Il premier greco
Tsipras potrebbe annunciare entro domani elezioni anticipate. Sarebbe la fine
per il suo governo, che in oltre due anni di tensioni con i creditori non ha
prodotto alcun risultato positivo per l'economia della Grecia.
Il premier greco
Alexis Tsipras potrebbe tenere tra oggi e domani una conferenza stampa sul
negoziato in stallo con i creditori pubblici (UE, BCE e FMI) per l’ottenimento
della nuova tranche di aiuti, all’interno del terzo bailout da 86 miliardi di
euro varato nell’estate di due anni fa e senza la quale Atene avrebbe molte
difficoltà a rimborsare a luglio 7 miliardi di prestiti in scadenza, di cui una
fetta importante alla BCE. Secondo un’indiscrezione riportata da Forex Live,
nel corso della conferenza, Tsipras potrebbe denunciare le condizioni ardue
richieste per ottenere la nuova liquidità e annunciare le dimissioni da premier
e l’indizione di elezioni anticipate, che sarebbero eventualmente le terze dal
gennaio 2015.
Contrariamente al
recente passato, la minaccia del voto è un’arma spuntata per il governo
ellenico attuale, dato che i sondaggi danno Syriza, la coalizione di estrema
sinistra della maggioranza e alla quale appartiene lo stesso premier, in netta
crisi di consensi e dimezzata rispetto alle ultime elezioni di appena 18 mesi
fa, doppiata dai conservatori di Nuova Democrazia, oggi fermamente
all’opposizione e su posizioni molto europeiste e più vicine a quelle dei
creditori. (Leggi anche: Grecia fuori dall’euro per passare al dollaro)
Le misure chieste
dai creditori
Due le misure
richieste sopra ogni altra ad Atene: il taglio delle pensioni, ancora oggi alte
mediamente quanto in Germania, tanto da incidere per il 17,5% del pil ellenico,
la percentuale più alta tra tutti i paesi OCSE; la riduzione delle detrazioni
fiscali per i redditi da lavoro, che esentano dal pagamento delle tasse i
contribuenti con dichiarazioni inferiori a circa 8.000 euro all’anno, la metà
del totale, gravando la tassazione sull’altra metà.
Trattandosi di
misure estremamente impopolari, Tsipras non troverebbe conveniente intervenire
su di esse, consapevole che nel caso di elezioni anticipate, perderebbe la
guida del governo e tornerebbe all’opposizione. E’ l’ammissione di un
fallimento politico a tutto tondo. L’economia ellenica è rimasta in recessione
anche nel 2016, anche se attesa in moderata crescita quest’anno, mentre la
disoccupazione è tornata a salire al 23,6% nel quarto trimestre dello scorso
anno, segno che le politiche di scontro frontale con i creditori, adottate dal governo
Tsipras, non avrebbero portato ad alcun risultato positivo.
Giuseppe Timpone
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