri figli, è stato costretto ad affidare i bambini alla casa
famiglia durante la settimana. I piccoli alloggiano nella struttura dal lunedì
al venerdì e tornano con i genitori il week-end. "Ci sono però dei casi
più gravi - spiega l'assistente sociale Anthoula Zarmakoupi - Alcuni hanno
perso la casa e non possono riprendersi i figli nemmeno il fine
settimana".
Al momento sono
circa 40 i bambini in lista d'attesa per entrare nella casa famiglia - che
dispone di soli 25 posti letto - un numero quattro volte superiore rispetto
agli anni precedenti. E, assicura Zervaki, se le cose nel Paese non migliorano
velocemente potrebbe venire a mancare anche questo servizio. La struttura si
trova sotto organico e il taglio dei finanziamenti da parte dello Stato mette
in dubbio la sua sopravvivenza per il prossimo anno. "Ora riesco a pagare
solo la metà dello stipendio ai dipendenti", afferma il direttore.
All'interno della
casa famiglia le coperte blu coprono i pochi letti addossati ai muri delle
camere spoglie. Fuori, nel cortile chiassoso, una bambina tira la manica
dell'assistente sociale. "Quando viene a prendermi la mamma?",
chiede. "Abbiamo avuto qualche problema - spiega Zervaki - Alcuni bambini
hanno cercato di fuggire per raggiungere i propri genitori, correndogli dietro.
La situazione non si risolverà certo dall'oggi al domani, ma speriamo non ci
voglia ancora molto".
di ALESSANDRA DEL ZOTTO
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