Ha preso il
via, con un convegno molto importante, il ciclo di incontri “ Pithekoussai e
l’Eubea tra Oriente e Occidente” in programma fino al prossimo 17 maggio a
Lacco Ameno.
15 05 2018
Tantissimi
gli argomenti sul tavolo e bellissime le scoperte e le nuove prospettive
svelate dai ricercatori intervenuti.
Dopo i
saluti istituzionali del sindaco Pascale, hanno preso la parola molte
personalità importanti, tra cui: Caterina Bob Valsassina,Direttore Generale
Archeologia, Belle Arti E Paesaggio, Mibact; Teresa E. Cinquantaquattro,
Soprintendente Abap Per L’area Metropolitana Di Napoli; Elda Morlicchio,
Rettrice Dell’università Degli Studi Di Napoli L’”Orientale”; Michele
Bernardini, Direttore Del Daam, Università Degli Studi Di Napoli L’”Orientale”;
Emanuele Papi, Direttore Della Scuola Archeologica Italiana Di Atene; Corrado
Matera, Assessore Con Delega Al Turismo, Regione Campania; Rosanna Romano,
Direttore Generale Per Le Politiche Culturali E Il Turismo, Regione Campania;
Cecilia Prota, Assessore Alla Cultura Del Comune Di Lacco Ameno; Paolo
Giulierini, Direttore Del Museo Archeologico Nazionale Di Napoli; Nadia Murolo,
Dirigente Per La Valorizzazione E Promozione Dei Beni Culturali, Regione
Campania.
Molto
interesse, poi, per la relazione del dott. Nota Kourou, Università Di Atene dal
titolo “Euboean Pottery In A Mediterranean Perspective” e i contributi di Bruno
D’agostino, Università Degli Studi Di Napoli L’”Orientale”, con “Le
Problematiche Archeologiche” e Alfonso Mele, Università Degli Studi Di Napoli
“Federico II” con “Le Problematiche Storiche”.
Il convegno
prevede sei sezioni tematiche destinate a illustrare i più recenti scavi
condotti in Grecia e nelle aree interessate dai contatti con l’Eubea e le
novità che emergono da nuovi e importanti studi condotti su Ischia e su Cuma,
mettendo in luce quella fitta rete di contatti e di scambi che, lungo le rotte
del Mediterraneo, metteva in comunicazione le coste dell’Oriente e
dell’Occidente.
Scopo
dell’iniziativa, che sarà accompagnata entro l’estate da una mostra archeologica
sulla parte ancora inedita della necropoli di San Montano, alla quale
collaborerà il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, è la valorizzazione
dell’eccezionale patrimonio culturale dell’isola di Ischia, in passato come
oggi importante crocevia di genti e di culture diverse.
Il convegno
è stato organizzato da Teresa E. Cinquantaquattro (Soprintendenza Archeologia,
Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli), Matteo D’Acunto
(Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”) e Cecilia Prota, Assessore
alla Cultura del Comune di Lacco Ameno (Ischia) grazie a risorse messe a
disposizione dalla Regione Campania con fondi a valere sul POC Campania
2014/2020.
LA NOSTRA
STORIA
Pithekoussai,
terra d’incontro tra i popoli del Mediterraneo. Nella fitta trama della
necropoli, già da tempo è stata messa in risalto la presenza di componenti
etniche diverse: accanto ai Greci convivono genti provenienti dall’Oriente, dal
mondo italico dell’area tirrenica (etrusco-laziale e campana) e dall’area adriatica.
A distinguere le sepolture sono le modalità del seppellimento o l’attestazione
nei corredi di elementi estranei al repertorio greco. Già G. Buchner aveva
posto l’attenzione su alcune sepolture di adulti che, contrariamente alla
regola riservata a questa classe d’età, erano stati inumati in posizione
supina, senza alcun oggetto di corredo. Per essi, come per le tombe ad
inumazione in posizione rannicchiata, che identificano individui provenienti
probabilmente dalla Daunia (attuale provincia di Foggia) o dall’area compresa
tra la quest’ultima e la Basilicata, si è pensato a persone poste ad un livello
basso della scala sociale.
Un valore di
marker etnico è stato attribuito alla ceramica d’impasto, diffusa in alcune
sepolture a inumazione ubicate spesso in posizione marginale all’interno del
sepolcreto. In questa casistica rientrano le tombe caratterizzate dalla
fusaiola d’impasto, come la tomba 891, o dalla
presenza di anforette, attingitoi o scodelle biansate d’impasto, come nelle
sepolture 1005 e 755. Questi vasi, estranei al repertorio locale, rimandano
alla cultura della Campania settentrionale, a Capua e agli insediamenti
indigeni della mesogaia, rivelando intensi fenomeni di mobilità.
La
composizione della necropoli di Pithekoussai, nella quale trovano posto, ai
diversi gradi della scala sociale, Greci, Italici, Orientali, è specchio di una
comunità aperta, la cui importanza e centralità nella storia del Mediterraneo
affonda le radici nella fecondità delle dinamiche interculturali.
Le Foto di Franco
Trani qui:
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