E' una delle
"bestie nere" per i maturandi di sempre, insieme al latino e alla
matematica. I consigli della Prof per capire come superare brillantemente la
versione di greco antico
Erika Bertossi, 22 maggio 2018
L'esame di
maturità si avvicina, così come l'ansia della maggior parte degli studenti
dell'ultimo anno, che la affronteranno ancora nella sua formula "tradizionale",
prima della riforma che entrerà in vigore del 2019. Le date delle prove scritte
sono ormai scritte a caratteri cubitali nei diari dei ragazzi: 20, 21, 25
giugno.
Fra le
materie più temute c'è sempre lui, l'incubo del Liceo Classico: la lingua di
Omero, il Greco antico
"L'esame
di maturità può essere affrontato in molti modi. Tuttavia, difficilmente si
riesce a farlo senza ansia. Ovviamente, aver acquisito una solida preparazione
nel corso dei cinque anni che precedono questa prova, aiuta! Spesso però sono
proprio i più preparati ad essere anche i più agitati...". Il commento
Rachele Pierini, ricercatrice in filologia classica dell'Università di Bologna,
che spiega punto per punto come affrontare al meglio la versione di Greco.
1. L'analisi
logica: sembra banale ma non lo è
"Per la
versione di greco, una cartina al tornasole semplicissima e di grande efficacia
è lei: la cara, vecchia analisi logica. Se in greco è nominativo, in italiano
sarà soggetto. Se è accusativo, sarà complemento oggetto; se c'è anche la
preposizione, indicherà un'estensione. Sembra banale da dire, ma in realtà
molti degli errori che correggiamo sono proprio di questa natura".
2. Usare
bene il dizionario: attenzione ai significati dei verbi
"Ma la
fitta allo stomaco vera arriva con la scelta dei significati. Cosa fare di
fronte alla prateria delle sei colonne di dizionario che ci aspettano ogni
volta che andiamo a cercare una parola? Di solito sono i verbi ad avere le più
vaste aree di significato, mentre sostantivi e aggettivi hanno aree semantiche
più ristrette. Quindi ricordate che l'italiano in una frase vuole l'ordine SVO
(Soggetto, Verbo, Oggetto), ma non per questo dovete scegliere subito il
significato del verbo. Prima capite cosa significano le altre parole, così restringete
il campo delle possibilità di scelta. Poi, quando avete capito di cosa si sta
parlando, a quel punto la scelta tra i vari significati diventa praticamente
naturale".
3. Il
"mostro mitologico" dei participi
"Parlando
di verbi, non possiamo non menzionare quel mostro mitologico che sono i
participi. Scatenano il panico come neanche il telefono con l'1% di batteria
riesce a fare. La loro pessima fama è immeritata ma giustificata da una
constatazione molto semplice".
"Il
greco e l'italiano sono due lingue profondamente diverse"
"E
finché tale diversità non verrà compresa, rimarranno sempre delle difficoltà
che sembrano enormi. Se invece partiamo dal presupposto che sono diverse, ecco
che la strada si spiana. Quello che voglio dire è che molto spesso ci si pone
le domande sbagliate. Si è soliti sentirsi chiedere da uno studente "come
si traduce il participio?" ma molto raramente ci viene domandato
"cosa è il participio in greco?". Ogni lingua ha le proprie
strutture, e alcune di esse possono presentare delle differenze tra una lingua
e l'altra. In generale, in greco risulta difficile tutto quello che in italiano
funziona diversamente. E i participi sono sempre nel podio di queste
difficoltà, proprio perché in greco questa unica struttura ricopre funzioni che
in italiano sono distribuite su varie strutture.
Ma
attenzione! Resistete alla tentazione di chiedere "quali sono queste
strutture in italiano?". Prima di arrivare a questa fase, occorre capire
quali funzioni abbia in greco, occorre prima "capire il Greco". Fatto
ciò, la traduzione diventa davvero una naturale conseguenza. È se ci si vuole
accanire ad approcciare la questione da un punto di vista erroneo che non si
può arrivare ad alcuna soluzione valida".
4. Gli
errori più frequenti all'orale
"Anche
all'orale ci sono errori che si riscontrano con una certa frequenza. Primo fra
tutti è il fatto che la maggior parte degli studenti confonde il
"preparare una versione" con "imparare a memoria la
traduzione". Anche questo è un approccio sbagliatissimo. Dal punto di
vista di uno studente, la cosa peggiore che gli può capitare è non ricordare il
significato di una parola. Vi svelo un segreto: non fa niente! Se ci si affanna
a imparare a memoria qualcosa, le probabilità di ricordarla sono davvero
scarse. Piuttosto, sforzatevi di comprendere la versione! Ribadisco: la chiave
è "capire il Greco". La grande maggioranza dei ragazzi prende la
traduzione del testo che deve studiare, ripete all'infinito la traduzione
italiana, e non degna nemmeno di uno sguardo il testo greco. Poi quando gli
viene chiesto di analizzare il testo greco, si trova di fronte una cosa che
vede per la prima volta in quel momento. Sembra assurdo ma la maggior parte fa
così.
Prendete un
testo già tradotto, ma usatelo per "capire il greco". Avete tutti gli
strumenti per farlo! Di nuovo, tornate alle basi: cercate il nominativo e
mettetelo come soggetto della vostra traduzione. Proseguite con il verbo e con
i complementi che regge, poi traducete gli altri. E anche per quanto riguarda i
significati, non complicatevi inutilmente la vita da soli! Optate per i
significati base, che poi a raffinare la resa fate sempre in tempo! Ma
soprattutto, puntate su parole che vi richiamino il termine greco. Il lessico
italiano ha una larghissima base greca e latina, e sono davvero poche le parole
che la nostra lingua non ereditato. Provateci e mi ringrazierete!
Anche nelle
domande di letteratura, abbandonate l'approccio mnemonico. Sì, contestualizzare
un autore nel periodo storico è importante, ma la data precisa di nascita è un
dato che raramente getta luce sui motivi che hanno reso importante un autore.
Diverso è il discorso per le opere, sopratutto del teatro greco: le tragedie e
le commedie erano infatti spesso legate e occasioni specifiche e la data
diventa importante perché, da sola, ci dà informazioni preziose sui contenuti
profondi dell'opera stessa. Ma più spesso le cose davvero importanti su cui
concentrarsi sono altre. Dimenticate i dettagli sterili e fini a se stessi e
andate dritti alla sostanza: cosa c'è di nuovo in questo autore, che importanza
ha avuto nella sua epoca e nel corso della storia, a chi si è ispirato e chi ha
ispirato, come è stato recepito il suo messaggio allora e come viene recepito
oggi. Le cose da dire sono tante, non limitatevi a ripetere a pappagallo quello
che avete letto. Che sappiate leggere lo diamo per scontato, fateci vedere
cos'altro sapete fare! E a proposito di questo: personalizzate quello che dite.
Aggiungete qualcosa di vostro su un autore: se vi ha ispirato, se vi ha fatto
riflettere, se ha ampliato i vostri orizzonti. Purché seriamente argomentata,
va bene qualunque cosa: anche che vi ha disgustato. Non è che siccome sono
antichi vanno per forza venerati!"
Ecco la
magia anti-ansia
"Quindi
riassumendo: "capire il Greco", semplificarsi la vita con l'analisi
logica e con la restrizione delle aree semantiche, andare dritti al cuore della
questione e aggiungerci un pezzo del vostro di cuore. Fare tutto questo con
costanza e disciplina, perché in gara (= esame) la medaglia si ritira, è in
allenamento che si vince. Se fate tutto questo, l'ansia vi viene lo stesso.
Garantito! Però a quel punto voi la guardate dritto negli occhi e, come Harry
Potter, gli fate l'incantesimo "Ridiculus", così vi appare Piton
vestito da vecchia zia. E già che ci siete, vi ricordate che prima di Harry
Potter, la Rowling ha fatto greco. E quando si sopravvive al greco il resto è
in discesa. Ragazzi, in bocca al lupo!
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