Storia della filosofia greca, medioevale, moderna di Luciano De Crescenzo, editore Mondadori, Milano, 2018, pp. 739, euro 16.
Millenni di
storia, dai presocratici a Kant, scritti con amore e amabile leggerezza, fanno
del libro un unicum nel panorama delle nostre storie della filosofia. E invero,
quando si parla di filosofia, si fa di solito riferimento a qualcosa di quasi
sempre aulico e noioso, da trattare con attenzione e non alla portata di tutti.
Ebbene, nel caso del libro che presentiamo, avviene proprio l’opposto.
Nel solco
dei grandi divulgatori, che in Italia si contano sulle dita di una mano, De
Crescenzo riesce, infatti, nell’impresa di far avvicinare tutti, ma proprio
tutti, sol che ne abbiano voglia, ai grandi temi del pensiero filosofico,
spiegati peraltro non solo con semplicità ma anche in modo accattivante,
sicché, una volta che si è iniziato a leggere il libro, nemmeno ci si accorge
di essere arrivati alla fine, tanto ogni pagina ha finito per tirar l’altra.
Sfogliando
il libro è come se tra l’autore e i filosofi vi sia stata una consuetudine di
vita, se non proprio un’amicizia, quel tipo di rapporto, insomma, che i greci
avevano con i loro dei, con i quali, all’occorrenza, riuscivano a interloquire
anche più di una volta al giorno, cercando di intenderne il pensiero, che
comunque era quasi sempre più facile da decifrare rispetto a quello di certi
filosofi.
Quello che
di sicuro non si trova in nessun’altra storia della filosofia è la, se non
continua, quanto meno ricorrente incursione nel presente, che viene operata
attraverso il richiamo, che è in realtà un personale ricordo dell’autore, a
personaggi vissuti nel secolo scorso, ma in qualche modo da ricondurre alle
correnti filosofiche del passato.
Sarà che,
come spiega l’autore, al di sotto del Volturno discendiamo tutti dai Greci che
tanti secoli fa colonizzarono il nostro Meridione, sta di fatto che molti dei
“filosofi contemporanei” ricordati da De Crescenzo vengono in un modo o
nell’altro ricompresi in qualche scuola greca. Del resto, l’amore per la Grecia
dell’autore si percepisce chiaramente anche dal fatto che quasi metà del libro
è dedicata al pensiero greco. Accade così che, tra Anassimene e Pitagora
(dall’autore definito “superstar"), si insinui un Peppino Russo, come tra
Eraclito e Senofane un Tonino Capone e tra Empedocle e Anassagora un Gennaro
Bellavista (già protagonista del più grande successo di De Crescenzo, ossia
“Così parlò Bellavista”). Ma, al di là di questi personaggi, di cui l’autore
spiega il motivo dell’appartenenza a questa o quella scuola filosofica, molto
godibili sono anche altri squarci di vita napoletana, come quello dedicato
all’avvocato Tanucci e alla risonanza dei processi nella città partenopea.
Insomma, un
libro da non perdere: chi conosce già la filosofia si può divertire; chi non la
conosce, vi si può avvicinare senza troppa soggezione.
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